Eros e amore

After-DAVID-Jacques-Louis-MARS-VENUS-AND-CUPID-254x300Nella maggior parte delle lingue umane contemporanee la parola “amore” è impiegata in modo generale per descrivere un’ampia varietà di significati. Questo può talvolta generare confusione e fraintendimento.

In greco antico erano impiegate quattro parole differenti per descrivere quanto identifichiamo comunemente con la parola “amore”:

Eros (desiderio sessuale), philia (amore e affetto tra amici), storge (riferito all’amore tra genitori e figli) e agape (amore incondizionato o l’amore di Dio).

Mentre i primi tre termini comportano un amore basata su qualche forma di reciprocità o condizione, il quarto (agape) è imparziale, incondizionato e multidimensionale. Agape è anche il termine usato nel Nuovo Testamento, nel comandamento “ama il tuo prossimo”. Nel regno delle relazioni ordinarie  l’amore è principalmente inteso come eros, specialmente nell’espressione “innamorarsi”, che descrive l’esperienza più estatica per la maggior parte degli esseri umani.

Eros era figlio di Pòros (abbondanza) e Penìa (povertà), secondo Platone, da un lato aspirante alle vette della verità assoluta, dall’altro costretto a vagare negli abissi tenebrosi dell’ignoranza. Altri miti, identificano Afrodite e Ares, come genitori di Eros.

Astrosciamanicamente l’eros è governato da Marte (Ares) e rappresenta la forza motrice originale della realtà separata, il potere propellente del desiderio, e anche la spinta incessante ad agire, per recuperare le parti perdute dell’anima e la nostra natura remultidimensionale.

Quando c’innamoriamo, una parte significativa del nostro sé multidimensionale è attivata attraverso la proiezione su un partner fisico, con l’intento di farne una parte di noi. È il corpo di quarta dimensione, il campo emozionale e l’elemento acqua ad essere attivato e proiettato sulla forma fisica di un’altra persona. Il risultato è che quando siamo vicini a questa persona, fisicamente o emotivamente, raggiungiamo l’apice della beatitudine e ci sentiamo completi. Sfortunatamente siamo portati a credere che l’altra persona fisica sia chi ci completa e che questo completamento ha luogo solo quando continuiamo a essere innamorati.

In realtà l’eros è semplicemente il punto di partenza di un lungo processo di completamento, che conduce alla consapevolezza della nostra natura multidimensionale.(1)

Lo stadio successivo comporta una disintegrazione della funzione dell’eros e può apparire come un processo di “disinnamoramento”. Questo accade quando parti ombra della nostra natura multidimensionale sono proiettate sull’altro, mentre le parti erotiche precedenti svaniscono o si alternano con forti alti e bassi. Allora ci avvediamo che la precedente proiezione amorosa non è l’altro, e questo può causare disappunto, frustrazione, collera, sgomento e forse la conclusione della relazione stessa.

Questa è in realtà la fase più potente della relazione, che può permetterci di fare passi da gigante nel processo di recupero e creare le basi per la sua trasformazione da relazione basata sulla paura a relazione sacra. Se scegliamo di accettare l’altro per come ci appare, identifichiamo le parti del nostro sé multidimensionale che si sforzano di essere riconosciute e integrate.

Riconoscere, onorare e amare qualunque cosa vedi nell’altro, implica riconoscere, onorare e amare te stesso. L’interazione esteriore con l’altro riflette le dinamiche interiori multidimensionali della nostra anima. Quando accettiamo di impegnarci e di innamorarci di tutti gli aspetti di un altro, inclusi i lati ombra, allora la nostra natura multidimensionale inizia a emergere. (2)

L’astrologia descrive sia le relazioni del nostro sé frammentato basate sulla paura che le relazioni sacre della nostra natura multidimensionale. L’astrologia fornisce una mappa completa della rete della vita e un tracciato del sé indiviso, dove tutti i sessi coesistono e l’interno si unisce all’esterno, indisturbato dall’allucinazione della separazione. Quando l’astrologia è impiegata sciamanicamente gioca un ruolo decisivo nell’identificazione e il recupero delle parti frammentate, agevolando con successo la loro integrazione nell’unità alla quale appartengono.

Astrologicamente, la posizione di Venere e del Discendente nella carta di un uomo tende a mostrare gli aspetti dell’archetipo femminile che possono attivare il suo eros o essere proiettati su un partner esterno. Questi aspetti si possono manifestare mediante una gran varietà di espressioni che spaziano dai più elevati ai più bassi aspetti del femminile. Secondo Jung questa è l’anima, la somma di tutte le qualità femminili inconsce che un uomo possiede. Per un uomo la posizione di Marte rappresenta gli archetipi con cui s’identifica o a cui aspira, così da far scattare il principio dell’eros in un altro e attrarre parti frammentate della sua anima.

In una donna la posizione di Venere generalmente rappresenta il particolare archetipo femminile con il quale s’identifica o a cui aspira per attivare il principio dell’eros in un altro e attrarre parti maschili mancanti della sua anima. Per una donna è la posizione di Marte, insieme a quella del Discendente, che mostra gli aspetti dell’archetipo maschile che può attivare il suo eros o essere proiettato su partner esterni. Quest’aspetto di nuovo si manifesta mediante varie forme che spaziano dagli aspetti maschili più elevati a quelli più bassi. Per Jung è l’animus, la somma di tutte le qualità maschili inconsce che una donna possiede.

Sebbene il Discendente, Marte e Venere astrologicamente incarnino l’anima o l’animus, vi sono anche altri elementi significativi che identificano le polarità maschili o femminili, sia nelle relazioni basate sulla paura che nelle relazioni sacre.

Nel Symposium di Platone, c’erano originariamente tre sessi “perché il sole, la luna e la terra sono tre; e l’uomo era originariamente il figlio del sole, la donna della terra, e l’uomo-donna della luna, [la Terza Parte] fatta di sole e terra”. In quest’ottica il Sole costituisce la polarità maschile, l’Ascendente che sta per la Terra, rappresenta la polarità femminile, e la Luna, la Terza Parte. Da una prospettiva più strategica ed esperienziale ognuno di questi tre riferimenti astrologici può rappresentare uno qualunque dei tre sessi. Il Sistema Trinitario Astrosciamanico, includendo la posizione di Sole, Luna e Ascendente, fornisce una chiave per comprendere le dinamiche multidimensionali delle relazioni, come pure un codice strategico per trasmutare le relazioni basate sulla paura in relazioni sacre.

Il lavoro astrosciamanico sulle relazioni implica il recupero di tutti gli aspetti proiettati su partner esterni e lo sviluppo di uno stato in cui sono pienamente integrati e riconosciuti attraverso la partecipazione consapevole della Terza Parte, non importa con chi siamo coinvolti in una relazione esterna o se non abbiamo affatto una relazione.

© Franco Santoro

Note:

(1) Questa fase iniziale è esemplificata dal primo stadio del Rituale di Base del Sacro Cono che attiva la sfera dell’intento originario e del desiderio.

(2) Questa fase è esemplificata dal secondo stadio del Rituale di Base del Sacro Cono, che è la sfera del rilascio, della concimazione e della trasmutazione sacra, mentre il terzo stadio del rituale incarna l’attivazione misteriosa della Terza Parte, il riempimento del Vuoto, l’Accesso alla nostra Identità Multidimensionale Centrale.

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