Santi anti-virus


Anche se medici e scienziati stanno facendo del loro meglio per combattere il virus la strada per trovare una via di uscita pare ancora lunga. Quindi, nel frattempo, può essere consigliabile provare altre opzioni.
Una di queste è data da alcuni santi tradizionalmente specializzati nella gestione delle epidemie. Il primo della lista è San Sebastiano. La vicenda narra che fu condannato al supplizio per aver trasgredito gli ordini dell’imperatore Diocleziano. Pur “trafitto da così tante frecce in ogni parte del corpo da sembrare un istrice”, riuscì miracolosamente a sopravvivere. Quindi, per analogia, rivolgendosi a lui ci si può salvare dal virus, che è in questo caso rappresentato dalle frecce. Il virus, quindi, sebbene colpisca e ferisca, tuttavia non è letale.

Un’altra strategia riguardo le frecce riguarda San Cristoforo, altro santo protettore dalle epidemie, vissuto nella stessa epoca di San Sebastiano, quando andava di moda la storia delle frecce. Anche lui fu condannato al martirio con le frecce, ma in questo caso invece di colpirlo le frecce tornavano indietro verso i tiratori.

In tempi medievali, ma non solo, si credeva che le epidemie fossero dovute allo scatenamento dell’ira di Dio che spesso era associata alla freccia, un po’ come l’ira di Zeus era rappresentata dai fulmini. Ritornando a San Sebastiano, questi sopravvisse alle frecce, però invece di starsene tranquillo per un po’ non ebbe meglio da fare che andare subito dopo a rimproverare pubblicamente l’imperatore per le sue persecuzioni contro i cristiani. Allora Diocleziano lo condannò a morte nuovamente, in questo caso a bastonate, e non ci fu miracolo che tenne.

Altro santo antivirus di grande rilievo è San Rocco, attinente in questo caso al settore ospedaliero. Il santo si trasferì come volontario dalla Francia all’Italia, per l’esattezza a Piacenza, per prendersi cura degli appestati. Mentre assisteva gli infermi si ammalò lui stesso gravemente, tanto che fu cacciato dagli altri ammalati, costretto a mettersi in quarantena in una grotta e a rimanere solo come un cane in attesa della morte. A salvarlo fu proprio un cane che gli portò ogni giorno del pane fino alla sua guarigione. Una volta guarito San Rocco tornò a prendersi cura degli appestati, per cui è patrono ufficiale di appestati, contagiati, emarginati, ammalati, operatori sanitari, farmacisti, volontari, e pure cani.

Santa Rita da Cascia è anche venerata tra i santi protettori di questa categoria perché si dedicò lungamente alla cura degli appestati, senza mai contrarre il morbo. Ciò dona a lei la popolare attribuzione di santa dei casi impossibili.

San Michele Arcangelo è da ricordare qui perché durante la pestilenza che colpì l’area di Monte Sant’Angelo apparve al vescovo locale e diede istruzioni per liberare l’aria dalla peste.

Di santi protettori dalle epidemie ce ne sono tanti altri, e tra loro citiamo infine Sant’Antonio Abate, che per molti versi è il santo taumaturgo per eccellenza contro tutte le malattie, incluse quelle più anomale, tra cui anche il così detto fuoco di Sant’Antonio. Pare non ci siano motivi biografici particolari per attribuirgli questi poteri, poiché non fu martirizzato con frecce e nemmeno fu ospedaliero o ammalato. Tuttavia le capacità di guarigione sono attribuite alle sue spoglie mortali, tanto che a un certo punto solo nel sud della Francia c’erano tre corpi di Sant’Antonio.

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