Quando vediamo qualcosa di bello una tendenza assai diffusa è di prenderlo, possederlo, farlo diventare una nostra proprietà in modo che possiamo godere personalmente di questa bellezza o esibirla agli altri per sentirci più belli.
Un’altra opzione, anch’essa diffusa consiste nel non sentirsi all’altezza o degni di prendere ciò che è bello, per bassa autostima, timidezza, oppure nel non poterlo prendere perché non possiamo permettercelo o perché qualcuno l’ha preso prima di noi
Esiste anche un’altra possibilità, alla portata di tutti, che comporta celebrare la bellezza, invece di prenderla o rinunciare a essa.
Celebrare la bellezza comporta dapprima riconoscerla. Raramente la bellezza si mostra subito, all’istante. Essa è sovente velata, e diventa disponibile per gradi in base alla nostra attenzione e sensibilità.
Celebrare la bellezza, quando l’abbiamo riconosciuta, implica apprezzarla, proclamarla apertamente, gioire della sua presenza.
Non occorre fare nulla di complicato, si tratta semplicemente di rivolgerci a ciò che ci piace dicendo semplicemente “mi piaci”, “vedo una gran bellezza in te” o qualunque altro termine di apprezzamento.
La celebrazione della bellezza è fine a se stessa. Non è mai una mossa strategica per possederla o per trarre qualche altro vantaggio. Nella celebrazione della bellezza stessa dimora pure l’appagamento.
Celebrare la bellezza non è possedere né rinunciare alla bellezza. Significa viverla, sentirla dentro tramite ciò che vediamo al di fuori.
La bellezza è un patrimonio di tutti. Non è proprietà privata e non può essere presa da nessuno, così come nessuno deve rinunciare a essa.
L’intera cultura umana si basa sul possesso della bellezza o sulla sua rinuncia per chi non può permettersi di possederla. Lo stesso si applica a ogni altra qualità: gioia, potere, amore, sicurezza. E ciò accade nel modo in cui concepiamo le relazioni. La tendenza è di possedere gli altri in modo esclusivo, di garantirsi un accesso privilegiato e spesso assoluto verso chi ci piace. La maggior parte dei rapporti umani di amore si basano su questa premessa.
Quando inizi a trovare soddisfazione nella celebrazione della bellezza, ecco che cessi di sentire il bisogno di possederla, di farla tua. Allora impari a lasciare libera la bellezza, a renderla disponibile per tutti, senza nessuna esclusione.
Smettila di prendere o di rinunciare, di possedere o di lasciare andare la bellezza.
Celebra la bellezza, proclama la bellezza, e tutta la bellezza possibile sarà sempre tua, perché attraverso di te la bellezza sarà tale, perché tu sei bellezza.
© Franco Santoro