Se è da un po’ di tempo che sei da queste parti forse ti sarai accorto che, non importa quante varianti ci sono, alla fine si tratta sempre della stessa storia. E poiché questa storia vuole essere ripetuta a tutti i costi, troverà i modi più convincenti possibili per apparire diversa. Quindi, allorché sei sicuro che le cose questa volta sono davvero cambiate, puoi stare certo che la stessa storia ancora una volta ti ha fregato.
Può sembrare una riflessione pessimista, e infatti lo è.
A che serve l’ottimismo se continua ad alimentare vane speranze all’interno di una storia prestabilita il cui epilogo è inevitabilmente fatale?
Non importa quale narrativa si sviluppa nella storia, prima o poi, ci sarà una morte, una fine, una separazione, un addio. E nel momento in cui ci sarà la fine, quanto è durato il tempo precedente la fine conterà poco, perché in quel momento ci sarà solo la fine.
Certo, dopo la fine, inizierai un’altra storia, con rinnovato ottimismo, lasciando andare il passato, pieno di speranza e pensieri positivi, e se adesso sei ancora ottimista è perché non sei arrivato alla fine.
Può sembrare una riflessione pessimista, e infatti lo è. E il pessimismo è nobile quando serve a farti accettare la fine, per cui quando giungerà la fine, ancora una volta, non butterai via la storia che è finita per andare a cercarne un’altra nell’illusione che questa sia priva di fine.
Ti abbandonerai alla fine, permetterai a essa di trionfare. La fine sarà l’apice, il massimo orgasmo, e tu diventerai la fine stessa, la fine di tutte le storie possibili, e allora sarai eterno, invincibile.
Può sembrare una riflessione ottimista, e infatti lo è.
© Franco Santoro