Il mostro

indexConsideralo bene il mostro, quel che ti spaventa, turba, mette agitazione, sia che lo incontri dentro di te, nelle tue emozioni e paure, o fuori, in persone e situazioni.
 
Sii cosciente dei mostri più immani che si aggirano nella tua consapevolezza della tua vita. Quali sono i più temibili, quelli che non ti danno tregua o che all’improvviso di tanto in tanto compaiono e guastano tutto?
 
Magari è da una vita che li sfuggi, o che essi ti acchiappano, o che ti arrendi impotente al loro magnetismo, per poi scappare nuovamente da loro e nasconderti nel terrore di incontrarli ancora. Oppure non li hai mai incontrati, ma sai che ci sono, ne hai avuto il sentore tante volte, o li hai rimossi dalla tua coscienza, per te non esistono proprio.
 
Mi spiace guastarti la festa, ma allorché ci avviciniamo al momento più buio dell’anno, mi permetto di dirti che la tua fuga o la tua negazione è vana. I mostri ci sono e avranno alla meglio su di te, alla fine, non importa quanto seguiti a scappare o negare.
 
La tua sicurezza è precaria, provvisoria, così provvisoria, come il tempo di un respiro, perché proprio nell’intervallo tra un respiro e l’altro, in quell’istante di vuoto e assenza, si annidano i tuoi mostri. Mostri che trionferanno inevitabilmente.
 
Allora rassegnati, considerali questi mostri, cominciando dalla sfera stessa del linguaggio, che è quella con cui ti confronto proprio ora mediante le mie parole e il termine stesso, “mostro”.
 
La parola “mostro” deriva dal latino “monstrum”, da “monere” (avvisare), e significa “portento”, “prodigio”. Il mostro, nella sua accezione originaria implica la manifestazione di qualcosa di straordinario, multidimensionale e divino, decisamente fuori dall’ordinario. Il mostro è un avvertimento, un ammonimento per gli esseri umani persi nell’illusione della loro trita realtà illusoria. Quando il mostro si mostra, ci mostra quel che siamo incapaci di mostrare. Il mostro mostra.
 
L’apparizione del mostro suscita un senso di stupore, sorpresa, che n base al nostro stato di coscienza e negazione della realtà dell’esistenza causa reazioni ambivalenti, dalla meraviglia, benedizione, illuminazione e gioia al terrore, disperazione, follia.
 
Ogni cultura del nostro pianeta ha i suoi mostri. La forma più tipica e ampiamente diffusa che viene attribuita al mostro è quella del drago.
 
Il drago è una figura mitica dai tratti serpentini presente nei miti di tutte le culture. Il drago provoca reazioni ambivalenti in base alle culture. In quelle occidentali, caratterizzate dal dualismo, il drago è un essere malefico che apporta terrore e distruzione, mentre in quelle orientali, non dualiste, è un essere luminoso, che dispensa fortuna e amore.
 
“Forse tutti i draghi nella nostra vita sono principesse che stanno solo aspettando di vederci agire, almeno una volta, con bellezza e coraggio. Forse tutto ciò che ci spaventa è, nella sua essenza più profonda, qualcosa di indifeso che vuole il nostro amore.” (Reiner Maria Rilke, nato il 4 dicembre 1875)

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