Tocco Astrosciamanico e Pronto Soccorso Multidimensionale, La Via del Fuoco (parte 2)

AstroshamanicHealing Touch e Pronto Soccorso Multidimensionale:  La Via del Fuoco.
con Franco Santoro, parte seconda

Tutte le informazioni fornite in questo blog sono intese esclusivamente come lettura ricreativa e in quanto parte di una simulazione, che non si propone in alcun modo di sostituire la percezione della realtà e la diretta esperienza del lettore. Non appoggiamo necessariamente le idee espresse in questo articolo.

 

Tocco astrosciamanico e tocco ordinario:

Nel tocco astrosciamanico coloro che operano svolgono una funzione che non è in relazione con la loro identità o personalità ordinaria.

Prima di procedere con il tocco è necessario chiarire i propri confini e conoscere quelli del partner, quali zone del corpo possono essere toccate ed il livello di intensità del tocco.

In qualunque momento della sessione il partner passivo ha la possibilità di dire SI o NO al tocco che riceve.

Una volta presi accordi essi vanno rispettati.

Chiarire questi punti porta guarigione perché implica una responsabilità, laddove i rancori sono la conseguenza di una mancanza di responsabilità.

È essenziale inoltre avere chiarezza sull’Intento prima di procedere nella pratica.

Tale intento potrebbe perdere significato durante la pratica, in considerazione di rivelazioni più ampie e sottili. Esserne consapevoli permette di ritornare agevolmente nella realtà ordinaria, integrando l’esperienza multidimensionale con quella di terza dimensione.

Quanto sopra è fondamentale per procedere con la sessione di Tocco Astrosciamanico.

Durante la sessione di tocco noi entriamo nella nostra identità multidimensionale, la parte che non è influenzata dall’identità ordinaria, che può assumere ogni ruolo.

Ci sono 12 identità matrici che rappresentano 12 energie, identità che noi abbiamo e viviamo costantemente senza rendercene conto.

Quando parcheggiamo la nostra identità ordinaria ci apriamo alle 12 identità matrici. Quella che si evidenzia maggiormente in quel momento viene utilizzata e l’opera di guarigione avviene incorporando questa energia.

Nel lavoro astrosciamanico il rapporto con lo Spirito Guida avviene attraverso l’incorporamento della Guida stessa, ossia noi ci trasformiamo in essa.

Partendo dalla mano io consento al mio corpo di veicolare totalmente l’energia, per agire su di me e su gli altri.

Questa pratica è comune in molte tribù indigene. Il teatro si basa su ciò. L’attore non interpreta un ruolo ma diventa il ruolo stesso per la durata della rappresentazione.

Nelle culture sciamaniche chi danza il lupo diventa il lupo stesso, per poi rientrare nella sua identità ordinaria una volta terminata la pratica, senza confondere le diverse identità.

Diamo qui la possibilità che si dà ad un essere di quarta e quinta dimensione di prendere il corpo fisico.

L’obiettivo è raggiungere qualcosa che non si vede fisicamente e dargli espressione attraverso l’incorporamento dell’energia, creando un ponte tra le dimensioni.

È importante distinguere tra cosa accade durante una pratica quando e la vita ordinaria di tutti i giorni.

È fondamentale riconoscere i confini tra ordinario e non ordinario.

Una volta ricevuto il tocco è importante riappropriarsi di ciò che si è ricevuto attraverso una fonte interiore.

Se per esempio ho ricevuto un tocco da Giovanni che in quel momento rappresentava la mia Guida, non si tratta di andare da Giovanni una volta terminata la sessione, ma di contattare la mia Guida e ritornare al modo in cui la percepisco.

Ognuno di noi ha 12 identità matrice, di cui due sono maggiormente in evidenza ed a volte in conflitto tra loro, mentre le altre sono spesso riflesse negli altri all’esterno. Durante una pratica di tocco posso recuperare altre parti perché il partner è portatore di esse.

La parte negata è in antagonismo con quella accettata. A volte esse si alternano. Questo conflitto è insanabile e la guarigione avviene solo con l’inserimento delle altre 12 parti.

Generalmente il terzo polo svincola dalla polarità.

Spesso c’è l’identificazione con una sola polarità mentre l’altra non viene riconosciuta internamente nemmeno come parte in conflitto, ma solo esternamente attraverso un’altra persona.

Quando sentiamo estrema ansia, disperazione e dolore dinanzi all’evenienza che una persona cara ci venga a mancare, questo è il sintomo  che stiamo vivendo esternamente la nostra seconda polarità.

In questo caso dipendiamo totalmente dall’altro, che seppure è dentro di noi, non riusciamo a riconoscere e proiettiamo solo all’esterno. Di conseguenza, se viene a mancare la connessione con l’altro, non è più disponibile una metà del nostro essere. Questa è una condizione molto precaria.

Scoprire la parte ombra dentro di noi è vitale, Anche se questa parte non ci piace  ed è contraddittoria, essa ci consente di essere vivi e integri, rilasciando il conflitto che esiste dentro di noi.

L’uso della mano sinistra corrisponde alla parte d’ombra.

Per comprendere la mano sinistra si tratta di accettare di scendere nei sotterranei del nostro essere, laddove si occulta ciò che non riconosciamo e proiettiamo negli altri.

La parte ombra ha un potere politico notevole, essa si esprime occultamente di tanto in tanto facendo cose proibite e mantenendo in vita il dualismo.

Durante le pratiche è meglio dare ampio spazio alla parte ombra per permetterle di uscire allo scoperto  mostrando i suoi aspetti segreti.

 
I Due Stadi

Pratica 1

Vi invito a focalizzarvi sulla mano destra, muovendola. Ogni volta che usate la mano con intenzione attivate energeticamente ciò che toccate.

Toccate oggetti dapprima e non persone. Facendo la pratica potete rendervi conto che sono in effetti rari i momenti in cui tocchiamo qualcosa con intenzione, mentre sono dominati i casi opposti di tocco senza intenzione.

Toccate con consapevolezza i vostri capelli, ed essi diventeranno antenne che vibrano del’energia di ciò che volete, così come ogni altra parte del corpo.

Gli oggetti di potere sono creati con tocchi d’intenzione.

Con quello che toccate cercate di essere più intensi ed il più possibile totali, bruciando qualunque altro pensiero. Lasciate solo ciò che volete.

Fatevi prendere totalmente dalla passione. Più siete presi dalla passione più riuscite a fare il vuoto rispetto altri pensieri.

L’individuo preso dalla passione non ha altri pensieri se non l’oggetto della passione.

Il vostro Intento ha da essere pieno di energia sessuale, onde vibrare di energia vitale, Provate ad usare la massima energia possibile mentre toccate.

Ora l’invito è di intensificare il tocco, e di diventare più drammatici, sentendo che nel vostro tocco con la mano destra c’è la partecipazione di una forza che va oltre i vostri limiti che è appunto, quella della Guida.

L’invito è di collegarvi con la Guida, diventando il potere di incorporare ciò che volete.

Il tocco del Fuoco è rapido, quindi in pochi istanti comunicate ciò che volete attraverso il tocco. È come accendere il motore dell’auto.

Quando parte il tamburo usate la massima energia e colpite, toccando qualsiasi oggetto, irradiandolo con la vostra energia.

(musica con tamburo)

Ora permettete a ciò che avete attizzato di prendere forma. Il tocco del Fuoco è rapido come il fulmine di Zeus.

Possiamo sistemarci tranquilli e rilassarci.

Chiudiamo gli occhi.

Lasciamo che il fuoco divampi. L’invito è di portare attenzione al respiro, e, con il vostro respiro, sostenere il vostro intento.

Portiamo attenzione alla mano sinistra.

Permettete alla vostra mano sinistra di riempirsi di tutto quello che vi giunge, sia che lo conoscete o meno.

Accogliete  ciò che vi giunge senza alcun controllo, questa è una forza diversa dalla precedente.

Invitate questo Spirito a mostrarsi. Comprendete  cos’è che lo porta qui.

(musica del tamburo)

Fate partire l’energia dal basso. Questa è un’energia animale, lasciatela emergere come tale dal basso.

Dimenticate la testa ed i pensieri. Lasciate che la testa sia nella vostra pancia.

Muovetevi senza toccare altre persone, lasciando uscire l’energia dal basso.

Permettete a tutta l’energia di andare nella mano sinistra, trasferendo il potere del tocco in essa.

Tutto quello che toccate, compreso voi stessi, trasmette questa energia.

Vi invito a trovare un partner e a stabilire chi è il numero 1 e 2 ed anche quali sono i confini.

Il partner 1 sarà passivo e 2 attivo.

Tornate nel vostro spazio di mano sinistra. Tenete gli occhi chiusi, il partner passivo può anche muoversi rendendosi il più passivo e ricettivo possibile, esponendo ciò che vuole sia toccato.

Il partner attivo si riserva di toccare o meno a seconda del suo sentire.

Il tocco avviene con la mano sinistra, che può essere aiutata anche dalla destra per bilanciare.

Il partner attivo osserva bene chi ha di fronte e si posiziona in maniera istintiva. Agite spontaneamente e lasciate andare le formalità.

Allo stesso modo il partner passivo trova la posizione che sente più favorevole.

Ciascuno prende la posizione più congeniale.

Siate il più autentici possibili, nello spazio in cui vi trovate, sia che siate attivi o passivi.

Entrate nella massima intensità.

(suono del tamburo)

Cambio di ruoli.

Staccatevi lentamente mantenendo la connessione.

Continuate a tenere viva l’energia distaccando solo la parte fisica dal vostro partner.

Sostenete l’energia del varco del vuoto tra voi portandola al massimo.

Lasciate emergere il pieno tra gli spazi vuoti che ci sono tra voi.

Respirate senza toccarvi, toccando senza toccare. Toccate qualsiasi cosa senza toccare.

Permettete a qualunque cosa tocchiate nel vuoto di cambiare forma, cambiando anche la forma del vostro compagno senza interagire con lui.

Siete liberi di esprimervi.

Chiudete gli occhi per entrare nella parte finale.

Si tratta di fare un maquillage astrosciamanico. Consentite alle vostre mani di avere la capacità di benedire, rendendo splendente ed abbellendo ogni cosa verso la quale dirigete la vostra energia.

Create la massima bellezza del vostro partner.

Create questo senza toccarlo, permettendo al vostro sguardo di muoversi liberamente lungo ogni parte del corpo, non solo il viso.

È uno sguardo di benedizione, libero da ogni giudizio, donate uno sguardo generoso.

Guardatevi negli occhi respirando.

Concludete respirando.

Chiudete gli occhi, tuffandovi in voi stessi, andate il più a fondo possibile, raggiungendo il fuoco che abbiamo trovato all’inizio.

Raggiungendo il centro nutritevi di esso, respirandolo.

Prendete un momento per riconoscere il vostro partner abbracciandolo con il vostro fuoco interiore.

 

Le Mani

Portiamo attenzione alle due mani ed alle loro dieci dita.

Chiudere gli occhi facilita l’attenzione ed il sentire delle mani. Sentite le mani.

Consentite alle vostre mani di essere come delle facce attraverso le quali potete vedere, ascoltare, annusare e gustare.

Lasciate che la vostra testa perda importanza a vantaggio delle mani.

Portate attenzione alle dita: prima i pollici, gli indici e tutte le altre dita, una ad una fino ad arrivare al mignolo.

Portate attenzione a quest’ultimo, restate immobili con tutto il corpo, dando attenzione solo al mignolo, muovendolo.

Se siete agitati, lasciate che il mignolo esprima la vostra agitazione.

Ora vi invito a portare attenzione ad un dito che è stato amputato, il sesto dito, come il dodicesimo, che sono opposti al pollice.

Questo è un dito invisibile e strategico.

Portate attenzione al dito invisibile, sentite la sua presenza alla  base della bmano, nel momento in cui date attenzione ad esso si crea un solletico.

Sentite la vostra mano con sei dita.
Il Sesto Dito

Il sesto ed il dodicesimo dito sono un ponte tra il visibile e l’invisibile.

Il sesto ed il dodicesimo dito hanno un ruolo strategico fondamentale per consentire al tocco di essere consapevole e allinearsi all’Intento.

Muovete il sesto dito senza toccare, toccate parti del vostro corpo usando la vostra immaginazione. A differenza delle altre dita, il sesto e dodicesimo dito possono vivere solo con un atto di volontà, di scelta consapevole.

Il tocco con dodici dita diventa più consapevole perché è necessario volontariamente tenere attiva l’attenzione sulle due dita aggiunte.

Aprite gli occhi e portate attenzione osservando la mano, al sesto e dodicesimo dito., essi sono la chiave per altre dimensioni.

 

Pratica 2

Continuate a guardare le mani respirando. Coinvolgete nel respiro anche il sesto e dodicesimo dito.

Espandete il senso di libertà alle vostre mani con il respiro. Fate attenzione all’orlo, il punto in cui le vostre mani incontrano l’aria.

Chiudete gli occhi e portate attenzione all’orlo. Usando la vostra immaginazione vi invito ad individuare davanti a voi qualcosa che è molto piacevole toccare.

Ora si tratta di toccarla con le vostre mani, tenendo gli occhi chiusi. Toccate e lasciatele scivolare nel modo che vi è più congeniale, in totale libertà.

Toccate senza negoziare, il vuoto non ne risente.

Nello spazio di immaginazione, le mani non fanno alcuna differenza tra ciò che è toccato realmente e ciò che è immaginato.

Toccate la cosa più piacevole per voi da toccare, osservate cosa è.

Più intensificate questo tocco e più la cosa che immaginate potrà manifestarsi a livello fisico.

Accettate questo rischio. Il magnetismo che si attiva attrarrà la forma fisica di quello che state immaginando.

Così come state toccando vi invito a lasciarvi toccare da qualcosa o qualcuno che crea piacere, permettendo al vuoto di rappresentarlo.

Abbandonatevi al tocco anche addormentandovi, lasciando che nel sonno continui…

Nel momento che porti attenzione al sesto dito entri in una percezione non ordinaria e permetti all’invisibile di prendere forma.

Ogni arto e parte del nostro corpo ha la capacità di vedere e percepire l’energia ma dato il monopolio e la dittatura della faccia le altre parti rimangono inattive.

Le parti che non ricevono attenzione si spengono e si disperdono. Esse sono parti della nostra anima che vengono perse, e l’attenzione rimane solo alla testa, mentre sono le altre parti che contengono più informazioni.

Lato ombra, energia istintiva ed animale

Quando ci rapportiamo con l’energia istintiva animale, energia proveniente dal basso, l’intero corpo si risveglia, seppur per la parte ordinaria questo è oggetto di ansia e negazione, dato che essa vive separata dal resto.

Uno dei modi per risvegliare questa parte è andare totalmente nell’ombra e vivere la nostra parte animale.

Gli animali non hanno i nostri sistemi di identificazione sociale. Se notate, quando due si incontrano per la prima volta, essi portanto immediatamente l’attenzione a certe parti del corpo che come umani teniamo bene occultate nei nostri incontri sociali.

L’uomo va nella parte animale quando la sua vita è minacciata e nel momento dell’emergenza. Ecco perché per stimolare la parte animale occorre attivare situazioni di emergenza.

La parte animale viene fuori dalla parte opposta della testa, quindi pancia e genitali, nel punto in cui c’è il cervello animale. Occorre trovare il punto più lontano dalla testa per non essere invasi dai suoi condizionamenti.

Quando scatta la parte animale nella testa si fa il vuoto. Andare nella parte animale non significa andare fuori di testa, significa sentire l’energia, consentendo alla testa di entrare nella parte del testimone.

Quando una persona va in uno stato di trance sciamanica non è mai posseduta, cosa che invece avviene regolarmente quando una persona è in uno stato ordinario. La persona in trance sciamanica rimane cosciente, ma la sua coscienza non interferisce con ciò che accade, ne prende atto come testimone neutro.

Il testimone porta consapevolezza osservando ciò che accade, senza giudizi.

Permettiamo alla parte interiore di recitare una parte.

In genere una parte di noi viene amputata o negata, esempio quando dormiamo diventiamo qualcun altro ma non siamo consapevoli di dormire.

Solo a volte siamo consapevoli delle due parti in azione, ciò significa che la nostra coscienza si sta espandendo.

Questo accade specialmente con le onde di confine, onde theta, in genere collegate con lo spazio tra il sonno e la veglia.

Ogni volta che siamo in più frequenze riceviamo maggiori informazioni. Questa è la natura dell’essere multidimensionale.

Il termine multidimensionalità indica la capacità di avvedersi di essere qui e anche da altre parti contemporaneamente.

Quando riesco a tenere l’attenzione su più parti si espande la coscienza, ma anche quando sono in un’unica frequenza posso continuare ad essere consapevole delle altre frequenze dove sto e dove posso spostarmi all’occorrenza.

Un modo per esercitare la multidimensionalità è di non vivere la vita in compartimenti separati, senza creare separazione tra sogno e veglia, mantenendo quello che abbiamo vissuto nel sogno vivo durante la giornata, e viceversa, per creare la connessione trai due mondi.

L’esercizio consiste nel portare degli elementi della vostra fantasia o sogno in situazioni reali e fare azioni nell’ambiente che sono in rapporto con essi.

Si può osservare se c’è una persona per esempio, che compie azioni simili a quelle del sogno o è vestita nella stessa maniera.

Questa pratica richiede attenzione in quanto la mente ordinaria è finalizzata a censurare, solo quando portiamo attenzione e con un piccolo sforzo ci predisponiamo ad osservare oltre il velo, la realtà multidimensionale può affiorare.

Portando attenzione alla realtà non ordinaria il multidimensionale si risveglia.

I bambini sanno vivere bene in due realtà contemporaneamente perché non hanno ancora subito la censura della mente ordinaria.

Nell’esperienza di tocco ci apriamo totalmente all’immaginazione e contemporaneamente siamo coscienti.

Qualsiasi cosa percepiamo durante il tocco la accettiamo senza necessariamente vederla come reale o interpretandola.

La pratica ci serve per espandere la coscienza. Una volta terminata l’esperienza torniamo nella realtà ordinaria.

 
Invasioni di entità

In genere la persona invasa viene portata dall’esorcista che provvede a tirare fuori l’entità dal corpo. La credenza è che colui che viene invaso non sia normale mentre chi estrapola l’entità è normale.

Il termine invasione in un contesto di unità non è accettabile, perché tutto fa parte del tutto e niente può essere invaso, mentre in una realtà separata la via verso l’unificazione avviene per gradi.

Affinché la parte separata possa comprendere l’unità è necessario che ci sia un passaggio dalla separazione totale ad una separazione parziale.

Il primo passo verso l’unità consiste nell’osservare il punto in cui siamo e riconoscere cose vicine a noi da cui ci siamo separati.

C’è qualcosa che ci segue ovunque e vuole essere riconosciuta ed integrata. Questa è la forza invasiva, questa forza è invadente nel momento in cui io non la riconosco, per cui la esperisco come antagonista.

Nel momento in cui io la integro me ne riapproprio e diventa parte di me ed il mio sé si espande.

Il modo più semplice  ed immediato per capire qual è la forza invasiva, il demone che ci perseguita, è identificare le situazioni della nostra vita che creano forti problemi, situazioni che fanno andare in tilt il nostro essere ordinario, soprattutto a livello emotivo.

In astrosciamanesimo queste forze sono chiamati Graha, che in sanscrito significa demone, ma anche pianeta astrologico.

Nell’induismo e nelle tradizioni orientali in cui il dualismo non è così forte come nelle religioni occidentali, i Graha fanno parte del Pantheon e vengono adorati come divinità.

L’equivalente in occidente è il Diavolo.

Graha è il termine sanscrito per la parola ‘pianeta’, questo vocabolo  è usato con un significato più ampio. Graha è il sostantivo del verbo grahana il cui significato è afferrare, stringere, quindi i pianeti esercitano un’azione di possessione o meglio di controllo sugli esseri umani.

In  astrosciamanesimo usiamo dodici Graha principali, mentre nell’astrologia tradizionale i pianeti sono 7 (Sole, Luna, Marte, Mercurio, Venere, Giove, Saturno).

Questa energia non riconosciuta si corrompe e diventa insanabile, contorta e perversa, trasformandosi completamente dal suo aspetto originale.

 
Pratica 3

Prendete un momento per identificare qualcosa nella vostra vita che vi perseguita.

Immaginate momenti tranquilli e poi d’un tratto vi ritrovate nella situazione orribile che già conoscete, la stessa situazione detestabile che vi perseguita da molto tempo.

Date un’occhiata alla vostra biografia, cercate un episodio, il primo che vi viene in mente, tenendo conto che la mente ordinaria fa di tutto per dimenticarsene.

Portate l’attenzione al respiro,c’è una parte del corpo che trasmette questa sensazione di  fastidio?. Prendete atto di cosa è, identificate il modo in cui si manifesta e si espande.

Invece di resisterle datele completamente spazio nel vostro corpo e fatevi possedere totalmente.

Quando sentite che l’energia  si è espansa andate nella stanza numero due del centro astrosciamanico, sala adibita al rilascio, e date totale espressione alla forza che vi possiede .

Date spazio al movimento estando per conto vostro e prendete atto di come si muove, quello che sentite è il Graha, non si tratta di capire cos’è ma di dargli spazio.

Ora entriamo nello spazio di protezione, prima di procedere con la fase di rilascio. Creiamo nella stanza un’area di protezione che possa contenere ogni cosa.

Vi invito a chiamare la Guida ed anche vi invito a riconoscere qualunque momento della vostra vita in cui avete bisogno di supporto e aiuto ed anche delle situazioni che creano imbarazzo e vergogna, difficili da condividere con gli altri.

Insieme all’intento di quello che volete vi invito a riconoscere ciò che non volete e crea disturbo nella vostra vita, l’irrisolto che di tanto in tanto o con frequenza continua a giungere.

È una zona familiare che vi portate dietro da molto tempo.

Quando l’avete riconosciuta potete uscire dalla stanza due.

Scrivete cosa è e fatelo con distacco, come un report che prende nota. Da un lato c’è il vostro intento, dall’altro ciò che non volete.

Potete trovare il vostro modo di disegnare le due parti, come un fumetto: l’Intento ed il Graha. Fate l’identikit ai due personaggi.

 
Esorcismo ed Adorcismo

Il Graha  può essere molto imbarazzante per la parte ordinaria e può portare a fraintendimenti.

Distinguiamo tra esorcismo ed adorcismo. Apparentemente possono sembrare pratiche uguali.

L’esorcismo estirpa qualcosa o un’entità che crea danno; la si toglie da qualcuno e di solito finisce in qualcun altro.

Una delle chiavi per fare l’esorcismo è capire il nome del demone, magari estorcendolo allo stesso con dei trucchi, perché solo nominandolo lo si può espellere con facilità.

L’adorcismo, invece, ha una premessa diversa. Non si tratta di estirpare un’entità, ma al contrario di adorarla in base al principio che questa entità non sia venuta per invadere e disturbare, ma perché chiamata dall’anima stessa.

Faccio un esempio: una persona molto timida non si mette mai in evidenza e sta sempre in disparte dedicandosi solo a lavori dietro alle quinte ma in un momento particolare si mette improvvisamente ad esibirsi e a recitare e ne è felice.

Il giorno dopo, quando gli amici le chiedono di farlo di nuovo si inibisce e non ce la fa.

In seguito, magari ad un seminario, riconoscerà la forza e la bellezza del suo intento ed affermerà di essere disposta a tutto per realizzarlo.

Ogni nostra richiesta d’aiuto viene presa in considerazione. Se fino ad ora ci siamo comportati in un dato modo nella vita, allorché scegliamo di cambiare arriveranno energie diverse dal solito.

Se siamo timidi e impauriti, per esempio, arriverà una tigre o un lupo e non un coniglio… Nel momento in cui la parte nuova arriva, essa è ovviamente ben diversad a quella vecchia, e la parte vecchia farà una qualche resistenza.

Il nostro consueto modo  di essere entrerà  in crisi. Tuttavia l’energia nuova, richiamata dal nostro sé più profondo, farà di tutto per venire fuori, incurante della nostra identità ordinaria.

In alcune culture viene riconosciuto questo passaggio ed è più facile l’incorporamento della forza nuova, La persona viene incoraggiata ad esprimere l’elemento di disturbo in un ambiente protetto.

La persona è invitata a danzare e ad esprimersi partendo dal disturbo e lasciandolo uscire. Il movimento continua fino a quando questa parte viene integrata. Dapprima esce come un veleno, un disturbo, e viene domata come un cavallo impazzito.

Nel momento in cui arriva il Graha  esso crea sconcerto nell’ambiente ordinario della persona. Se siamo sempre stati visti in un certo modo, nel momento in cui cambiamo tutti si allarmano.

Nel contesto in cui vige l’esorcismo ciò che esce viene eliminato. Nel contesto in cui invece prevale l’adorcismo, viene supportato per la trasformazione.

Il problema è che nella società occidentale l’esorcismo occupa il 99%.
Quindi, nella maggioranza dei casi questa forza viene abortita o eliminata.

L’esperienza sciamanica può permettere questo cambiamento.

Nella tradizione italiana un esempio tipico è la tarantella, sopravvissuta con l’espediente di essere un mezzo per curare una determinata malattia.

La tarantella è una pratica che viene interpretata a livello esorcistico come l’uccisione del ragno maledetto ed anche del serpente, ma in effetti è il retaggio di una pratica adorcistica precristiana in cui l’obiettivo era diventare il ragno ed il serpente da incorporare.

Le pratiche posso sembrare uguali ma soltanto chi  la svolge  con la consapevolezza  dell’incorporamento può ottenere la trasformazione.

In questo modo si sono mantenute le tradizioni sciamaniche.

Lo stesso suono del ritmo della tarantella facilita questo incorporamento.

 

© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RD, UK, info@astroshamanism.org

 

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