Chi diavolo è?

Chi diavolo è? Ma chi è questo diavolo? 
Da una prospettiva olistica e non-dualistica non esiste separazione, per cui scrivere del diavolo in senso tradizionale può sembrare fuori luogo in questo contesto.
Ma anche se ci sforziamo di vedere l’unità di tutte le cose vi sono alcuni aspetti dell’esistenza che non possiamo fare a meno di percepire come orribili, crudeli, odiosi senza misura. E anche nel caso in cui si tratti di un’illusione, quell’illusione diventa realtà, talvolta l’unica realtà possibile.
Qual è la causa di tutto questo male, sia che si tratti di illusione o realtà?
Nel cristianesimo tradizionale è il diavolo, indicato comunemente con il nome di Satana, la cui radice greca significa accusare, attaccare, avversare.
Nei testi sacri cristiani Satana viene infatti descritto come il grande Accusatore.
Il primo effetto dell’opera accusatrice di Satana lo vediamo in Genesi, quando dopo l’estasi del paradiso terrestre e il famoso episodio della caduta, improvvisamente tutti iniziano ad accusare: Adamo, Eva e… pure Dio.
La radice del male dimora nell’accusa. Il diavolo è la parte della nostra mentre che ci accusa in continuazione e anche quella che accusa gli altri. Siamo accusati dentro e fuori, nei nostri pensieri e nelle parole di coloro che ci accusano, così come accusiamo dentro e fuori, nei nostri pensieri e nelle parole di accusa verso altri.
Tutto questo discorso, discutibile o meno, per evidenziare il fatto che Satana, il male è appunto l’accusa, la colpa, la condanna, indirizzata verso se stessi o verso gli altri.
Ne deriva che dai pensieri e discorsi prevalenti, interiorizzati o esternati dal genere umano possiamo dedurre di trovarci in un mondo piuttosto satanico.

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