Uno degli aspetti più tipici della comunicazione umana è dire qualcosa che non c’entra nulla con quello che si vuole dire, o che è addirittura l’esatto opposto, non solo per occultare i nostri veri intendimenti, ma paradossalmente per evidenziarli. Questo perché socialmente ci sono molte cose che è imbarazzante e riprovevole dichiarare apertamente, per cui si tratta di mettere subito in chiaro che formalmente non le vogliamo, affinché l’interlocutore che sta al nostro gioco possa cogliere la natura radicalmente opposta del nostro proposito.
Cogliere il sottinteso è il tratto più tipico della comunicazione convenzionale. Le conversazioni ordinarie sono in genere una rassegna di menzogne e di discorsi depistanti impiegati in forma simbolica e rituale al fine di veicolare significati occulti. Questo processo si applica sia nelle conversazioni molto elaborate sia in quelle assai brevi che comportano l’uso di pochi monosillabi, come sì e no.
In molte culture rispondere in modo negativo implica un’affermazione e viceversa. Quindi, se ti viene offerto qualcosa che desideri tanto, a cui risponderesti senz’alcun dubbio sì, nella ritualità del linguaggio si tratta invece di dire no diverse volte e anche con insistenza.
Per esempio, vai a cena da qualcuno e dopo aver mangiato con molto piacere un piatto prelibato la padrona di casa ti chiede se ne vuoi ancora. Ora, tu desidereresti tantissimo mangiarne di più, ma se rispondi subito in modo affermativo, gli altri potrebbero pensare che sei una persona avida che se ne approfitta. Inoltre la padrona di casa potrebbe avertelo chiesto solo per gentilezza e se tu accettassi ci rimarrebbe molto male. Allora si tratta di dire no e vedere se l’offerta è rilanciata. Se la padrona insiste si tratta ugualmente di rispondere no, seguitando a farlo per non meno di tre o quattro volte, dopo di che se il botta e risposta continua è lecito cedere.
Lo stesso si applica nelle ritualità di corteggiamento. Qualcuno ti fa una proposta galante, che proprio sarebbe un sogno accettare, però se dici subito sì darai l’impressione di essere una persona di facili costumi, quindi si tratta di dire no e anzi mostrarsi pure irritati per la proposta. Tuttavia se l’interlocutore seguita a insistere magari per molti giorni o anche mesi a un certo punto si può dire sì, senza tuttavia mostrarsi troppo entusiasti.
La tecnica consiste nel mentire diverse volte e poi fare finta di cambiare idea. Molte persone quando dici no continuano a insistere finché non accetti perché danno per scontato che tu lo dica per conformità al rituale. E questo può causare fatali fraintendimenti.
Talvolta la ritualità implica dire sì invece di no. La padrona di casa ha preparato un piatto e ti chiede se ti piace e per gentilezza dici di sì, anche se è la cosa più disgustosa che hai mangiato nella vita. Poi ovviamente ti chiede se ne vuoi ancora e allora sei fregato.
Oppure qualcuno che incroci rapidamente per la strada ti chiede: “Come va? Tutto bene?”, per cui rispondi “Sì, benissimo, grazie, e tu?”, e l’altro replica subito “Tutto perfetto, grazie, buona giornata”. Ora, questa conversazione può aver luogo anche tra persone che sono sull’orlo del suicidio. Per cui se la risposta affermativa viene presa alla lettera potrebbero esserci conseguenze fatali.
Questa attitudine tutta in positivo è più tipica dei paesi nordici, mentre in quelli mediterranei è più diffusa la risposta negativa. Quindi alla domanda “Come va?” si tratta di rispondere in modo tragico e disastroso, occultando qualunque forma di benessere. Questo al fine di evitare l’invidia che ne potrebbe derivare o l’eventualità che qualcuno ci chieda dei soldi.
D’altro canto esprimersi in maniera esplicita e diretta è il modo più efficace per smascherare l’ego, e la sua paura di fare brutte figure, di creare fraintendimenti e non essere accettato.
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(see English below) “In verità dare e ricevere sono una...
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