Il tempo senza tempo

indexUn anno si sta per concludere e tra poco sarà archiviato come “anno passato”, per dare spazio al prossimo anno, definito “anno nuovo”. A un certo punto anche l’anno che viene sarà un anno passato e così via nello scorrere continuo del tempo, fino a quando continuiamo a vivere nel tempo.
 
Esiste anche un altro tempo, il tempo senza tempo, dove non sei forzato a muoverti lungo un flusso inarrestabile che procede sempre con la stessa andatura in una sola direzione obbligata.
 
Il tempo ordinario sancisce i ritmi degli automatismi della realtà separata, ci identifica con corpi e forme che nascono, crescono, invecchiano, decadono e inevitabilmente muoiono e cessano di esistere.
 
Nel tempo senza tempo niente nasce e muore, nulla si crea o si distrugge. È la stessa essenza che seguita a esistere, assumendo varie forme, trasformandosi in continuazione.
 
Se confondiamo la forma con l’essenza diventiamo vittime del tempo ordinario, la cui unica finalità è nascere per morire, creare per distruggere.
Ogni nostro dolore terreno è dovuto all’attaccamento verso il tempo ordinario e le sue forme, all’incapacità di liberarci dalla tossicità di questa dipendenza, a una tirannia che ci rende schiavi delle forme privandoci della facoltà di percepirne l’essenza.

Di conseguenza ogni volta che perdiamo il rapporto con una forma o questa forma cambia, decade o muore ne deriva un immane dolore, uno strazio indicibile. Il tempo ordinario è il girone dell’inferno del genere umano.
 
Come esseri umani sulla via dell’emancipazione il nostro scopo primario è imparare a distinguere tra forma ed essenza. Siamo ciechi alla percezione dell’essenza, i nostri occhi e sensi fisici non sono in grado di vederla, perché sono stati programmati per scorgere solo le forme. L’arte suprema di guarigione consiste nel convertire ogni forma in essenza. L’essenza dimora nel vuoto, ed è priva di forma. Questo vuoto esiste sia fuori sia dentro ogni forma. La forma è il vuoto stesso che noi percepiamo come forma. Le forme che vediamo sono il risultato di un programma mentale inteso a separare la forma dal vuoto, a identificarci con le forme escludendo il vuoto che le attornia e le penetra. Fin tanto che portiamo attenzione solo alle forme non riusciremo mai a vedere il vuoto.
 
Nel vuoto possiamo vedere che in realtà non esiste alcuna separazione tra forma e vuoto, che tutto è connesso, che tutto è vuoto.
 
Le forme sono come le nuvole del cielo, emergono e poi spariscono, ma il cielo rimane sempre. Le nuvole fanno parte del cielo.
 
In quanto esseri umani seguitiamo a usare ogni nostra risorsa e attenzione per preservare a tutti i costi la forma delle nuvole, soffrendo miseramente quando queste si dissolvono. La nostra sofferenza è inevitabile e qualunque rimedio che possiamo impiegare per alleviarla è destinato a fallire nel tempo.
 
Il nostro destino è appeso lungo la linea del tempo fino a quando non decidiamo di accedere al tempo senza tempo, dove le nuvole vivono nel cielo, dove la forma vive nell’essenza. E sebbene la natura di questa essenza rimanga un mistero per il mondo che vede solo la forma, la forma di espressione più verosimile per descriverla è la parola “Amore”.
 
© Franco Santoro
 
Immagine: di Alphonse Osbert

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