I canti astrosciamanici

Fullmoon2 webIl canto costituisce una tra le più diffuse e antiche pratiche spirituali. Sin dai tempi più remoti, sciamani e ricercatori spirituali hanno usato canti per entrare in stati di coscienza non ordinari. Nell’astrosciamanesimo, i canti sono impiegati per onorare e connettere le varie parti del Sacro Cerchio e come pratica spirituale in cui il corpo e la sua voce diventano strumenti di comunicazione con le Guide e gli Spiriti.

Un canto astrosciamanico non ha nulla a che vedere con l’essere intonato o l’andare a tempo secondo le convenzioni della musica ordinaria. Al contrario, vi sono momenti in cui questi canti possono esseri percepiti come emissioni vocali orripilanti. Ogni canto è unico e non deve conformarsi ai gusti di un determinato pubblico o corrispondere a particolari modelli estetici. Ciò che conta qui è operare come canale consapevole, libero da alcun giudizio riguardo al modo in cui dovrebbe essere la voce e semplicemente inteso a rilasciare le energie in transito. Quando canto il mio corpo diventa uno strumento di connessione con altre dimensioni e con il mio Spirito Guida o Cerchio. In questa circostanza esprimo tutto ciò che non può essere trasmesso mediante i linguaggi umani convenzionali. Si tratta di un’esperienza grandiosa di comunicazione che onora me stesso insieme a tutte le mie relazioni ad ogni livello. Il canto era un mezzo di comunicazione che esisteva assai prima dell’introduzione dei linguaggi convenzionali. Mediante il canto apro il dialogo con parti antiche dentro di me e recupero la mia autentica connessione con altri esseri, animali, piante, minerali, pianeti e stelle. Ciò comporta un salto quantico di consapevolezza che suggerisco di intraprendere con adeguata preparazione e rispetto per i cicli naturali.

I canti impiegati nell’astrosciamanesimo comprendono i canti degli Spiriti Totem e delle Guide, i canti del Sacro Cono, il Sistema delle scale planetarie e i canti delle tradizioni del Sacro Cerchio.

Alcuni canti sono trasmessi unicamente da sciamani o maestri esistenti nella realtà ordinaria e richiedono una specifica iniziazione. Molti altri appartengono al patrimonio pubblico delle tradizioni spirituali della Terra e sono facilmente accessibili attraverso registrazioni sonore e libri. Altri ancora emanano direttamente da esseri invisibili e realtà multidimensionali. Essi si manifestano spontaneamente durante i viaggi o i rituali sciamanici, e spesso non sono più ripetuti, in quanto esprimono la specifica energia del momento in cui sono emessi.

I suoni del canto possono corrispondere sia a parole comprensibili per la mente umana ordinaria, sia a termini sconosciuti o apparentemente privi di senso. Talvolta la loro natura è così antica da rendere impossibile qualsiasi operazione di spiegazione o traduzione secondo i canoni dei linguaggi contemporanei. Anche se può essere appassionante per la mente, è preferibile non indugiare sul significato delle parole dei canti. In molti casi non si tratta nemmeno di parole. Laddove le parole hanno una natura simbolica e servono a comunicare un significato, i suoni dei canti astrosciamanici sono spesso già di per sé il significato. E’ la loro stessa vibrazione sonora che trasmette l’energia e consente di ricevere l’esperienza diretta priva della mediazione simbolica delle parole. Quando lascio uscire con spontaneità la voce, senza censure e timori, libero gradualmente le patine che mi separano dal linguaggio originale e divento sempre più trasparente. Allora ritrovo l’espressione universale del cuore che consente all’energia di essere donata e condivisa veramente. In tali circostanze, io dimoro nel Mondo Medio come agente di connessione tra Mondo dell’Alto e Mondo del Basso. Opero come canale, indisturbato dalle energie che si muovono attraverso di me, semplicemente centrato sul mio Intento collegato alla Funzione. Mentre permetto a questo processo di fluire, ho bisogno di essere cosciente che i miei canti rinforzano un lavoro di trasformazione sacro che va ben oltre la mia percezione umana.

Il canto, oltre che nelle pratiche rituali, è un’espressione disponibile in qualsiasi occasione della vita. Quando ti senti depresso, impaurito, annoiato, nervoso, arrabbiato o in qualunque altro stato di rancore, il punto di svolta si determina allorché fai un respiro profondo, assumi una postura dignitosa e lasci uscire la tua voce con l’Intento di permettere all’energia bloccata di fluire.

 

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