Conversazioni umane

L’intento inconscio di una conversazione umana è di liberarsi della percezione della separazione che sottende la distinzione tra soggetto e oggetto, onde recuperare l’esperienza originale dell’unità.

Si tratta di un tentativo disperato, poiché i linguaggi impiegati in una conversazione umana si fondano sulla netta distinzione tra soggetto e oggetto, per cui è tutta una ripetizione incessante di pronomi personali, di “io”, “tu”, “lui”, “mio”, “tuo”.

Ne deriva quindi che più le persone parlano con l’intento, inconscio o meno, di raggiungere uno stato di unità, più le loro stesse parole contribuiscono a rafforzare la separazione e il conflitto che ne risulta.

Risulta quindi comprensibile come in questo contesto di svantaggio linguistico il modo più diffuso per eliminare il conflitto consista nel mettere a tacere il proprio interlocutore talvolta in maniera violenta e definitiva.

Un’altra opzione, che è poi una proposta operativa da provare per vedere se funziona o meno, consiste nel mettere a tacere sia l’altro sia se stessi, facendolo possibilmente in maniera cordiale. In questo caso si tratterebbe di fare conversazione rimanendo in assoluto silenzio e pure con gli occhi chiusi.

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