La Pentecoste è una solennità assai importante nel calendario liturgico cristiano.
Nel cristianesimo ufficiale vi sono tre festività per eccellenza. Due (Natale e Pasqua) sono molto popolari e conosciute da tutti, cristiani e non-cristiani. La terza, la Pentecoste è meno nota tanto che spesso passa inosservata. Questo anche perché cade di domenica e a differenza delle altre feste non comporta giorni supplementari di vacanza (a eccezione di alcuni paesi, come la Germania), né associazioni culinarie, come il panettone e la colomba.
In effetti, la Pentecoste è associata al consumo di cibi, perché originariamente celebrava la fruizione ebraica del raccolto e delle primizie. Nel linguaggio simbolico cristiano si riferisce anche a Gesù come “primizia di coloro che sono morti” (Prima Lettera ai Corinzi 15:20) esemplificato da “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.” (Giovanni 6:35), che può suonare come lo slogan di un servizio di ristorazione non interessato al consumismo. Ne consegue che non c’è molta vendita di alimenti durante la Pentecoste. La Pentecoste è la chiave di accesso a un’alimentazione alternativa al ciclo bocca-ano, cibo-sterco.
Il motivo per cui questa festa non è molto nota risiede nel fatto che essa riguarda la figura più enigmatica e controversa della Trinità, ossia lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è indicativo del massimo tabù della realtà consensuale, quanto è maggiormente proibito e indicibile, tuttavia poiché è indispensabile non è possibile ometterlo anche nelle religioni convenzionali.
Lo Spirito Santo implica la conoscenza dell’aspetto femminile di Dio, e la distinzione tra l’uso dei genitali convenzionali per la produzione di corpi usa e getta e l’impiego di genitali alternativi per scopi di nascita multidimensionale intesi a dare vera vita. Si rapporta anche con l’uso della bocca alternativo all’entrata di cibo ordinario con successiva uscita di sterco dall’ano. Si relaziona con il rilascio della nostra funzione umana di trasformatori di cibo in sterco, e di seme in feti ed esseri umani. Questa affermazione costituisce il massimo scandalo possibile, per cui me ne dissocio formalmente.
Nel Vangelo di Tommaso, Gesù dice: “Mia madre mi ha dato un corpo, ma la mia vera Madre (lo Spirito Santo) mi ha dato la vita”.
La Pentecoste celebra la venuta dello Spirito Santo, predetta da Gesù prima della sua risurrezione. Nella tradizione cristiana il ciclo mitico dell’anno liturgico iniziato con l’Avvento e termina con la Pentecoste, per cui dalla Pentecoste fino al prossimo Avvento procede il Tempo Ordinario, in cui non accadono eventi “straordinari”. Dalla prospettiva dello Spirito Santo dalla Pentecoste fino all’Avvento hanno luogo invece gli eventi più significativi ed occulti.
Dopo la discesa dello Spirito Santo seguono 12 anni di attività soppresse dalla tradizione convenzionale, tra cui l’Apostolato di Maria Maddalena e il ciclo mitico del potere femminile rappresentato nella discesa, sofferenza e assunzione di Sophia.
La Pentecoste è l’inizio del ciclo del femminile sacro, che è stato epurato dalla consapevolezza spirituale e religiosa dell’umanità.
Nel giorno della Pentecoste i discepoli e la Vergine Maria “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.” (Atti degli Apostoli 2:1-4)
I discepoli sono pieni dello Spirito Santo e, come conseguenza, iniziano a parlare lingue che non conoscono e a esprimere una passione e centratura senza precedenti. Ed era, in effetti, questa capacità di entrare in uno stato non ordinario di coscienza, abbandonare il proprio corpo e la propria mente interamente a Dio, e riceverne la forza, il fuoco, che rappresentava il sine qua non per ottenere l’ammissione nella Chiesa originaria.
Prima di quest’evento i seguaci di Gesù erano sparpagliati e impauriti, ma dopo la discesa dello Spirito Santo furono pieni di entusiasmo, si riunirono e cominciarono a stabilire le loro pratiche e insegnamenti. Questo segnò la nascita della Chiesa, che rappresenta anch’essa, in questo caso ufficialmente, l’espressione del femminile.
Di quello che accadde dopo la discesa dello Spirito Santo è stato fatto man bassa. Qualche frammento è rimasto nelle tradizioni gnostiche, ma il resto della matassa è dentro di noi, negli archivi della mente, in ciò che genera terrore alla mente ordinaria.
Lo Spirito Santo è la Cenerentola della Santa Trinità. I testi biblici sono strapieni di riferimenti al Padre e al Figlio, i protagonisti centrali, e ad altre figure di primo piano, mentre allo Spirito Santo sono dedicate solo poche righe. Lo Spirito Santo è in rapporto con qualcosa che esiste oltre il lnguaggio delle vicende bibliche, di ciò di cui è possibile parlare, è un paradosso totale.
Lo Spirito Santo è il respiro di Dio in noi.
Mentre il Logos (la Parola) rappresenta la polarità maschile, il respiro è femminile. Il respiro non è quello di ossigeno, che alimenta il corpo fisico. Si tratta di un respiro assai più vitale che alimenta il corpo multidimensionale, quello che ci è stato insegnato a non vedere né sentire.
Il riconoscimento dell’aspetto femminile di Dio non ha niente a che vedere col femminismo, le pari opportunità e altre storie politiche di questo mondo. Non è in rapporto con questo mondo inevitabilmente fondato sulla separazione e l’abuso dei genitali. Esso è in relazione con l’uso di questo mondo come rappresentazione simbolica di altri mondi, che coesistono in parallelo, che rappresentano il mistero indicibile.