Palcoscenico

012In termini astrosciamanici ogni problema che abbiamo nelle nostre relazioni con gli altri e con noi stessi è in definitiva irrisolvibile fin quando non comprendiamo chi siamo secondo una prospettiva multidimensionale.

Ogni dialogo, negoziazione, conflitto, unione, separazione, incontro, addio o qualsivoglia tipologia di relazione umana, così come la percepiamo nella realtà fisica, è fondamentalmente l’effetto di processi che accadono altrove.

Il nostro corpo fisico e la personalità che associamo a esso è un burattino, una maschera teatrale, a tutti gli effetti, laddove la realtà fisica è il palcoscenico e la scenografia dove procedono i drammi e le commedie di un palinsesto multidimensionale.

La nostra realtà psicofisica umana, incluso il suo contesto sociale e ambientale, è un elemento di intermediazione tra una realtà parallela di spettatori disposti ai piedi del palcoscenico e un’altra realtà di registi che operano dietro le quinte.

I personaggi che recitiamo, le relative maschere e i costumi che indossiamo sul palcoscenico della realtà psicofisica umana, sono destinati a cambiare in base al procedere dei cicli temporali di una programmazione pressoché eterna.

Nella cattività del tempo lineare abbiamo recitato tutte le parti, uomo, donna, padre, madre, figlio, figlia, marito, moglie, santo, peccatore e ogni variante possibile

Tutto ogni volta è diverso, sebbene il mutamento è solo l’alternanza tra un copione e un altro, entrambi incessantemente ripetuti e avvolti da uno spesso involucro di amnesia.

Niente effettivamente cambierà nella nostra vita fino a quando non siamo disposti a riconoscere cosa succede oltre la realtà con la quale tenacemente seguitiamo a identificarci.

Quello che ti accade ora, i tuoi problemi, le tue gioie, sono il risultato di qualcosa che è già successo sia nel passato sia nel futuro.

Puoi iniziare a capire chi sei solo quando sei disposto a gettare le maschere, a rimanere nudo sul palcoscenico, intendo dire nudo completamente, denudandoti pure del tuo corpo fisico, finché proprio non rimane nulla.

Allora scoprirai che cosa c’è, chi sono i tuoi doppi, nell’alto e nel basso, chi sta al di sopra, tirando i fili e illuminando le scene, e chi è sotto a godersi lo spettacolo.

Se scopri questo, anche per un solo istante, potrai continuare ancora a recitare altre infinite parti, fingendo in modo esemplare, ma da quel momento saprai intimamente chi sei.

Franco Santoro

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