Secondo una prospettiva olistica, una delle più grandi perversioni nelle relazioni umane è l’idea di possedere qualcuno.
Certo, l’idea di possedere qualcuno è raccapricciante per qualsiasi persona così detta evoluta!
Ma quando dici che una data persona è “tuo” figlio, il “tuo” fidanzato, “tua” moglie, ecc. e vai su tutte le furie se cessa di diventare “tuo” o diventa di qualcun altro, non stai forse applicando l’idea di possedere qualcuno?
Occorre qui tuttavia distinguere tra l’emozione e l’idea di possedere qualcuno.
L’emozione di possedere qualcuno non è perversa. Può essere un’espressione naturale che genera passione nei riguardi di una persona, che ci fa sentire uniti e fusi con essa. Questa emozione può essere un portale verso l’esperienza dell’unità con il Tutto.
L’emozione di possedere qualcuno degenera in perversione olistica quando è sostenuta dall’idea che quella data persona è davvero nostra, per diritto e secondo un criterio di giustizia a cui aderiamo con il nostro pensiero, per cui non può essere di qualcun altro né decidere liberamente di chi essere o non essere.
Da una prospettiva olistica facciamo parte del tutto per cui possediamo tutto solo se permettiamo al tutto di possedere tutto.
L’emozione di possedere qualcuno è qui legittima solo se è accompagnata dall’idea che tutti possono possedere tutto, che è la stessa cosa che nessuno può possedere niente.
Quando invece l’emozione di possedere qualcuno è accompagnata dall’idea che siamo noi a possedere quel qualcuno e non qualcun altro, ecco che diventa perversione, secondo una prospettiva olistica, s’intende.
Secondo una prospettiva separata e ordinaria è proprio vero il contrario. L’intera realtà ordinaria si fonda sul possesso personalizzato, per cui quello che è mio non può essere tuo e vice versa. Quindi secondo questa prospettiva l’idea che tutti possono possedere tutto, che “tuo” figlio, il “tuo” fidanzato, “tua” moglie, è pure “mia”, “sua”, “loro” è una perversione.
Qui non mi sto schierando da nessuna parte, sto solo evidenziando la differenza, provando sotto sotto simpatia strategica per entrambe le parti.