Da una prospettiva astrosciamanica, la carta natale tradizionale rappresenta l’io separato, fondato sull’identificazione con un corpo fisico e genere, legato al tempo lineare e con un unico inevitabile fine: la morte.
Il lavoro di guarigione astrosciamanica consiste nel liberarci dall’asservimento a questa identità passando dalla carta natale personale alla carta planetaria generale e collettiva, quella dei transiti comune a tutto il pianeta e a ogni essere umano in un dato tempo e spazio.
Quest’ultima carta è in continuo movimento: nell’arco di un giorno copre tutti i segni dell’Ascendente, durante un ciclo lunare comprende tutti i segni della Luna, in un anno quelli del Sole, ecc.
Si tratta prima di tutto di riconoscere la carta planetaria generale e locale, le posizioni celesti del momento, identificandoci con esse, mettendole in scena, e liberandoci dall’identificazione con la propria carta natale.
La carta natale mostra dove siamo bloccati ed è preziosa perché rappresenta il copione dei condizionamenti dell’identità separata, il portale da superare per accedere alla carta planetaria, che costituisce il modello alternativo di identificazione.
Una volta che siamo in grado di riconoscerci nella carta planetaria, piuttosto che in quella natale personale, possiamo compiere un ulteriore passo verso un’identità ancora più ampia: quella multidimensionale, che concerne l’universo oltre il tempo e lo spazio, il Centro dell’esistenza.
Per incoraggiare questo processo sarebbe utile fare molta attenzione ogni volta che definiamo noi stessi e gli altri in base alla carta natale, dicendo cose tipo “lui o lei è così perché ha il Sole o la Luna o Saturno di qui o di là, ecc.”
Quando diciamo queste cose stiamo parlando solo di un copione, una maschera, un programma, che è assolutamente necessario non confondere con l’individuo, l’anima. Forse sarebbe proprio il caso di chiarire ogni volta come stanno le cose o lasciare perdere del tutto queste disquisizioni. Alternativamente, se proprio vogliamo definire, possiamo riferirci invece alle posizioni celesti collettive di un dato momento, e in particolare a quelle più semplici del Sole e della Luna, identificandoci con esse, per poi cambiarle ogni volta in base al fluire del tempo.