Distanziamento sociale e prossemica

Da qualche mese stiamo praticando il distanziamento sociale più generalizzato e diffuso di tutta la storia umana. Si tratta di un’esperienza senza precedenti riguardo al numero di persone coinvolte e l’eccezionalità dei comportamenti prescritti.

Lo scopo del distanziamento sociale in atto è quello di diminuire la probabilità di contatto tra persone portatrici di un’infezione e individui non infetti, così da ridurre la trasmissione del virus e l’eventuale  mortalità. Questo è un vantaggio.

Ma c’è anche un altro vantaggio potenziale, che consiste nel permettere di riconoscere il distanziamento sociale che c’è sempre, virus o non virus. Ogni volta che qualcosa emerge in modo esageratamente visibile, come in questo caso, può permettere di evidenziare quanto dapprima risultava poco evidente e pure nascosto.

Per esempio, una persona che va su tutte le furie, urlando e scalciando esprime in modo molto evidente la sua rabbia. Ma quella persona era altrettanto arrabbiata anche prima, quando stava solo sbuffando o bestemmiando sottovoce. La differenza è che nessuno se ne rendeva conto.

Attualmente le norme prescrivono una distanza minima di due metri e l’obbligo dell’uso della mascherina qualora non sia possibile mantenere tale lontananza.

Prima dell’introduzione di queste norme come andavano le cose?

A questo punto bisogna scomodare la prossemica, ossia la disciplina semiologica che studia  le distanze sociali adottate dalle persone nei loro incontri. La prossemica identifica quattro tipologie di distanza, in base alla natura delle relazioni, misurabili in media come segue (secondo dati ampiamente diffusi in rete):

Oltre i 3,5 metri per le pubbliche relazioni.
Tra 1,2 e 3,5 metri per la comunicazione che riguarda conoscenti o il rapporto insegnante-allievo.
Tra 45 e 120 cm per l’interazione tra amici.
Tra 0 e 45 cm con persone con cui si è in relazione molto intima (parenti stretti e partner).

Non sembra sia cambiato così tanto, tenendo conto che parenti stretti e partner non sono tenuti a modificare la loro distanza abituale, la differenza riguarda il rapporto con gli amici, per i quali la distanza si è ridotta tra 80 e 155 cm, e i conoscenti che la riducono in pochi casi di 80 cm, mentre nei restanti non si riduce niente o addirittura ci si avvicina di 150 cm. Per quanto riguarda le relazioni pubbliche proprio non se ne parla.

Le medie indicate sopra sono quelle mondiali, laddove la prossemica distingue anche in base alle culture. I popoli del nord tengono in genere distanze maggiori di quelli meridionali e mediterranei, così come coloro che vivono in montagna o in luoghi rurali rispetto a chi vive nelle città. In alcuni paesi le distanze sono date poi da motivazioni religiose o di casta. Per esempio, i bramini indiani, la casta più alta, devono tenersi a una distanza di 39 metri dai paria, la casta più bassa.

Insomma, in quanto a distanze non pare sia cambiato molto. Per chi non ha un partner o parenti stretti la vita continua come prima, tranne il fatto di rendere un po’ meno prossima la vicinanza con gli amici, per non parlare poi di chi non ha amici, ma solo conoscenti

Il distanziamento sociale prescritto attualmente serve a diminuire la probabilità di contrarre il virus, ma a cosa servono i distanziamenti ordinari indicati dalla prossemica?

Per quale motivo se non ho parenti stretti e nemmeno un partner non posso avvicinarmi a nessuno a una distanza inferiore di 45 cm? Per quale motivo se non ho amici, ma solo dei conoscenti, non posso avvicinarmi a meno di 120 cm da un altro essere umano?

Il distanziamento sociale è sempre in atto, la differenza è che ora è consapevole e si applica indiscriminatamente a tutte le categorie tranne l’ultima. Quando cesseranno queste norme, ritorneremo a distanziarci come abbiamo sempre fatto e riprenderà il distanziamento fondato sulla discriminazione per categorie.

E poi ci sono le mascherine, certo questo fa una gran bella differenza rispetto a prima! Teniamo coperte la bocca e il naso se ci avviciniamo a meno di 2 metri, tuttavia questo non si applica a congiunti e partner con cui viviamo insieme. Quindi per chi rientra in queste categorie non cambia ancora nulla, mentre per gli altri sì. Non si può esporre in modo ravvicinato la propria bocca né approssimarsi per guardare quella altrui e questo vale per tutte le categorie, tranne l’ultima, che è decisamente sempre la più privilegiata. Quando cesseranno queste norme, torneremo a scoprire bocca e naso (a eccezione delle donne di alcune culture per cui non cambia proprio niente), ma continueremo a tenere coperte altre parti del corpo come abbiamo sempre fatto, capendone il motivo o senza capirlo. Continueremo inoltre a scoprire altre parti del corpo discriminando n base alla categoria, e qui, come al solito, parenti stretti e partner hanno un trattamento speciale.

 

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