Consenso e recupero dell’anima

Il paradosso del recupero dell’anima è che quando ti avvedi di averla persa, per cui la tua vita non ha proprio più alcun senso, ecco che d’improvviso inizi a recuperarla.
Nella realtà consensuale vedi persone sicure di sé, radianti di energia e vitalità, che sanno bene chi sono e cosa vogliono, mentre tu non sai chi sei e non trovi alcuna motivazione a vivere. Se sei spiritualmente orientato ne derivi che hai perso una parte dell’anima.
Il punto è che lo scopo della realtà consensuale pare essere proprio quello di farti perdere l’anima. Il consenso in questo caso sarebbe quello di separarsi dall’anima. Quando stai male e la tua vita non ha alcun senso, ecco che allora ti avvedi di aver dato un consenso sbagliato.
Se sei nella realtà consensuale è perché hai acconsentito di esserci. Allora si tratterebbe di ricordare quando hai dato il consenso e pure le eventuali condizioni contrattuali, con la speranza che le clausole di rescissione siano favorevoli.
Quando ti avvedi di aver perso l’anima stai già iniziando a recuperarla perché a questo punto si tratta di dire NO a quanto prima avevi detto SÌ, e poi magari dare il consenso a una realtà alternativa
Sembra ci siano due tipi di realtà. Una in cui occorre il consenso per entrarci, l’altra abusiva, in cui vieni fatto entrare forzatamente, senza alcun consenso.
Ora, guardando bene com’è messa questa realtà consensuale, a meno che non soffriamo tutti di amnesia, risulta piuttosto arduo trovare alcuna traccia di consenso. I tuoi genitori prima di metterti al mondo ti hanno chiesto il consenso? Hai dato il consenso di chiamarti come ti chiami, di nascere in un particolare tempo, cultura e società, d’imparare il suo linguaggio, ecc.?
Forse occorre andarci piano prima di definire consensuale questa realtà. Certo, c’è molta spiritualità che sostiene che sei qui perché l’hai voluto tu, e forse ha ragione anche se questo sembra essere il classico argomento di coloro che praticano abusi.
Non sappiamo come siano andate le cose e mettersi nel ruolo della vittima o del vendicatore è solo destinato a preservare questa realtà “consensuale”.
Quello che è invece necessario se ci tieni a recuperare la tua anima  è che tu impari a dare o meno il tuo consenso in ogni evenienza della vita, riconoscendo i casi in cui non ti viene chiesto e in particolare quando non te lo chiedi nemmeno.
E soprattutto, nell’evenienza in cui qualcosa ti sia imposto contro la tua volontà, come è inevitabile in molti aspetti di questa realtà, occorre che tu sappia dare il tuo consenso a una realtà alternativa.

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