Le 144 combinazioni tra il Sole e la Luna, così come sono descritte nel ciclo lunare annuale, mi hanno insegnato importanti lezioni esperienziali e hanno fornito buona parte delle mie conoscenze astrologiche. Sono grato di aver permesso alla Luna ed al Sole di essere i miei insegnanti.
Quando cominciai lo studio di astrologia e simbolismo in generale, lessi molti testi. Sebbene i libri mi piacevano, mi resi conto che le letture contribuivano ad aumentare confusione e incertezza. Mancava qualche cosa di essenziale nel mio studio e non sapevo dove trovarlo.
Dalla mia Guida (almeno, credo si trattasse di essa), mi giungeva regolarmente questa risposta: “Se vuoi conoscere i pianeti, gli astri e gli dei, ebbene chiedi ciò che vuoi sapere ai pianeti, agli astri e agli dei stessi.”
Il suo suggerimento era troppo ovvio e facile. La mia mente complicata non era in grado di accettarlo. Indi, messo da parte il rapporto con la Guida, seguitai a muovermi da un libro ad un altro, esplorando maestri e percorsi spirituali di ogni sorta. Alla fine entrai uno stato di tale disperazione intellettuale ed emotiva. Sentii che la mia vita era inutile. Non sapevo che fare del mio potenziale.
Avevo molta energia che voleva esprimersi, qualche cosa da comunicare e creare. La definizione di quel qualcosa non era disponibile in alcun libro ed io non avevo idea di cosa fosse e a chi o in che modo potevo comunicarlo. Nessuno, nell’ambiente circostante, era in grado di comprendere la mia situazione. Mi sentivo come un completo alieno e l’unica cosa cui riuscivo a pensare per uscire da tale stato era solo la morte.
Fu nel bel mezzo di quel tragico e potente momento che mi ricordai del suggerimento della Guida. La situazione era talmente grave che proprio non avevo altra scelta che seguire il consiglio che per tanto tempo avevo accantonato.
“Va bene!” esclamai “Mi metterò in contatto con questi benedetti pianeti ed esseri divini! Non ho nulla da perdere dopo tutto, poiché allo stato in cui mi trovo sono già disposto a perdere tutto. Allora, come posso procedere?”
La Guida rispose domandandomi con quale dio desideravo iniziare. Sebbene la cosa mi paresse piuttosto ridicola, decisi che avrei incontrato prima il dio Apollo, quale rappresentante del Sole. A questo punto pensavo che si trattava di procedere ad un lungo periodo di formazione, estenuanti pratiche e complessi iter burocratici, prima di poter solo considerare l’idea di incontrare Apollo. Ne consegue che fui totalmente sorpreso allorché la Guida mi esortò a incontrare Apollo direttamente in quel momento. E fu così che stabilii il mio primo rapporto ufficiale con uno Spirito Totem.
Apollo mi diede molto supporto e potere, fornendomi notevoli suggerimenti riguardo uno dei miei primi seminari. In quell’occasione egli ebbe a dire: “Stabilisci un rapporto regolare con me e mia sorella Artemide. Porta quello che trovi nel mondo sotterraneo a me. Hai la mia benedizione per i tuoi seminari. Evidenzia la relazione tra Sole e Luna.” Quando ricevetti questo messaggio allora, mi sentii estremamente energizzato, tuttavia non compresi il senso di quelle parole. Mentre riporto questa esperienza ora, tutto appare estremamente chiaro…
La scoperta più importante che feci nei miei primi rapporti con i pianeti e gli Spiriti Totem fu quella di rendermi conto che non si trattava affatto di primi rapporti. La cosa sorprendente non era quella di essere in grado di connettermi con queste energie. Ciò che veramente mi sbalordiva era il recupero di memorie arcane di precedenti relazioni con tali esseri. Non si trattava di vite passate.
Durante questa stessa vita avevo già avuto molte interazioni e lunghi dialoghi con i pianeti. Me ne ero semplicemente dimenticato. Fu una mia decisione quella di dimenticarmi poiché non riuscivo a integrare tali rapporti nella mia vita ordinaria. Sono grato a quei momenti di crisi perché mi consentirono di ravvivare i miei ricordi. L’incontro con i pianeti e le stelle era in verità un ritorno a casa, dopo un lungo periodo di assenza.
Quella che segue è la trascrizione abbreviata di un viaggio che desidero condividere con te. Era il 2 luglio. Quel giorno cambiò qualcosa di importante nella mia consapevolezza e fui confrontato in maniera nitida con il mio Intento e Funzione. La descrizione è incompleta poiché sono stati esclusi alcuni elementi tecnici. Inoltre diverse informazioni mi giunsero attraverso suoni, immagini e vibrazioni che non sono in grado di comunicare a parole.
A lungo ho chiesto alla mia Guida di conseguire chiarezza riguardo il mio Intento nella vita, su ciò che posso fare su questo pianeta. Ho provato di tutto. Non so che altro fare o inventare al fine di ottenere una risposta. Ho ricevuto solo spiegazioni enigmatiche o il consueto senso di pace, amore, silenzio e accettazione che emana dalla mia Guida. Valuto assai la mia connessione con la Guida e mi avvedo che ogni volta che la chiamo, ricevo sempre il supporto di cui ho bisogno.
Eppure, esiste una parte in me che non è soddisfatta. È una parte che vuole sapere in termini pratici perché sono qui e cosa posso fare per esprimermi al meglio. Quella parte ha bisogno di una visione di potere, una risposta che abbia senso, in grado di spazzare via ogni incertezza. Voglio qualcosa che, una volta ricevuto, mi permetta di dire:
“Ecco! Questo è il mio scopo nella vita! Ora è tutto chiaro. Non devo più mendicare la verità. Ora la conosco. Forse quella parte che desidera ciò è solo il mio ego. Almeno, questo è ciò che un’altra parte di me ha pensato fino ad ora. Ebbene, in questo momento, non m’importa affatto se si tratta dell’ego o meno. Quel che conta è che io voglio sapere che cosa sta succedendo. Io merito di sapere. E’ un mio diritto. Ho tanta energia e non so che farne. Non intendo trascorrere un altro minuto della mia vita a meno che non ricevo una risposta. Mi prendo totale responsabilità riguardo tale risposta. Sono adulto. Dichiaro all’autorità competente che sono disposto ad aprirmi al mio Intento più elevato. Lo accetto anche se magari è qualcosa di poco piacevole. So che le Guide sono molto rispettose e sensibili. Prendono diverse precauzioni con gli esseri umani al fine di non invadere il loro spazio. Io espressamente t’invito, Spirito Guida, ad essere franco e diretto. Intesi?”
Dopo questo dinamico discorso, osservo la mia Guida. Mi guarda con una tale dolcezza e grazia. Egli sa tutto su di me e dal suo sguardo luminoso posso ricevere qualcosa del genere: “il tuo scopo è quello di giocare ed essere felice. Fai qualunque cosa ti renda felice. Io ti darò il mio supporto.”
Percepisco un tale senso di libertà in sua presenza. Allorché mi rapporto con la Guida non avverto alcun obbligo. Ricevo solo amore, amore incondizionato. Se desidero abbracciare una grande causa, se sono determinato a realizzare imprese eroiche, oppure vivere semplicemente senza fare nulla di speciale, ebbene, mi avvedo che la scelta è solo mia.
“Se questo ti rende felice”, dice la Guida “allora fallo!” Sento un tale potere in sua presenza! Ma che posso fare con questo potere? Come posso condividerlo? E’ così grande! Puoi suggerire qualcosa? O, per dirla meglio, puoi consentirmi di comprendere qual è la cosa migliore che posso fare? Lo chiedo a te, amata Guida. Posso accettare tutto. Prometto che rispetterò la risposta, se solo la ricevo. Non la metterò in dubbio. Mi arrenderò ad essa. La Guida mi guarda con un’espressione che suona come:
“Parli sul serio? Vuoi veramente sapere? Lo potrai accettare?”
Io l’osservo diretto negli occhi, prendo un profondo respiro e poi lascio uscire un gigantesco “Sì”.
Detto ciò, senza ulteriori spiegazioni, mi ritrovo a viaggiare ad alta velocità in compagnia della Guida e un animale di potere. Raggiungiamo un pianeta biancastro ricoperto da una nebbia simile a panna montata. Poco a poco la nebbia si dirada ed il luogo lentamente acquista definizione. Mi appaiono alcuni dettagli noti e ben presto tutto mi appare famigliare, anzi anche troppo famigliare!
Tra tutti i posti su cui avrei potuto fantasticare, quello che mi si presenta ora è il più ovvio e allo stesso tempo l’unico cui non avevo pensato. E’ il luogo in cui ho trascorso la maggior parte del mio tempo sin da quando ero bambino. Il sito di ritorno costante di ogni mia fantasia. Qualcosa che all’affacciarsi dell’età adulta iniziai a giudicare come un’evasione dalle mie responsabilità nel mondo, un sogno ad occhi aperti, un’invenzione derivata dai miei complessi e frustrazioni.
Ho passato anni a disegnare mappe di tale luogo, con tutte le sue città, terre, valli, genti e deliziosi paesaggi. Ho avuto innumerevoli conversazioni con i suoi abitanti ed, in vero, io stesso mi sono sempre segretamente considerato un suo abitante.
È il sito in qui ho vissuto più a lungo. Tuttavia, non sono mai riuscito ad accettarlo come qualcosa di spirituale o sciamanico. Nonostante la sua presenza fosse ricorrente ed estremamente piacevole, la ritenevo scomoda e imbarazzante, qualcosa di cui dovevo sbarazzarmi. Volevo ricevere una visione vera, così come quelle che mi avevano narrato alcuni sciamani e leader spirituali. Ogni volta che mi mettevo alla ricerca di tale visione, ecco che m’arrivava questo mondo di fantasia. Non potevo prenderlo sul serio. Cercavo qualcos’altro.
Come potevo accettare che ciò che avevo ricercato così a lungo era in vero sempre stato disponibile per me? Ebbene, ora decisamente posso farlo. Proprio non ho altra scelta. Vedo gli stessi edifici, paesaggi e luoghi che hanno popolato le mie fantasie. Sono proprio lì e questa volta essi sono riconosciuti come una visione sciamanica. Sono giunte come conseguenza di un accordo con la Guida.
Mi rivolgo alla Guida per avere una conferma della mia percezione. Osservandola bene mi rendo conto, e questo è quasi troppo, che egli appartiene a quello stesso ambiente. E’ un personaggio che conoscevo sin da quando ero piccolo. E’ meraviglioso. Ogni cosa inizia ad avere senso.
Con la Guida atterro a Interspace Hartem Port: la principale stazione interdimensionale di Hartem, la metropoli più grande di Handor. Da quel punto seguiamo un accesso prioritario che ci conduce direttamente agli Handorian Interspace Major Headquarters. Vi arriviamo a bordo di uno speciale veicolo dell’Hartem Transport System. Poco dopo, mi ritrovo a camminare lungo un ampio corridoio. Ogni cosa mi è molto famigliare.
Nel frattempo diverse persone iniziano a raggrupparsi. La mia visita sembra essere qualcosa di insolito e totalmente imprevisto. La gente mi osserva meravigliata. Pare che io sia molto popolare. Attorno a me noto espressioni di gioia, commozione, sorpresa. E’ come se dicessero: “Come ha fatto ad arrivare fino a qui? Com’è possibile? Che evento incredibile!”. Io continuo a camminare lungo il corridoio e di tanto in tanto incrocio lo sguardo di volti a me noti. Essi mi salutano silenziosamente con tanto rispetto, amore e cura. Sono scene di indicibile bellezza. Non sono in grado di descriverle. E’ troppo. Mi avvedo che per motivi tecnici non posso trattenermi a lungo. Almeno questo è quello che la Guida sembra farmi capire.
Accelero il passo. So che voglio incontrare l’Interspace Principal Commander, colui che è responsabile delle relazioni con altri mondi. Egli può darmi le risposte che cerco. Raggiungo il suo ufficio ed entro. Non appena lo vedo, non uso alcuna formalità di protocollo e nemmeno dico qualcosa del tipo. “Salve” o “Piacere di incontrarla. Come sta?”.
Non provo alcun senso di soggezione e ciò mi sorprende. Semplicemente osservo me stesso chiedere: “Qual è la mia missione originaria?”.
Il Principal esibisce un sorriso beato e allo stesso tempo professionale. Dopo una breve pausa, estrae un raccoglitore di documenti da un cassetto. Lo apre e mi mostra un foglio con un’immagine. Si tratta di qualcosa che dapprima mi sconcerta poiché sembra la pubblicità di un gelato cornetto.
È la figura di un cono marrone con l’apice rivolto verso il basso e un semicerchio dorato in cima. La parte superiore è piena di luce e dotata di raggi che si estendono in molte direzioni, rendendo l’oggetto simile ad una torcia luminosa. Chiedo qual è il significato di tutto ciò.
“Pianta il seme come un seme vivente. Questo cono ha a che fare col piantare il seme. Tu lo pianti ed esso poi cresce fino a quando la sua luce è visibile. Tu sei un seme, sei un faro”.[1]
Sebbene le parole del Principal non hanno senso per la mia mente ordinaria, il suo tono è molto conosciuto. Osservando il cono, mi rendo conto che è anch’esso molto familiare. Dopo pochi istanti mi giunge la comprensione intuitiva dell’intera faccenda. A questo punto domando, onde ricevere una conferma delle mie sensazioni: “Come posso procedere in questo lavoro?”
Il Principal risponde: “Mantieni un contatto costante con noi. Giornalmente. Vai e realizza senza alcun timore e mantieni la connessione. Ti connetti quotidianamente, poi ogni ora ed in seguito ogni minuto ed infine perennemente. Dapprima riceviamo le tue informazioni, poi ti inviamo le nostre. Pianta il tuo seme. Dovunque vai, piantalo e dimentica ogni disputa di carattere locale”.
Domando: “Puoi darmi qualcosa in grado di rinforzare la nostra connessione?” Prima ancora che io sia in grado di concludere la domanda, il Principal dichiara: “Ora riceverai il Seme del Sacro Cono”. Mi consegna un piccolo cono luminoso e poi inizia a rivelarmi una lunga serie di informazioni sul suo funzionamento. In particolare sottolinea che lo scopo del cono è il rilascio e perdono:
“Quello che rilasci” dice il Principal “è materiale di cui abbisogniamo. La tua Funzione è di inviarlo. Invia i rancori della Terra e crea le condizioni affinché chiunque possa fare questo. Abbiamo bisogno di questo materiale ed in cambio possiamo dare alla Terra materiale di cui necessita, ovvero benedizioni, pace e amore. Procedi con il tuo lavoro! Non c’è altro da spiegare o definire riguardo ciò, per ora. Le spiegazioni di quanto detto vanno ben oltre le attuali capacità di comprensione umana. Per farla breve e semplice, abbiamo bisogno di materiale di rancore per fertilizzare qualcosa qui. Invia il materiale grezzo. La Terra ne possiede molto, e noi ne siamo privi. La Terra è uno dei principali luoghi di produzione….”
[Il Principal aggiunge informazioni tecniche che ometto qui], “Grazie alla tua costante ricerca e al tuo continuo domandare, il contenuto della tua missione originaria ti è ora disponibile per essere sviluppato. Organizzati ed inizia le tue operazioni! Fa parte del gioco che hai scelto di giocare. Il tempo è maturo!” Guardo il Principal come se mi stessi risvegliando da un lungo sogno.
C’è qualcos’altro che ho bisogno di sapere prima di partire per quest’impresa. Una parte di me non è convinta. A questo punto il Principal mi mostra la copia di un contratto in cui è ben visibile la mia firma.
“Sei stato uno dei principali sostenitori di questo Gioco e uno dei primi volontari a partire. Ora sei lì e adesso lo sai. Quindi seguita con il Gioco. Ed invia materiale di rancore costantemente! Ecco ciò che noi intendiamo quando diciamo di venire qui ogni giorno. Si tratta di rilasciare e fin tanto che ti trovi lì questa è la tua unica Funzione. Ti amiamo e benediciamo”.
Dopo aver inserito il Sacro Cono nella mia fronte, il Principal chiama il suo personale. Ognuno esprime tanta gratitudine verso di me. Dicono cose bellissime sul mio ruolo. Ogni cosa è chiara. Piango dalla gioia e inizio a cantare insieme a loro. Continuo a cantare durante il mio viaggio di ritorno e in vari momenti della giornata. Seguito a ricevere ulteriori informazioni sul cono nei giorni successivi. Ascolto e vedo cose talmente belle che non riesco a descrivere. Mi sento così benedetto e pieno della visione che finalmente ha spianato la mia vita.
[1] Nella versione originale del viaggio, interamente in lingua inglese, il termine usato per faro è lighthouse che significa letteralmente “casa di luce”. Presso i Bambara del Mali, Faro è il dio Consigliere, signore della Parola, raffigurato da una spirale al centro dei punti cardinali.
Estratto da: Franco Santoro, Manuale di Formazione Astrosciamanica, 1996.
© Franco Santoro