Kundalini

Nella tradizione indiana l’asse verticale è rappresentativo del percorso spinale attraverso cui scorre l’energia conosciuta come kundalini. Quest’energia, secondo lo yoga e il tantra, è paragonata a un serpente femmina arrotolato su sé stesso alla base della colonna vertebrale. Nella maggioranza delle persone essa rimane dormiente, mentre per altri la kundalini sale verso l’alto passando attraverso i sei chakra. Se il canale è libero e non vi sono ostruzioni l’energia ascende fino a raggiungere il 7° chakra sito nella sommità della testa. Tale conseguimento rappresenta l’illuminazione, liberazione o reintegrazione con il Centro e il rilascio dell’illusione della separazione. Affinché ciò possa accadere, per le suddette tradizioni, è tuttavia necessario ricorrere a difficili tecniche e a una lunga preparazione interiore che richiede sovente numerose vite.

Se durante il suo percorso la kundalini incontra la resistenza di blocchi e rancori condensati nei diversi chakra, continua a esercitare pressione finché l’individuo isi libera del problema legato al blocco e prosegue la risalita. Se non ci riesce, inizierà a manifestare stati di malessere associati con quel chakra specifico. Molti operatori mettono in guardia dal risveglio prematuro della kundalini poiché se è forzata a salire, senza la comprensione e liberazione dei blocchi, si possono avere gravi danni sul piano fisico, emotivo, mentale e spirituale. Nonostante questi rischi, per numerosi ricercatori, sia orientali che occidentali, il risveglio della kundalini è un processo essenziale per la crescita spirituale.

Il termine “kundali” in sanscrito significa “carta natale”, e indica una forma circolare, il cerchio. Questa energia parte da una forma circolare, nell’osso sacro, e poi fluisce verticale lungo la spina dorsale. Nella carta natale vediamo l’arrotolamento su se stesso della kundalini che riposa.

Nella Kabbalah la kundalini è chiamata “Shekinah”,  nel cristianesimo è lo “Spirito Santo” o “Fuoco pentecostale”, pure in relazione col serpente biblico. Lo Spirito Santo ha una valenza femminile, soprattutto nei testi gnostici, e nel Vangelo, dove si parla di una porta stretta da varcare per raggiungere il paradiso, il confine tra il sesto e il settimo chakra, dove si gioca l’atto finale del processo di liberazione. Nel cristianesimo gnostico la chiave di questo processo è rappresentato dal perdono, lasciar andare l’attaccamento al conflitto e al dualismo.

La carta natale possiamo visualizzarla nella nostra zona sacrale, nel primo chakra, in una fase di addormentamento. Da qui, può risvegliarsi in qualsiasi istante, sia con rapidità improvvisa, con un balzo, sia molto lentamente. È descritta come un’energia materna, calmante, protettiva, ristoratrice, in relazione con il feto prima della nascita. La nascita, rappresentata dalla primavera, è un risveglio della kundalini, che allo stesso tempo viene intrappolata in una configurazione in cui non si può muovere agevolmente. Quando si risveglia può procedere con un’impennata, e sia che si muova rapida o lenta, passa attraverso una serie di tappe, rappresentate a grandi linee dal mondo del basso, medio e alto, dai segni zodiacali, e dai sette chakra tradizionali. Man mano che passa c’è una amplificazione della sua energia. La portata di ogni passaggio aumenta fino a raggiungere la portata massima con il settimo chakra, il settimo cielo. In ogni passaggio porta un’energia di fuoco, rinfrescante, che spazza via ogni occlusione e resistenza. Se la resistenza prevale può bloccarsi temporaneamente in quel punto, creando attrito e conflitto tra il blocco e l’energia che vuole ascendere.

La kundalini, nella Genesi, è identificata con l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente nell’albero è arrotolato su se stesso nella parte bassa. C’è anche l’albero della vita, dove è possibile mangiarne i frutti, ed è in rapporto con il terzo chakra, il plesso solare, in relazione col potere.

 

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