Non puoi capire chi sei e cosa vuoi veramente, se non capisci chi siete e cosa volete veramente, oltre a chi sono, siamo ed è, e pure cosa vogliono, vogliamo e vuole veramente, incluso anche il dove e quando di ciascuno di questi pronomi personali e altri elementi deittici. Insomma, non potrai capire chi sei finché ti identifichi con la deissi.
La tua intera percezione si fonda sulla deissi. Deissi è un termine della linguistica, derivato dal greco deîxis (indicazione), che comporta l’identificazione costante di soggetti e situazioni spazio-temporali separate. Ogni aspetto della nostra vita è percepito tramite la deissi. La tua esistenza umana si basa sulla deissi. Senza la deissi tu non esisti. Ne deriva che la tua vita in quanto essere umano è frutto di una convenzione verbale. Il linguaggio, il verbo stesso ha creato te e tutto ciò che ti attornia. Come recita il prologo del Vangelo secondo Giovanni (1:1-3):
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
Vi sono tre tipi di deissi:
1) deissi personale: definisce soggetti separati mediante l’impiego di pronomi personali (io, tu, noi, voi, ecc.)
2) deissi spaziale: individua la posizione dei soggetti separati nello spazio, tramite avverbi di luogo (qui, là, sopra, davanti, ecc.) e aggettivi dimostrativi (questo, quello, ecc.)
3) deissi temporale: colloca soggetti separati, insieme alla loro posizione nello spazio, lungo la linearità temporale, mediante avverbi di tempo (ieri, oggi, domani, adesso, ecc.) e la coniugazione dei verbi in base al tempo (futuro, presente, passato remoto, imperfetto, ecc.)
La percezione umana si fonda sulla deissi e non cambierà mai finché rimani nella deissi. Da un lato esiste un’identità separata creata dal verbo, dall’altro esiste un’identità oltre il linguaggio, e di quest’ultima proprio non si può parlare.