Rete di giudizi

Il processo di separazione e il relativo dolore inizia subito ogni volta che incontriamo una persona qualunque, passeggiando per strada, visualizzando un profilo su un social network e pure nel pensiero.

Bastano pochi istanti per innescare una rete di giudizi e paragoni.

Rapportiamo gli altri con l’idea separata che abbiamo di noi stessi: lui è più giovane, lei è più anziana, lui è più basso, lei ha meno figli, lei ha i seni più grandi, ecc.

Di questi confronti la nostra identità separata si alimenta per mantenere in vita la sua natura illusoria.

Gli altri, come il vuoto che ci attornia, permettono di definire il perimetro dell’ego, lo spazio di isolamento dove ci siamo rinchiusi.

Da ciò deriva un dolore immane, che seguiterà fino a quando avremo l’esperienza diretta che l’ego non esiste e che gli altri e il vuoto siamo noi.

Franco Santoro

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