Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? (Mt 16:26).
Invero da una prospettiva multidimensionale non è proprio possibile perdere la propria anima, ma nella percezione umana è certamente comune dimenticarla e disconoscerla. Ciò accade ogni volta che ci identifichiamo con l’ego, il sé separato e illusorio.
Recuperare l’anima significa ripristinarne la consapevolezza. Questo però serve a poco se poi la perdi nuovamente. Oltre che imparare a recuperare la consapevolezza dell’anima si tratta di apprendere a non smarrirla. Come la perdi?
Un’occasione frequente di perdita ha luogo ogni volta che dai giudizi e definizioni fisse su di te e sugli altri Quando questo succede ripetutamente, a un certo punto, la tua anima se ne va, e quel che ti rimane sono solo i giudizi e le definizioni.
L’anima è libera, innocente, priva di sentenze e idee fisse. Se siamo pieni di giudizi e definizioni, rimane davvero poco spazio per l’anima.
Vuoi recuperare l’anima ed evitare di perderla in continuazione? Cessa in primo luogo di giudicarti, e smettila di giudicare anche gli altri.
Prova a guardare e ascoltare senza giudicare, evitando di usare frasi del tipo “io sono così…”, “lui è in quel modo…”, “lei in quell’altro…”, “tu fai sempre…”
Impara ad ascoltare, guardare e sentire te e gli altri come un mistero, oltre le parole e le impressioni, le idee e le credenze.
Se puoi fare questo, anche per pochi secondi, rallegrati perché ti è ancora rimasta la consapevolezza dell’anima. Allora continua, fallo per più tempo, finché non lo fai sempre. Se non sei in grado di farlo forse è perché ti giudichi incapace di farlo, per cui si tratta solo di lasciare andare questo giudizio e allora l’avrai già fatto.
In: Franco Santoro, Restaurare il cuore frammentato: relazioni multidimensionali e recupero dell’anima, Institutum Provisorium, 2020, pp. 14-15.