La fumigazione (smudging in lingua inglese) è un metodo strategico di purificazione impiegata nella maggior parte dei rituali. Oltre ad essere tipica di varie culture sciamaniche, essa è impiegata nelle celebrazioni di numerose religioni. Attraverso questa pratica, il fumo derivato dalla combustione di erbe o incensi è usato per pulire l’energia di persone, luoghi e oggetti.
Il fumo è una sostanza eterica in grado di passare dalle sfere più dense dell’esistenza a quelle più sottili. Il corpo fisico è circondato da vari involucri sottili, la cui consistenza energetica è definita da diverse tradizioni con il termine aura. L’aura è uno spazio di transito e comunicazione costante per ogni tipo d’energia. Essa è influenzata regolarmente dal contatto con agenti esterni e interni, così come il corpo fisico è soggetto a sporcarsi o a subire alterazioni, sia attraverso il rapporto esterno che come conseguenza di processi organici interni. Gli agenti che influenzano i corpi sottili hanno una natura emotiva, mentale e spirituale. La fumigazione consiste nel ripulire l’aura dagli agenti indesiderati così da rendere le persone, il luogo e le cose disponibili a operazioni rituali. È un modo efficace per disperdere emozioni, stati d’animo o pensieri che potrebbero essere d’ostacolo e, allo stesso tempo, per attirare energie di supporto e protezione.
Le erbe impiegate tradizionalmente a questo riguardo sono vari tipi di salvia (artemisia tridentata, salvia apiana e salvia officinalis) e cedro (thuja occidentalis, thuja plicata¸ calocedrus descurrens), lavanda (lavendula officinalis), copale (bursera odorate) e pino (pinus sylvestris). Se non sono disponibili queste piante, qualunque altra erba o incenso, con un buon profumo e a te gradita, va bene. È preferibile impiegare piante che crescono localmente poiché ciò onora la consuetudine sciamanica di usare quello che è disponibile nell’ambiente circostante. Ciò che rende potente ed efficace l’atto di fumigazione è l’Intento connesso alla Funzione. Le piante servono ben poco e addirittura possono avere effetti indesiderati, quando l’Intento non è chiaro o privo di connessione con la Funzione.
Una delle procedure classiche di fumigazione consiste nel mettere una porzione di erbe direttamente su un braciere o carboncino.[1] Dopo aver rivolto un atto di ringraziamento verso la pianta, mi focalizzo sull’Intento e lo connetto con la Funzione. In seguito accendo la fiamma e rivolgo il fumo nelle Quattro Direzioni, muovendolo tre volte verso ciascuna di esse. Poi offro il fumo alle Tre Direzioni verticali, tenendolo alto per il Mondo dell’Alto, calandolo in prossimità del suolo per il Mondo del Basso, e tenendolo all’altezza del cuore per il Mondo Medio. Quindi purifico la mia aura, tenendo con una mano il braciere e impiegando l’altra mano (in alternativa posso usare una piuma) per dirigere il fumo verso il cuore, la testa e la pancia, quattro volte per ciascun’area. Concludo la pratica ponendo il braciere dinanzi a me e riportando nuovamente il fumo verso il cuore, mentre adagio le mani su quel punto per qualche momento. Il fumo può essere diretto anche verso parti del corpo corrispondenti alla posizione nei segni del Sole e della Luna, in direzione di oggetti, persone, piante e degli angoli della stanza.
È consigliabile procedere alla fumigazione di se stessi almeno due volte il giorno e ogni volta che se ne avverte il bisogno. Oltre alla fumigazione, vi sono altre forme di purificazione, tra cui l’acqua e il suono. Una doccia, un canto o un tambureggiamento diventano un atto di purificazione se sono celebrati con quest’Intento. Ogni elemento ha specifici strumenti per la purificazione: ventagli, bandiere, campane, fischietti, piume, dondoli e fumo per l’aria; sabbia, pietre, cenere, cristalli, sale, gesso, farina, riso per la terra; acqua, olio, saliva, sangue, urina per l’acqua; candele, torce, pire, braci ardenti, lampade a olio per il fuoco.
Per favore, sii consapevole che la fumigazione e altre pratiche comportanti l’uso di agenti esterni per la purificazione o la guarigione sono forme di magia[2] e perciò relativamente illusorie nei loro risultati. Questi materiali non possiedono un reale potere di guarigione poiché sono parte integrante della malattia. Ciò nuovamente significa che il fattore di base è la connessione tra Intento e Funzione. Allo stesso tempo, l’impiego di tali pratiche magiche può essere in talune circostanze la migliore soluzione strategica.
“Talvolta la malattia ha una presa sulla mente sufficientemente forte da rendere la persona temporaneamente inaccessibile all’Espiazione. In questo caso può essere saggio utilizzare un approccio di compromesso tra la mente ed il corpo, nel quale si crede temporaneamente che qualcosa di esterno possa guarire. Questo avviene perché un aumento di paura è l’ultima cosa che può aiutare coloro che non sono nella mente corretta, ovvero i malati. Essi sono già in uno stato indebolito dalla paura. Se vengono esposti prematuramente ad un miracolo, possono precipitare nel panico. Questo è probabile che succeda quando la percezione capovolta ha indotto a credere che i miracoli facciano paura” (UCIM, T37).
Da: Franco Santoro, Astrosciamanesimo: un viaggio nell’universo interiore, Amazon Kindle, 2013.
[1] Nota bene che anche i bastoncini o coni d’incenso sono una scelta valida e, allorché si opera in luogo chiuso, più pratica.
[2] La Magia in questo contesto è la pratica terapeutica principale adoperata dall’ego. Essa consiste in genere nel curare un problema che esiste nella mente (Livello 2) tramite l’impiego di agenti fisici (Livello 1). I rancori sono proiettati dalla mente separata, che in vero li genera, alle forme materiali, che sono il prodotto della mente stessa, e cerca di guarirli al livello fisico invece di farlo a quello mentale. La prima attitudine impiega agenti esterni (come le medicine fisiche) per operare guarigioni nel corpo o nella mente, mentre la seconda implica l’uso della mente stessa per manifestare risultati esterni.