Ingenuità multidimensionale

Quando interagiamo con altre realtà, occorre esercitare molta attenzione. Andrebbero in effetti adottate misure di sicurezza simili a quelle impiegate in luoghi del mondo dove ci sono guerre, epidemie o episodi terroristici.

Tra le molte persone interessate a temi multidimensionali prevale spesso un’ingenuità romantica, che porta ad accettare e spacciare per luminoso e amorevole tutto quanto accade nel rapporto con spiriti ed entità invisibili. In molte tradizioni prevale invece la consapevolezza esperienziale che la caratteristica più comune delle entità e dimensioni che interagiscono con gli esseri umani sia piuttosto ambigua.

Sul nostro pianeta consideriamo legittimo esercitare il dominio sulle risorse naturali, per esempio, allevando e uccidendo animali, coltivando ed estirpando vegetali. La maggior parte degli esseri multidimensionali sembrano operare similmente verso gli umani. Questi esseri non sono necessariamente crudeli. Essi operano con la cognizione che facciamo parte di una realtà secondaria creata per soddisfare le esigenze di una realtà superiore di cui loro fanno parte.

Si tratta di stare all’erta non solo nei confronti di entità che si rivelano sin dall’inizio malefiche o poco affidabili, ma anche verso quelle che appaiono seducenti e luminose. Nelle società umane alcune persone trattano animali e vegetali senza alcun riguardo, mentre altre li onorano e rispettano. Alla fine dei conti però ci sentiamo tutti autorizzati a nutrirci di animali o piante. Similmente esseri di altre dimensioni possono fare lo stesso con noi.

La principale qualità richiesta nel lavoro sciamanico concerne la capacità di discernimento degli spiriti (clicca qui).

L’elemento centrale di sicurezza per interagire con le realtà ed entità non ordinarie consiste nell’instaurare un rapporto prioritario, duraturo e affidabile, con uno spirito guida o alleato (clicca qui)

Tratto da: Franco Santoro, Pronto soccorso multidimensionale: emergenze spirituali, mondi paralleli e identità alternative, Institutum Provisorium, 2020, p. 21.

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