Questo scritto fornisce le descrizioni di una serie di rimedi astrosciamanici, impiegati per favorire l’esperienza o il riequilibro energetico del Settore 1 (in relazione con il segno zodiacale dell’Ariete). Nell’astrosciamanesimo l’individuazione dei rimedi astrosciamanici è un’operazione che richiede un attento esame delle dinamiche e dei potenziali del soggetto in questione, e della sua mappa astrosciamanica verificata esperienzialmente secondo il metodo Pahai Interdimensional®. In genere si usano tre pratiche per almeno una volta, poi tra esse ne è scelta una da ripetere con regolarità per 21 o 28 giorni. Questi rimedi derivano da numerose esperienze e tradizioni e sono inquadrabili secondo due categorie principali: stimolanti (per compensare i deficit di Settore) e riequilibranti (per bilanciare gli eccessi). In quest’ambito non si tratta di operare per reprimere condizioni di dolore o manifestazioni di malattia, ma di considerare la natura multidimensionale di ogni accadimento e individuarne il suo intento effettivo. I rimedi astrosciamani non sostituiscono in alcun modo i suggerimenti, le diagnosi e i trattamenti della medicina ufficiale o della psicoterapia. Invitiamo fortemente tutti coloro che ricercano assistenza medica o psicologica a consultare i professionisti del settore.
Medicine sciamaniche e multidimensionali
Le medicine sciamaniche, o multidimensionali, sono presenti in realtà alternative e invisibili, sebbene possano in un secondo tempo trovare manifestazione nella realtà ordinaria. Esse appaiono nel corso di visioni, sogni, viaggi e altre pratiche sciamaniche e svolgono varie funzioni. Il lavoro iniziatico astrosciamanico essenziale consiste nel visitare i 12 Settori e ottenere una medicina da ciascun Spirito Totem. Le medicine possono essere abbinata a strumenti sciamanici, oggetti materiali attivati a questo scopo o parti del corpo fisico (strumenti impiantati). Per maggiori dettagli clicca qui.
Posture e Movenze astrosciamaniche
Le Posture e Movenze astrosciamaniche del Settore 1 comportano l’assorbimento ed il rilascio di copiosa di energia utile per affrontare sforzi fisici e situazioni in cui occorre affermare il proprio potere, oppure per superare momenti di debolezza, depressione e stanchezza.
Staccato: Una movenza tipica è in rapporto con l’articolazione musicale dello staccato, in cui due o più note sono suonate separatamente, in modo da differenziarle. Questa articolazione si applica alle movenze, per cui il movimento consiste in una serie veloce di posture, identificate per qualche istante e poi seguite da un movimento che porta alla successiva postura. I movimenti sono in genere acuti, angolari, rapidi, ben definiti, con una fine ed un inizio netti, percussivi, accompagnati da espirazioni rapide, talvolta esplosive e rumorose.
Emergenza: Tutti le posture e movimenti che possono evocare situazioni di emergenza, attacco, guerra, lotta, aggressività, caccia alla preda, sono ideali per le movenze e le danze del Settore 1.
Una situazione tipica è immaginare è di farti largo tra la folla con l’intento di prendere a tutti i costi un autobus che sta per partire. Per entrare nell’energia del Settore 1 è necessario sentire che il raggiungimento dell’autobus è una questione in cui è in gioco la tua stessa vita. Si tratta di attivare i meccanismi di sopravvivenza e di emergenza, permettendo loro di avere priorità assoluta nel perseguimento di tale obiettivo. Non importa quindi se ci sono altre persone che vogliono prendere quell’autobus, ciò che conta è che tu riesca a prenderlo anche a costo di usare le maniere forti. Poni l’attenzione sul terzo chakra o sul secondo (hara), muoviti centrato su quel punto e raccogli energia dalle gambe e dallo stomaco.
Postura totemica: è abbinata all’icona dello Spirito Totem Kahe Pahe Sadoh.
Tensegrità: Rappresentativi del Settore 1 (e pure 10) sono i movimenti di Tensegrità, un sistema di movimenti, sviluppati dai quattro discepoli di don Juan (Florinda Donner-Grau, Taisha Abelar, Carol Tiggs e Carlos Castaneda), seguendo i precisi modelli degli antichi sciamani messicani. Questi sciamani scoprirono, attraverso il lavoro sul sogno, una serie di passi che consentono di raccogliere energia, di promuovere il benessere psicofisico e di ridistribuire l’energia dispersa. Durante i loro viaggi nelle realtà non ordinarie essi riuscivano ad entrare in stati di elevata consapevolezza, in cui potevano provare sensazioni estatiche e un indescrivibile senso di benessere interiore. Alcuni di questi uomini e donne di conoscenza desiderarono riportare nella realtà ordinaria questo tipo di esperienza. Dopo un lungo e faticoso lavoro, essi riuscirono a scoprire una serie di movimenti fisici in grado di riprodurre sulla Terra quegli stati di benessere e forza interiore. Questi movimenti, chiamati passi magici, vennero impiegati come pratiche sciamaniche. Essi furono trasformati in un sistema estremamente segreto trasmesso rigorosamente di generazione in generazione. Don Juan ed un altro sciamano Yaqui (Lujan) hanno insegnato a ciascuno dei quattro discepoli una serie di passi in seguito raccolti da parte delle chacmool.
Posture estatiche di trance sciamanica: Dalla figura di un uomo seduto in una posizione estremamente scomoda è tratta la Postura di Emergenza. Questa posizione è forse associata ai miti di emergenza degli indiani Navajo e Pueblo. Una tribù di questi ultimi (i Tewa) abitava un tempo in una località del mondo sotterraneo posta sotto un lago. Essi erano immortali e vivevano insieme agli animali e agli esseri soprannaturali. In sintesi, ad uno di essi fu chiesto più volte di trovare una via d’uscita dal lago. Alla fine questi accettò ed esplorò le quattro direzioni orizzontali e vi trovò solo nebbia. Poi provò ad andare verso l’alto e qui scoprì una terra disabitata. La tribù emerse allora dal lago ed iniziò a popolare quel luogo che era poi la superficie della Terra. La postura di Emergenza è connessa con gli sforzi, le lotte e le sofferenze delle prime antichissime migrazioni sulla Terra. Nel corso di quelle operazioni molti perirono, mentre altri, dopo aver superato condizioni terrificanti, riuscirono a passare. E’ una posizione che ci rapporta con il duro spirito pionieristico di quei tempi e, di conseguenza, la sua pratica è una delle più difficili e scomode. Ci si abbassa con il corpo fino a sedere in posizione accovacciata con le ginocchia piegate e il dorso in avanti. I talloni sono tenuti il più possibile sul pavimento, mentre la mano sinistra è sotto il ginocchio sinistro e quella destra sul ginocchio destro. La faccia è rivolta in avanti con gli occhi chiusi.
CANTI ASTROSCIAMANICI
Sistema dei Canti e delle Scale Planetarie: Il Canto e la Scala di Marte
Quando ti trovi in situazioni di rabbia e aggressività o hai difficoltà a rapportarti con la tua energia, non riesci ad esprimerla apertamente, ti senti impotente, debole, represso, o impulsivo, teso, prepotente, incapace a gestire avversioni e rancori verso chi ti circonda, e il diavolo sa che altro ancora, puoi impiegare la Scala di Marte e il Canto relativo:
NAIZY DAY HO HI MAH, NAIZY DAY HO HI MAH, NAIZY DAY HO HI MAH,NAIZY DAY HO HI MAH, KAH KAH.
La semplice pronuncia del Canto è di per sé sufficiente a richiamare energia quando ti senti stanco o è necessario compiere sforzi particolari, come per esempio sollevare dei pesi o salire una lunga scala. Per praticare la Scala di Marte, all’inizio si fanno alcuni profondi respiri oppure si impiega una qualsiasi tecnica che consente di entrare in uno stato di consapevolezza rilassata. Può essere utile disegnare il simbolo grafico di Marte e porlo dinanzi a sé oppure, se disponi di un Sacro Cerchio, sistemarti presso il Settore 1 o nel punto in cui si trova Marte nel tema natale. In questa Scala si impiega il colore rosso e si lavora con il corpo energetico in generale, senza fare riferimento ad un chakra particolare. Ogni oggetto o strumento relazionato con il Settore 1 può essere impiegato per intensificare l’energia del processo.
Prima di procedere, apri il Sacro Cerchio, stabilisci l’Intento, e intona il Canto di Marte.
Stadio 1) stato di spegnimento e blocco totale dell’energia. Immagina l’aura oscura, pesante, incapace di ricevere e dare energia. Il Settore 1 viene represso internamente e qui macera nell’impossibilità di dare espressione ai propri desideri. Intravedi situazioni in cui l’istinto di agire ed andare verso ciò che vuoi viene mortificato da blocchi e paure insormontabili. Il soffocamento del Settore 1 è totale e, nell’apparente stato di rassegnazione esteriore, la sua energia inizia disperatamente a provocare distruzione, lacerando con rabbia le varie componenti veicolari. L’intensificazione massima di questa esperienza di blocco costituisce il contenuto del primo sacrificio a Marte. Tutto ciò che è stato esperito, senza alcuna eccezione, viene raccolto e concentrato in una sfera per essere poi portato verso l’alto e ivi donato. Dopo poco, intona il Canto di Marte. L’articolazione del canto, in questo come nei successivi stadi, segnala il consenso alla liberazione od offerta di quanto vissuto precedentemente ed avvia il processo di trasformazione ed innalzamento della relativa energia. Una volta completato il canto, che può essere ripetuto anche più volte, preparati per il prossimo stadio.
Stadio 2) stato di espressione incontrollata e violenta dell’energia. Comincia ad evocare una situazione in cui eri pieno di rabbia. Inizia a percepire il costante accumulo dell’energia del Settore 1, trattenendola sempre di più, come un pneumatico gonfiato in eccesso e destinato ormai a scoppiare. Quando la furia arriva al limite massimo ed il corpo è rovente, lasciati totalmente esplodere. Permetti alla rabbia di travolgerti: scalciando, urlando, muovendo i pugni, impazzendo, liberando qualunque cosa vuole uscire. Se hai difficoltà, puoi provare a recitare. L’importante è essere totali, ed investire il massimo dell’energia in questo processo. Rabbie e rancori indicibili fuoriescono come un vomito insanguinato e bollente, liberando blocchi e repressioni millenarie. Una volta arrivato al culmine, fermati e comincia a muoverti lentamente nell’atto di raccogliere e spingere verso l’alto l’energia che è stata liberata. Tutto ciò che è stato espresso viene recuperato integralmente ed offerto come secondo sacrificio a Marte. Intona il canto procedendo come sopra. Poi visualizza la tua aura soffusa di luce rossa, mentre una sfera di fuoco inizia ad avvolgerla, ruotando e bruciando ogni residuo lasciato dalla fase precedente.
Stadio 3) stato di espressione focalizzata e violenta dell’energia. Immagina una situazione di accesa competizione: sport, arte marziale, duello, battaglia, lotta per la sopravvivenza. Sei totalmente presente, e devi affrontare un confronto all’ultimo sangue, in cui vi sarà un vinto e un vincitore. Senti la voglia di vincere a tutti i costi, di spazzare via l’avversario, di farlo soccombere senza alcuna pietà. Puoi visualizzare anche le proiezioni di persone reali del tuo passato e presente con cui continui ad avere in sospeso rabbia e rancori. In questa fase hai la possibilità di affrontarli energeticamente e di metterli a tacere una volta per tutte, in una lotta ultima e definitiva. Nell’ambito delle Scale Planetarie, il processo avviene nel mondo interiore e le persone che vedi o immagini sono intese solo come proiezioni. Ciò che fai non può avere alcuna ripercussione sulla realtà delle persone in questione. Le scale sono finalizzate a trasformare la percezione di quella che consideriamo essere la realtà. Se impieghi questi strumenti con rispetto e totalità, vi potranno essere cambiamenti radicali nella vita. Per quanto clamorosi possano essere gli effetti, essi saranno unicamente frutto del mutamento della tua percezione e della relativa ripercussione all’esterno. Se ti assale il timore di provocare, nel corso dell’espressione di questo stadio, danni effettivi alle persone con cui ti confronti, puoi ripetere più volte la parola tumah battendo ritmicamente le mani. Con questo atto stabilisci universalmente che stai operando al tuo interno, escludi radicalmente qualsiasi intenzione di provocare alterazioni su altri esseri e, come ulteriore precauzione, crei amorevolmente uno spesso strato di protezione sulle persone in questione. Porta al massimo l’energia competitiva e bellicosa di Marte, poi fermati e nuovamente raccoglila per proiettarla verso l’alto come terzo sacrificio. Durante la lotta, se uccidi definitivamente l’avversario, prendi tempo per osservare il suo corpo privo di vita, toccalo e lasciati sporcare dal suo sangue, poi offrilo come offerta a Marte. Intona quindi il canto. Visualizza la sfera di fuoco che ruota liberamente nell’aura, luminosa e senza ostruzioni.
Stadio 4) stato di espressione individuale e celebrativa dell’energia. Inizia a muoverti, correre, danzare, sentendo un piacere enorme, come su una spiaggia meravigliosa. Sei solo con te stesso e l’espressione intensa del tuo fisico ti apporta benessere, eccitazione, gioia, euforia. Arrivato al culmine di questa energia, la spingi ancora al livello superiore e adempi al quarto sacrificio. Canto di Marte.
Stadio 5) stato di espressione focalizzata e creativa di energia (identificazione con l’ego). Adesso disponi di energia pura e libera per iniziare qualcosa, per fare ciò che hai sempre voluto fare. Sei pervaso dalla gioia di realizzare sogni e desideri, di partire finalmente e metterti al lavoro. Tutta quell’energia che era prima bloccata dalla rabbia e dal rancore, è ora a tua disposizione. L’energia pura di Marte si presenta come un guerriero forte e coraggioso, e dichiara di essere al tuo completo servizio. Usala per intraprendere nella vita quelle azioni che ti consentono di realizzare ciò che vuoi. Non importa se si tratta di desideri che potrebbero sembrare egoistici, cerca anzi di dare piena soddisfazione a ciò che consideri essere il tuo ego, dagli la possibilità di avere tutto il potere che ha sempre cercato. Immagina ed esprimi tutto questo donando intensità e significato ad ogni movimento. Proclama ad alta voce i tuoi desideri ed osserva come si realizzano. Quando arrivi al culmine, raccogli l’energia per spingerla ancora verso l’alto quale quinto sacrificio. Canto di Marte.
Stadio 6) stato di espressione focalizzata e creativa di energia (identificazione con il Tutto). Ora il tuo senso di identificazione si amplia e si estende a tutto il pianeta. Senti l’energia che si irradia all’esterno verso il mondo e l’universo: le necessità e i desideri più autentici del pianeta sono le tue. Usa l’energia di cui disponi per costruire qualcosa di utile per la Terra, per prendere iniziative a favore del benessere collettivo. Ti colleghi con il Centro del tuo essere, e lasci confluire in esso tutto ciò che è dentro e fuori di te, senti che non esiste separazione, quanto incredibili e illimitati siamo tutti. Anche questo stadio viene usato come sacrificio, poiché ciò che credi di essere in connessione con scopi alti può sempre rappresentare un processo di mistificazione dell’ego. Con questa ultima offerta ti liberi di tutto ciò che sei in grado di produrre, sia nel bene che nel male, e ti rendi finalmente disponibile alla volontà dello Spirito. Canto di Marte.
Stadio 7) stato di ricezione della benedizione. Ora sei totalmente ripulito e vuoto. La vera forza di Marte può arrivarti nella sua espressione più cristallina, riversandosi su di te, senza alcun sforzo da parte tua. Solo la disponibilità a ricevere. Dopo qualche minuto di silenzio, ritorna lentamente allo stato vigile di coscienza. Riprendi contatto con l’ambiente, e porta l’energia che hai riequilibrato nella realtà quotidiana.
I canti degli Spiriti Totem e delle Guide: Paheka Sadohe Korah (Canti degli Spiriti Totem e Guide) sono canti concepiti per attivare il campo energetico di ciascun Settore e permettere una connessione con il relativo Spirito Totem e Guida Ausiliaria. La loro struttura implica la ripetizione del nome dello Spirito Totem seguito dal termine Sadoh (che può essere tradotte come Spirito Guida). Il canto del Settore 1 è quindi Kahe Pahe Sadoh. Usa questa pratica solo se intendi stabilire o stimolare una relazione con lo Spirito Totem del Settore 1. Se decidi di usare questo canto, puoi sia intonarlo per accompagnare un viaggio sciamanico nel Settore 1 o come una pratica autonoma da svolgere preferibilmente una o due volte al giorno per almeno cinque minuti durante un periodo di 28 o 21 giorni.
Autoaffermazione: Il Settore 1 è spesso un terribile banco di prova per l’ego e per la sua riluttanza ad affrontare situazioni che possono creare disagio. Alcuni atteggiamenti di apparente innocuità e passività sono talvolta ricettacoli di rancori e rabbie indicibili. Un utile esercizio consiste nel permettere di affermare te stesso ogni volta che noti qualche comportamento scorretto (per esempio, quando qualcuno fuma in un locale per non fumatori, quando vieni offeso o se qualcuno ti passa davanti nella coda ad uno sportello, ecc.). Ad un altro livello e una tantum, puoi deliberatamente assumere modi e maniere egoistici per creare imbarazzo al tuo ego ordinario. Per esempio, prendere un caffé e pagare con una banconota da 100 Euro senza fare una piega e pretendendo subito il resto, fischiare o cantare mentre viaggi in autobus, rimanere fermo ad un semaforo, con una lunga coda di auto, dopo che è scattato il verde, passare davanti a tutti in una fila allo sportello, fingere di aver dimenticato il portafoglio al momento in cui ricevi il conto dopo che hai pranzato al ristorante. Fai qualcosa del genere almeno ogni giorno o tre volte la settimana e mandami una descrizione delle tue esperienze.
Rabbia Ieratica: Ogni pratica che consente l’espressione della rabbia o aggressività senza causare danni a sé stessi o agli altri ed in contesti di protezione o di rituale è particolarmente indicata per il riequilibro del Settore 1 “Quando ti senti pieno di rabbia, non è necessario prendertela con qualcuno: sii semplicemente arrabbiato! Lascia che sia una meditazione. Chiudi la porta della tua stanza, siedi da solo e lascia uscire tutta la rabbia che hai in te. Se provi il desiderio di picchiare, picchia un cuscino. Fai qualsiasi cosa ti senti: il cuscino non protesterà mai. E’ un aiuto, un aiuto straordinario. Non si può neppure immaginare quanto sia utile un cuscino. Picchialo, mordilo, sbattilo! Ti sentirai ridicolo, stupido, ma la rabbia è ridicola; non ci puoi far nulla. Per cui lascia che esploda e godila come un fenomeno di energia. E’ realmente un fenomeno di energia. Se non fai del male a nessuno, non c’è nulla di riprovevole. Praticando questa meditazione, vedrai che pian piano scomparirà l’idea di far male a qualcuno. Fanne una pratica quotidiana: bastano 20 minuti ogni mattina. E poi osservati per tutto il giorno. Sarai più calmo, perché avrai espulso l’energia che si trasforma in collera; l’energia che si tramuta in veleno sarà stata espulsa dal tuo sistema. Ripeti questa meditazione per due settimane come minimo, e dopo la prima settimana sarai sorpreso di scoprire che in qualsiasi situazione ti trovi, la rabbia non c’è più” (Osho, Il libro arancione: tecniche di meditazione, Ed. Mediterranee, p. 35).
Ansimare come un cane: Un altro esercizio per sbloccare la rabbia repressa consiste nell’ansimare come un cane. Si tratta di tirar fuori la lingua, lasciarla penzolare e poi camminare a carponi e ansimando. Fallo per 15 minuti ogni giorno o un giorno sì e uno no. Usa l’intimità della tua stanza per questo esercizio o un luogo in cui nessuno può sentirti o interromperti. Puoi anche usare uno specchio per abbaiarti o ringhiarti contro. Sii totale in questa tecnica e permetti al tuo corpo di essere coinvolto. (Osho, Il libro arancione: tecniche di meditazione, Ed. Mediterranee, pp. 34-35)
Jogging: Quando corri con totalità, il flusso dei pensieri convenzionali cessa di ostruire la consapevolezza, i blocchi dei rancori vengono rilasciati e l’energia può così circolare liberamente. Una tecnica consiste nel correre sul posto per almeno quindici minuti, preferibilmente nudi, alzando al massimo le ginocchia, tenendo le braccia alzate (o muovendole su e giù) e intonando canzoni e gridi selvaggi. Questa fu in vero per diverso tempo la mia pratica preferita. Per l’occasione puoi impiegare sottofondi di accompagnamento atti ad intensificare la corsa (tambureggiamenti, ritmi dinamici, ecc.). Un’altra possibilità consiste nel correre ad alta velocità in un ambiente naturale, andando avanti fino allo sfinimento per poi lasciarsi cadere esausti sul terreno. Ebbene, questo è Marte! Se non fa al caso tuo, usa una tecnica più tranquilla (ma, per favore, non troppo tranquilla).
Tecniche di meditazione di Osho: la Dinamica e la Mandala, sono particolarmente adatte per attivare il Settore 1. La maggior parte delle meditazioni del noto maestro indiano iniziano con una forte espressione di energia liberatoria – attraverso grida, canti, salti, movimenti frenetici e caotici – e terminano con la celebrazione, la quiete ed il silenzio. Osho insiste molto sulla necessità della catarsi.
“Se non attraversi una profonda catarsi, dovrai affrontare molte nuvole. Sarà faticoso, e tu sei così impaziente che potresti ritornartene nel mondo”. All’inizio, quando si esplora il mondo interiore, dopo le prime immagini di incanto ed estasi che di fatto fungono da richiamo, è raro vedere cose piacevoli od avere sensazioni di beatitudine. “Incontri inferni e sofferenze, repressi lì dentro e in agguato. Rabbia accumulatasi in molte esistenze. Vi è una confusione indescrivibile…. Per questo quando si inizia a guardare dentro di sé si resta molto perplessi…. I Buddha parlano di questo paradiso, parlano di questo regno di Dio che è in te, e quando tu entri in te stesso, non incontri altro che inferno! Non vedi affatto la terra del Buddha, ma solo campi di concentramento hitleriani. Ovviamente pensi subito che sia tutto una stupidaggine, è meglio restarne fuori: perché continuare a mettere il dito sulle piaghe? Fa anche male! E dalle piaghe inizia ad uscire pus e fetore… Ma la catarsi aiuta. Se ti abbandoni alla catarsi, se passi attraverso le meditazioni caotiche, ti ripulisci da tutte queste nuvole, elimini tutte queste oscurità, alla fine l’attenzione diventa più facile. Per questo insisto perché all’inizio si facciano le meditazioni caotiche e solo in seguito le meditazioni silenziose: all’inizio le meditazioni attive e poi quelle passive. Ti puoi inoltrare nella passività solo dopo aver espulso dal tuo essere tutto il marcio accumulato”.[13]
Camminata medicina: un’escursione intrapresa nella realtà ordinaria, usando la stessa attitudine impiegata durante i viaggi sciamanici. Per questa esperienza è preferibile usare un giorno intero ed essere soli. Se possibile, puoi iniziare la camminata intorno all’alba. Scegli un luogo in mezzo ad un’area naturale. Prendi una bottiglia di acqua con te, il tuo diario, e ciò che ritieni necessario. Durante la camminata è ideale evitare di mangiare e limitarsi solo a bere o cibarsi di ciò che si trova spontaneamente lungo il percorso. Renditi conto che lo scopo della camminata è di radicare il tuo Intento nell’ambiente naturale e raggiungere uno stato di equilibrio tra realtà ordinaria e non-ordinaria. Inizia e termina la camminata con una cerimonia. Focalizzati sul tuo Intento, poi inizia a camminare. Mentre ti muovi, rimani all’erta. Sii sensibile a dove ti attira l’energia e muoviti in quella direzione. Sii cosciente degli esseri (parenti, amici, insegnanti, partner, ecc.) che ti vengono in mente mentre cammini. Ricorda che pensare riguardo altre persone è sciamanicamente tanto efficace quanto incontrarle fisicamente. Esercita il perdono ed esprimi I tuoi veri sentimenti verso chiunque incontri. Durante la camminata puoi trovare un oggetto che puoi raccogliere e conservare quale significatore della tua camminata. Assicurati di dare qualcosa in cambio (semi, capelli, saliva, ecc.). Concludi la camminata con una breve cerimonia e trascrivi la tua esperienza nel tuo diario.
Prima persona: Uno dei maggiori potenziali del Settore 1 riguarda la capacità di liberare i condizionamenti sociali derivati dall’identità pluralizzata o impersonale. Tale identità si manifesta sovente in modelli di linguaggio fondati sull’uso del tu, si o ogni altro tipo di generalizzazione. Per un minimo di 21 giorni, parla in prima persona. Prova a sostituire il pronome il tu, il noi o il si con l’io. Se stai parlando di te, per esempio, invece di dire “quando sei stanco, prendi un caffè” o “quando ci si sente stanchi, si prende un caffè”, dici “quando sono stanco, prendo un caffè”. Evita anche le generalizzazioni e riferisci tutte ciò che tendi a generalizzare alla tua percezione. Invece di dire: “Giovanni è una persona molto felice” usa “Percepisco Giovanni come una persona molto felice”. Nota come ti senti allorché usi la prima persona in tutte queste circostanze e sii consapevole anche di come gli altri ti percepiscono. Trascrivi le tue osservazioni.
Ricapitolazione: Per 21 giorni pratica questo esercizio quotidianamente prima di andare a letto. Rivedi la tua giornata e domandati quanto segue: a) è stato chiaro il mio Intento oggi? b) qual era il mio Intento? c) ho parlato con una buona voce (significa qui: dire la verità ed essere autentico senza accusare o lamentarsi)? d) ho lasciato andare i miei rancori offrendoli al mio Intento? e) le mie azioni sono state messe al servizio della settima generazione?[14] Limitati semplicemente a porti le domande e a rispondere, prendendo atto di cosa hai fatto durante il giorno e senza giudicarti. L’esercizio non serve a deprimerti o colpevolizzarti. Il suo scopo è quello di portare consapevolezza riguardo le tue azioni.
Posizionamento nel Cerchio: Questo è un adattamento della pratica descritta nella Guida di Lavoro (7. Esplorazione della carta), che puoi scegliere di usare come tecnica regolare o applicazione del Rituale di Base del Sacro Cono. Allorché hai identificato le necessarie informazioni sulla tua carta natale, si tratta di muoversi, fisicamente nel Sacro Cerchio o sciamanicamente nello Spirito Cerchio, in tre diverse posizioni: 1) il segno dell’Ariete; 2) il segno in cui si trova la cuspide della prima casa o Ascendente; 3) il segno ove si trova Marte. La tecnica richiede idealmente un minimo di 12 pratiche. A conclusione di ciascuna esplorazione è necessario prendere nota di sensazioni e impressioni.
Battute di tambureggiamento astrosciamanico: colpi base di percussione su tamburi a cornice usati per richiamare l’energia di ciascun Settore. Essi si fondano su una semplice struttura relativa agli elementi e alle qualità dei segni zodiacali. Le percussioni ideali per questo tipo di pratica sono i tamburi a cornice, ovvero i tamburi il cui diametro è di gran lunga superiore alla profondità (tamburello, bodhran, bendir, tammorra, riq, kanjira, ecc.) o altri strumenti da suonare a mani nude. La percussione relativa all’Ariete è una battuta prodotta da un colpo chiamato tak. L’indice o l’anulare colpisce il tamburo vicino al bordo e rimane fermo in quel punto per un attimo senza rimbalzare. Il ritmo di base è essenzialmente in 1/1. Può anche essere suonato in combinazione con i ritmi di altri Settori. In questo caso la serie di singole battute è seguita dal colpo e dal numero specifico relativo al Settore in combinazione. Per esempio, la combinazione Settore 1 e Settore 6 consiste di un colpo tak (Settore 1) seguito da tre colpi kah (Settore 6). Se scegli di usare questo strumento di guarigione, è preferibile praticarlo quotidianamente per almeno sette minuti. Il tambureggiamento può essere pure accompagnato dal canto.
Yoga: Le posture relative all’Ariete sono quelle dei guerrieri e richiedono molta energia, come Virabhadrasana e le sue varianti. Per dettagli sulla pratica, consultare un manuale di yoga.
Embrione primaverile: Senti dentro di te il piccolo nocciolo di un embrione primaverile, racchiudi in esso tutta la tua voglia di essere, vivere, agire nel mondo, realizzare, scoprire, tutto in questo seme concentrato, ogni tuo desiderio, motivazione per vivere nel mondo, tutto in questo seme. Fuori è ancora gelido inverno, e tra poco avrai la possibilità di uscire. Ti occorre una forza tremenda, perciò devi rimanere in contatto con l’essenza del tuo seme, non farti distrarre dall’esterno, e spingere con forza per uscire allo scoperto, per spuntare dal terreno e perforarlo. Senti questa forza pervadere tutto il tuo corpo, senti la tensione dello sforzo, senti l’opposizione del terreno e il tuo spingere implacabile per affermare il tuo essere. Compi con il corpo l’atto proprio di uscire allo scoperto dal sottosuolo, spingendo, con forza. Senti tutto il coraggio e l’audacia di questo atto. Una volta uscito, muoviti con la consapevolezza di essere un pioniere in una terra ancora da scoprire, fuori è ancora freddo e desolato, ma dentro di te possiedi la forza per affrontare qualsiasi ostacolo.