L’astrologia nell’astrosciamanesimo è un’astrologia esperienziale. In quanto tale essa impiega strumenti intesi a tradurre i simboli zodiacali in esperienze vive e dirette. La carta astrologica non è interpretata o analizzata, ma si rivela in forma d’emozioni, movimento, danza, suoni, visioni e situazioni che mirano a coinvolgerci il più possibile, a risvegliarci e a farci sentire intensamente la nostra autentica natura. Questo tipo d’astrologia rappresenta la via di ritorno alle origini primordiali del linguaggio astrologico, inteso come strumento sciamanico di comunicazione con le forze dell’universo. La sua funzione è di rapportarci con le radici delle nostre tradizioni spirituali e a integrare nel presente quell’ampio bagaglio di conoscenze da cui nel corso dei tempi ci siamo separati.
Il recupero recente dell’astrologia esperienziale risale alla fine degli anni Settanta. Nel campo psicologico, lo sviluppo di approcci alternativi, come lo Human Potential Movement, incoraggiò l’impiego di nuovi metodi intesi a attivare i potenziali nascosti dell’individuo e ad evidenziare prospettive di valutazione radicalmente diverse da quelle precedenti. In particolare s’iniziò a enfatizzare l’importanza della responsabilità personale, piuttosto che il ruolo vittimista e l’identificazione del paziente come paziente. In quello stesso periodo, la riscoperta dello sciamanesimo, il risveglio delle tradizioni misteriche occidentali, lo sviluppo di nuovi movimenti e comunità spirituali, l’emergenza del fenomeno New Age e la diffusione delle tecniche di meditazione orientali, allargarono l’interesse per gli stati transpersonali e non-ordinari della coscienza.
La tendenza a fare risalire le cause dei malesseri all’infanzia, alla situazione sociale o, più esotericamente, alle vite passate, al karma o alle posizioni degli astri, fu ritenuta inadeguata. Per molti terapeuti e ricercatori avanzati non era più tanto importante conoscere gli eventi passati di una persona, ma piuttosto come essa proseguiva a ripetere quegli stessi copioni nonostante vi fossero opportunità per impiegare modelli diversi. La trasformazione di queste abitudini e lo sviluppo del potenziale interiore diventarono l’obiettivo di molti operatori. Per facilitare questo processo alcuni di essi iniziarono a riscoprire ed impiegare vari strumenti, tra cui l’astrologia.
Maritha Pottenger, una pioniera in questo campo, esprimeva così il suo punto di vista: “Credo vivamente che riuscire a conoscere il nostro essere e aprirci alla crescita e al cambiamento sia IL solo compito più importante della nostra vita. Credo inoltre che la <Verità> abbia molti aspetti. Sono fermamente convinta che non esista UNA sola via verso la verità. Ciascuno di noi deve trovare il suo proprio e unico sentiero… La mia enfasi è sull’autorealizzazione. Penso che l’astrologia possa essere uno strumento straordinario in questo processo, ma il processo è PIÙ importante. Lo strumento è secondario”.[1]
Lo scopo non era quello di interpretare l’oroscopo di un individuo o fare previsioni, ma di usare tecniche esperienziali finalizzate a ottenere la trasformazione e il risveglio delle energie rappresentate dai segni zodiacali.
“L’obiettivo nell’essere umano (come nell’oroscopo) è di integrare queste dodici parti della vita. Noi tutti stiamo imparando a riconoscere tutte le dodici parti nella nostra vita – non a negarle, reprimerle o proiettarle.”[2]
Da: Franco Santoro, Astrosciamanesimo: un viaggio nell’universo interiore, Amazon Kindle, 2013.
Note:
[1] Maritha Pottenger, Encounter Astrology, TIA, 1978, pp. 7-8.
[2] Ibid..