Sessualità multidimensionale

Esistono due tipi di sessualità radicalmente distinte: monodimensionale (separante) e multidimensionale (unificante).

Ora qui io non intendo dire qual è quella migliore o peggiore. Questo dipende dalla vostra esperienza diretta e sincera, dalla vostra capacità di discriminare tra ciò che avete intimamente compreso della vita e quanto invece siamo stati condizionati a comprendere.

Il mio compito è evidenziare gli aspetti rimossi della coscienza non perché essi siano migliori, ma semplicemente perché quando li conosciamo siamo in grado di fare una scelta, possiamo scegliere tra due aspetti dell’esistenza, invece di essere vittime di solo uno di essi. A questo scopo impiego intenzionalmente un linguaggio strategico e talvolta iconoclasta.

Rimarremo prigionieri di una realtà separata fino a quando non riusciremo a passare dalla sessualità monodimensionale a quella multidimensionale. Questo non significa rinunciare alla sessualità monodimensionale, perché la sessualità multidimensionale comprende anche quella monodimensionale. La differenza è che nella sessualità multidimensionale esprimiamo quella monodimensionale nella realtà teatrale, senza permettere ad essa di diventare l’unica realtà dominante.

Da una prospettiva fisica la sessualità monodimensionale è fondata sull’interazione e inseminazione genitale, sia che ci sia un coito fisico o meno, sia che ci sia una fecondazione fisica o no. Il suo fine pratico è la procreazione monodimensionale e la preservazione della realtà ordinaria. La sessualità monodimensionale si fonda a grandi linee su tre tipi di coito e fecondazione che agiscono in terza, quarta e quinta dimensione. C’è un coito e inseminazione fisica in cui esiste una rigorosa distinzione tra la funzione maschile e quella femminile. C’è un coito e inseminazione sul piano emotivo e mentale, in cui non esiste alcuna distinzione tra maschio e femmina. Questo è il più decisivo, quello che alla fine dei conti seguita a fregarci totalmente e a creare ogni malessere.

Su questo punto mi fermo qui, a parole, rimandandovi ad altre occasioni di lavoro nei seminari in cui esperienzialmente posso fornirvi gli strumenti per comprendere quanto sopra.

Da una prospettiva fisica la sessualità multidimensionale implica l’interazione di ogni parte del corpo e non è finalizzata all’esclusivo coito genitale e alla relativa fecondazione. Al contrario, in fase di risveglio della sessualità multidimensionale si tratta proprio di minimizzare la genitalità, riattivando la capacità di raggiungere il coito con altre parti del corpo. Per chi non può fare a meno dell’uso dei genitali non si tratta di escluderli, ripeto, bensì di non consentire ad essi di avere il monopolio della sessualità.

Vi sono 144 combinazioni di parti del corpo, mentre esiste una sola combinazione genitale (8.8). Ci sono altre 143 possibilità di fare sesso e in 136 di esse i genitali sono del tutto estranei.

L’orgasmo nella maggior parte degli individui ha luogo soprattutto mediante la combinazione genitale (8.8) e in casi minoritari con le combinazioni 8.2, 2.8, 8.3, 3.8 o assai più raramente con altre combinazioni, in cui c’è sempre l’8 (genitali o ano). Nella sessualità multidimensionale il coito avviene con parti del corpo indipendenti dai genitali e l’ano.

Che coito sarà mai questo? Un coito tra una mano e un piede, tra un ginoccho e un altro ginocchio, tra una caviglia e un polso!!!

Non capiremo mai di che coito si tratta se non sospendiamo provvisoriamente il monopolio del coito genitale, se non creiamo occasioni in cui solo il coito tra le altre parti può avere luogo, escludendo anche quelle parti che solitamente si toccano tra loro prima di un coito monodimensionale, quali 2.2, 2.4 o 3.4.

Stiamo dando i numeri!

Ora, qualcuno obietterà (forse un Pesci), che razza di sessualità è questa in cui il corpo è visto come diviso in parti! Il corpo è un insieme unico, nell’atto sessuale ogni cellula del corpo si fonde con l’altro, tutte le parti sono in contatto tra loro. Del tutto d’accordo! Ma si tratta di un’idea o di un’esperienza diretta? E se si tratta di un’esperienza diretta quante volte l’hai avuta? E se l’hai spesso quali sono le tue emozioni e pensieri riguardo le persone con cui l’hai? Mi fermo qui su questo punto.

La sessualità multidimensionale è impossibile da spiegare con il linguaggio, ma quello che posso fare con il linguaggio è creare varchi nella mente affinché qualche bagliore possa giungere, attivando i frammenti della coscienza originaria rimossa. Inoltre con il linguaggio posso stimolare o meno il desiderio di fare esperienza.

La sessualità multidimensionale come quella monodimensionale comporta aspetti non fisici, di quarta e quinta dimensione.

Il contatto fisico tra le parti, genitali o altro, non è indispensabile, mai. Questo perché lo scambio avviene pure in quarta e quinta dimensione. Per questo motivo tutto può essere fatto a distanza. Tuttavia è solo sul piano fisico che possiamo avere un’esperienza completa, di prima mano, in grado di convincerci esperienzialmente e soprattutto di creare il potenziale per un effettivo cambiamento nella nostra realtà umana.

Mi fermo ancora qui, e se il tema è d’interesse vi rimando al prossimio seminario di sessualità multidimensionale (l’evento più importate) e a incontri webinar a distanza sul tema e molto più idealmente a sessioni di gruppo sul piano fisico tra membri della formazione da concordare nelle prossime settimane.

Quando si opera su questi temi si tratta di cogliere l’attimo!

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