Oggi inizia il mese di giugno, e per 30 giorni vedremo, sentiremo e useremo questa parola “giugno” in continuazione. Poi quando il mese di giugno finirà la vedremo, sentiremo e useremo molto meno, riferendola al mese passato o all’anticipazione di un giugno futuro. Al suo posto useremo con assiduità un altro nome del mese, ossia luglio, e poi via di seguito.
Giugno deriva dalla dea Giunone, che insieme a Giove e Minerva faceva parte della Triade delle principali divinità della religione romana. Giunone era la principale tra le dee, poiché rappresentava l’aspetto del divino femminile nell’universo.
Ora di Giunone non si interessa più nessuno, così come della religione dell’Antica Roma, a parte qualche raro storico, archeologo o ricercatore spirituale dai gusti eccentrici. Le divinità dell’Antica Roma hanno perso definitivamente il loro potere con la caduta dell’Impero Romano, e ancor prima a seguito della svolta costantiniana, la proibizione del paganesimo e l’imposizione del cristianesimo come unica religione.
Ma siamo proprio sicuri che le antiche divinità pagane abbiano perso il loro potere?
Tutti i mesi dell’anno risalgono ai tempi pagani e sono dedicati a divinità e imperatori romani, così come i nomi dei giorni della settimana. E questo si applica per tutte le lingue occidentali!
Quante volte sentiamo, vediamo e usiamo i nomi dei giorni e dei mesi?
L’intera nostra vita si basa sul tempo e sulla struttura del calendario. Ogni nostra attività ed esperienza è ricondotta e definita all’interno di giorni e mesi, i cui nomi seguitiamo collettivamente a considerare e ripetere più di qualsiasi altro nome.
Da un lato c’è quello verso cui dedichiamo consciamente la nostra devozione e attenzione, una religione, idea politica, spiritualità, arte, sport, musica, moda, ecc. Ognuno ha le sue. Dall’altro, tutti seguitiamo a essere devoti alle divinità pagane, ricordandole ogni giorno e mese della nostra vita, senza esserne in genere affatto consapevoli.
Indi, ecco a voi, l’Inno a Giunone, tratto dagli “Inni orfici”.
“Racchiusa nei grembi cerulei, aeriforme, era di tutto sovrana, beata compagna di Zeus,
che offrì ai mortali brezze gradevoli che nutrono la vita, madre delle piogge, nutrici dei venti, origine di tutto.
Senza di te nulla conobbe affatto la natura della vita, perché, mescolata all’aria santa, tutto partecipi,
infatti tu sola domini e su tutto regni, agitata sull’onda con sibili d’aria.
Ma, Dea beata, dai molti nomi, di tutto sovrana, vieni benevola rallegrandoti nel bel volto.”