Nel corpo esistono punti di entrata e uscita. Tutta la vita si fonda sull’entrare e uscire: inspirare ed espirare, mangiare e defecare, bere e orinare, nascere e morire.
In alcuni casi puoi controllare ciò che lasci entrare, il cibo che mangi, quel che bevi, mentre in altri casi qualcosa entra senza che tu sia cosciente o consenziente, come per l’aria che respiri.
Le attività che svolgi in entrata sono diverse da quelle in uscita, così come ciò che entra ha un aspetto distinto da quel che esce, sebbene ciò che esce sia la conseguenza di ciò che è entrato.
Questo è quanto accade sul piano fisico, emotivo, mentale e spirituale. Entra un’emozione di una certa natura e poi ne esce una distinta, entra un tal pensiero e in seguito ne esce uno diverso.
Fai entrare nel tuo corpo del cibo dall’aspetto e sapore sublime, e dopo poche ore esce qualcosa di radicalmente diverso. Provi gioia, luce e amore, e più tardi senti dolore, tristezza e rabbia, o viceversa. Hai pensieri illuminanti e armonici, poi deprimenti e conflittuali, o viceversa.
Non esiste antagonismo tra entrata e uscita. Sono parti complementari e inalienabili dello stesso processo. Si tratta di un ciclo naturale che è impossibile evitare, per cui anche se ti rifiuti o fai di tutto per eluderlo, succede ugualmente. Tante persone non accettano questo ciclo, si ostinano a trattenere ciò che entra, impedendogli di uscire, o ritengono l’entrata o l’uscita come qualcosa di sbagliato.
Nella realtà dell’esistenza non esistono antagonismi. In natura c’è spazio per cibo e sterco, gioia e tristezza, amore e odio, piacere e dolore, spiritualità e animalità, vita e morte. Se non accetti e riconosci questo, allora sei nell’irrealtà. L’irrealtà non è in antagonismo con la realtà. L’irrealtà non esiste proprio.
© Franco Santoro, 2012
In: Franco Santoro, Pronto soccorso multidimensionale: emergenze spirituali, mondi paralleli e identità alternative, Institutum Provisorium, 2020, pp. 15-16.