“Non puoi guarire gli altri se non guarisci te stesso” l’avete mai sentiro dire?
Quest’affermazione può apparire linearmente logica e impeccabile.
Per questo motivo è talvolta usata da “guaritori furbi” che abusano dell’innocenza e ingenuità di chi li ascolta per eliminare ogni concorrenza.
Ma chi può onestamente e in buona fede dire di essere guarito in questo mondo?
Nessuno credo, a parte forse pochi rarissimi individui, escludendo i bugiardi. Di conseguenza, in base a questa melensa affermazione, sinceri e onesti guaritori potenziali si astengono dal guarire gli altri poiché non si ritengono guariti, lasciando spazio a impostori e mentitori che pretendono di esserlo.
La guarigione è un processo collettivo. Noi guariamo guarendo gli altri. È proprio l’atto di guarire gli altri che ci libera dalla malattia. Non importa quanti problemi abbiamo nella vita, siamo sempre in condizione di offrire il nostro supporto agli altri, ed è facendo ciò che scopriamo i nostri talenti, comprendiamo che possiamo essere utili al mondo così per quello che siamo, nonostante la nostra malattia.
Possiamo guarire gli altri anche se non guariamo noi stessi, perché chi guarisce non siamo noi, bensì la parte guarita in noi, l’Amore, Dio, il Tutto, o qualunque altro termine che rappresenta Chi guarisce!
Guariamo meglio gli altri invece di noi stessi perché l’energia della guarigione si fonde sullo scambio, sulla condivisione, riconosce se stessa attraverso gli altri, soprattutto comprende pienamente che gli altri siamo noi, che non esiste un me stesso guarito rispetto a qualcuno che è al di fuori di me che non è guarito.
Fino a quando percepiamo la malattia in noi o solo negli altri questo è un segnale che non siamo guariti.
Si tratta di guarire e basta…
Sottolineo a questo proposito per motivi legali che qui mi riferisco alla guarigione di tipo spirituale. Per guarigioni di altro tipo, rispetto condizioni fisiche o psicologiche, si tratta di rivolgersi ai professionisti autorizzati del settore. Da notare anche qui che un medico per curare un cliente non è tenuto a essere guarito dalla malattia che cura. Talvolta può pure morire di quella data malattia, ma ciò non gli impedisce di consentire ad altri di stare bene e vivere.
In quanto esseri umani siamo inevitabilmente soggetti alla malattia e alla morte. La malattia non è un marchio di infamia, un indice di inferiorità e debolezza. Solo la sua piena accettazione ci consente di guarire gli altri e noi stessi. La malattia più grave da cui guarire è proprio l’idea perversa che abbiamo di cosa significa essere guariti. L’unica certezza nella vita è che ci ammaleremo e moriremo. Si tratta di comprendere che questo processo non è un fallimento, bensì una condizione naturale. Fino a quando non l’accetteremo e comprenderemo, non importa quanto aspiriamo a, o ci illudiamo, di essere sani, saremo profondamente malati.
© Franco Santoro
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