articolo di Luna Pedrini
La vita mi ha regalato la grande fortuna di viaggiare molto. Fin dall’adolescenza ho avuto una grande spinta verso il movimento, l’esplorazione di nuovi territori e confini ed ho quindi cominciato a muovermi autonomamente.
Ricordo che diverse volte sono salita su treni senza neppure sapere verso dove stavo andando. Spesso, poichè non avevo denaro, mi nascondevo nel bagno quando passava il controllore, oppure fingevo di dormire. Non ho mai preso una multa. In qualche modo l’universo benediceva questa chiamata.
Ho sempre adorato i treni. Non quelli di oggi che mi soffocano e in cui non ci sono nemmeno le finestre. Quelli di qualche anno fa, con gli scompartimenti a sei, dove entravi e facevi ore a parlare con persone appena conosciute e finivi per appoggiare i piedi vicini alle loro teste quando era tempo di dormire. Quell’aria di intimità improvvisa, di sorrisi spontanei, di gentilezza nel porti la valigia in alto mi lasciavano sempre un gran piacere addosso. Era un odore che rimaneva per giorni e che traspirava dentro. Lo assorbivo nell’anima.
Certo, s’incontravano anche i cattivi ed antipatici, ma in qualche modo si generava sempre un certo equilibrio tra le parti, una sorta di naturale stare assieme.
Non so quante stazioni, quanti treni, quante persone, quanti panini e bibite comprati dalle finestre. Ricordate? Una volta c’erano quei venditori che passavano alle fermate, soprattutto nei viaggi verso sud.
E’ curioso perchè col tempo, indagando nelle storie dei miei antenati, ho scoperto che tutto un ramo del mio albero aveva lavorato nelle ferrovie…
Appena ho potuto, all’età di 15 anni, ho preso il mio primo aereo. Direzione Londra. Da lì sono incontabili gli aerei su cui sono salita. Mi hanno portato in Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Germania, Svizzera, Romania, Croazia, Austria, Stati Uniti, Argentina, Bolivia, Perù, Uruguay, Messico, Belize, Guatemala, Paraguay.
Poi un giorno ho fatto la più grande delle scoperte: potevo viaggiare stando seduta a casa mia. Anzi, viaggiavo sempre senza saperlo!
Qualche tempo prima avevo intuito che ad esempio leggendo un libro stavo compiendo un viaggio, ma ero ancora in superficie rispetto alla profondità di quello che ho compreso successivamente.
Quando osservi la mente, ti rendi conto che sei al 99% in altri luoghi. Pensando a quella persona, a quel ricordo, sperando in qualcosa che accada in futuro e immaginandolo, non stai facendo altro che viaggiare. Il tuo corpo è tranquillamente seduto sulla sedia, eppure tu non sei lì, sei da un’altra parte.
E’ allora che ho incontrato l’astrosciamanesimo e mi sono detta: ma se invece di subire passivamente questo, lo utilizzasi coscientemente? Se in qualche modo decidessi io, almeno ogni tanto, dove andare con la mente?
Ebbene, ” io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”. Ed incredibilmente alcune di quelle cose tornavano con me, qui, nella realtà ordinaria quotidiana.
Provare per credere.
Quindi, a tutti coloro che oggi non possono viaggiare, che per un motivo lavorativo, economico, di impegni famigliari o altro stanno avendo difficoltà a muoversi, voglio donare una speranza: potete viaggiare lo stesso. E non lo dico io. Lo dice la fisica quantistica. Lo dicevano Einstein, Hawking e molti altri quando parlavano di universi paralleli. E’ sufficiente un pizzico di volontà ed impegno, una pratica e potrete andare dove vorreste tanto essere in questo momento.
Quando tornerete qui, porterete energie di altri spazi e vi nutrirete della bellezza di ciò che avete incontrato. Sia nel bene che nel male.
Ora, non mi resta che dirvi: Buon Viaggio!!!