Nel nostro viaggio attraverso gli Arcani Maggiori raggiungiamo ora una delle carte convenzionalmente più attraenti. A prima vista la carta degli Amanti tende a suscitare in molte persone una sensazione piacevole, associata inevitabilmente anche a storie d’amore. Poiché tali temi si collocano al primo posto nella cartomanzia mondana, o previsione del futuro, questa carta ovviamente gode di una reputazione di prima classe. Tuttavia, nonostante le sue correlazioni romantiche, la carta enfatizza trasparenza, innocenza e sacralità in ogni tipo di relazioni, incluse quelle che non hanno nulla a che vedere con le storie d’amore romantico.
La qualità di una relazione pura e santa è rappresentata in particolare nei Tarocchi Rider Waite, dove, in uno scenario da Giardino dell’Eden, una trinità, un uomo e una donna senza veli, sono presieduti e benedetti dall’Arcangelo Raffaele (associato con l’Aria e Mercurio) con le ali spiegate. Il sole splende allo zenith mentre in basso c’è una montagna, e ai lati, dietro l’uomo e la donna, l’ Albero della Vita con dodici frutti e l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male con il serpente.
Nei Tarocchi dei Santi di Robert Place, sono apparentemente evidenziate implicazioni convenzionali nelle relazioni mediante l’associazione degli Amanti a San Valentino, il patrono degli innamorati celebrato il 14 febbraio. Nella carta il santo interpreta la parte dell’angelo che benedice gli amanti dall’alto. Valentino fu un prete martire dei primi periodi del cristianesimo. Fu giustiziato perché univa in matrimonio segretamente i soldati e le loro spose contro la volontà dell’Imperatore, che aveva ordinato ai soldati di rimanere celibi per non creare attaccamenti che interferissero con i loro doveri.
In mazzi più tradizionali, come i Tarocchi di Marsiglia, la carta è chiamata L’Innamorato (L’Amoureux) e raffigura un giovane uomo che sta per essere colpito dalla freccia di Cupido. Sta in piedi tra due donne: una donna matura dai capelli scuri che indossa un vestito rosso, gli poggia la mano sinistra sulla spalla, mentre avvicina la destra ai genitali, e una giovane donna bionda vestita di blu, che indica con la mano sinistra il cuore dell’uomo e con la destra la sua stessa pancia. Questa carta esemplifica il confronto con una scelta, che a livello esoterico implica la scelta tra l’ordinario e il non ordinario, il buio e la luce, la separazione e l’unità.
Secondo la tradizione ermetica del Golden Dawn, il sistema zodiacale che impieghiamo in questi articoli, la carta degli Amanti è associata ai Gemelli. Questa corrispondenza consente all’idea degli amanti di trascendere le sue connotazioni romantiche o sociali.
I Gemelli suggeriscono immediatamente un rapporto luminoso, innocente e giocoso tra le parti coinvolte, e una relazione gemellare, tra fratello e sorella, piuttosto che un tradizionale rapporto di coppia. È la fratellanza e la sorellanza che l’angelo sembra benedire come l’impegno supremo. È anche ciò che col tempo rimane in una relazione, una volta che tutti gli strati esteriori sono stati eliminati e la coppia si rivela infine nella sua autentica nudità. È la discriminazione tra quelle che Un Corso in Miracoli chiama relazioni speciali, che sono rapporti egocentrici basati sulla separazione e la paura di Dio, e le relazioni sante, connessioni fondate sull’unità, l’amore incondizionato e Dio.
Quando questa carta compare in una lettura, è spesso un invito a fidarsi del cuore, non importa quanto sembra irrazionale o paradossale. Gli Amanti ci mostrano l’apertura di una porta, spingendoci gentilmente a varcarla. Qui c’è all’opera una profonda purezza, che può facilmente essere contaminata da implicazioni convenzionali del termine “cuore” e causare confusione.
Ciò che ispira il cuore degli Amanti non è un orientamento romantico, sessuale o terreno. È uno stato di pristina trasparenza, una resa gentile e naturale alla volontà di Dio, attraverso la quale il vero Amore è spontaneamente destinato a fiorire.
Gli Amanti enfatizzano un nudo e benedetto riconoscimento delle polarità, il cui scopo è la loro armonizzazione e anche, infine, la loro dissoluzione. Da una prospettiva esoterica la divisione in generi sembra essere la caratteristica tipica della realtà separata e della nostra configurazione umana arbitraria. Poiché l’ego è basato sulla credenza nella separazione, proietta la sua convinzione nel mondo, sperimentato come una realtà di dualità.
L’incapacità o il rifiuto di percepire l’unità, ci confina in un mondo frammentato dove le relazioni rappresentano la principale strategia d’imprigionamento. Un modo in cui questa prigionia viene promossa è descritto in un saggio di Marnia Robinson (clicca qui), che menziono per riconoscere un prospettiva significativa, con cui non mi riconosco necessariamente.
Quando viene chiesto a Gesù qual è il più gran comandamento della Legge, egli risponde “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.” Poi aggiunge un secondo comandamento, “Amerai il prossimo tuo come te stesso.” Sottolineando che “da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti.” (Matteo 22:36-40).
Come parte della loro sfida iniziale, gli Amanti si confrontano con il ruolo unico che ognuno di noi deve ricoprire a questo proposito. Questo primo comandamento sull’amore per Dio è intrecciato al secondo sull’amore per gli altri, che è legato all’amore per se stessi, come in “Ama il prossimo tuo come te stesso.” (Matteo 19:19).
Il primo passo degli Amanti è l’amore incondizionato per se stessi, che inevitabilmente implica l’allineamento con la fonte d’amore incondizionato dentro di sé: il Dio cui si fa riferimento nel primo comandamento. Lasciando andare inesorabilmente la percezione separata di noi stessi diventiamo sempre più capaci di vedere noi stessi negli altri e camminare insieme su un sentiero di guarigione comune.
La fase dell’amore per se stessi è un processo continuo, che procede insieme alla fase gemella dell’amore per il prossimo. Procedendo sul sentiero spirituale di guarigione, aumentiamo quest’amore di sé, rendendoci conto gradualmente e profondamente col passar degli anni, “che Dio realmente ti ama di un amore senza fine. Sei amato e sei degno d’amore. Ogni qualvolta provi ad acquisire o approfondire quest’attitudine verso te stesso, stai cooperando con la grazia di Dio”.
Allo stesso tempo l’amore di sé aumenta attraverso la profonda connessione con gli altri, “ascoltando e fidandosi, amando e (cosa più difficile) permettendo a te stesso di essere amato, perdonando sinceramente e (cosa difficilissima) cercando il vero perdono personale, allargando il proprio cerchio di compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e la totalità della natura nella sua bellezza.”[i]
Finché stiamo in questo mondo separato, ci confrontiamo inevitabilmente con ciò che vediamo o sentiamo con i nostri corpi, non importa se indulgiamo nel loro uso o proviamo a negarli. Nella nostra vita umana, Dio, sé e gli altri sono parti dello stesso scenario nell’espressione del nostro Amore. E qui gli altri rivestono un ruolo speciale, perché è attraverso loro che possiamo trovare una sincera e profonda comprensione di chi è Dio. “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.” (Prima Lettera di Giovanni 4:20).
Molte relazioni umane sono dipendenti, egoistiche e distruttive. Tuttavia questo è quello che abbiamo in questo mondo, e lo scopo è guarirle indipendentemente da come sono, confidando che attraverso lo Spirito Santo “queste relazioni possono diventare la cosa più santa sulla terra – i miracoli che indicano il cammino verso il ritorno al Cielo.” Proprio come l’ego impiega relazioni speciali per favorire la separazione, “lo Spirito Santo le trasforma in lezioni perfette di perdono e risveglio dal sogno. Ciascuna di esse è un’opportunità per guarire le percezioni e correggere gli errori. Ciascuna di esse è un’altra opportunità di perdonare se stessi perdonando l’altro. E ciascuna di esse diventa ancora un altro invito per lo Spirito Santo e per ricordare Dio.” (UCIM, Cosa dice? p.10).
Gli Amanti lungi dal negare i propri corpi, li espongono nella loro immacolata nudità e alla luce del Sole. Ribaltano anche il processo della caduta in Gemelli, perché qui sono benedetti dall’angelo, ed è lui che la donna guarda, voltando le spalle al serpente, mentre l’uomo guarda fiducioso la donna.
La benedizione in questo caso è sulle relazioni genuine e fiduciose, che non hanno necessariamente bisogno di essere sessuali o romantiche. I veri amanti svelano ogni segreto, la loro nudità non è intesa ad esprimere erotismo o attrarre il partner. È un segno di trasparenza verso Dio e l’altro.
Questo implica un impegno che non richiede automaticamente di essere fisico. In quanto tale, può non avere niente a che fare con quello che gli amanti o le coppie fanno in senso convenzionale. Poiché il loro impegno non riceve riconoscimento ufficiale nella realtà ordinaria, coloro che lo sperimentano possono sentirsi confusi o fuori posto. E tuttavia è questo vincolo senza etichetta che ha continuato a ispirare e a generare vero amore attraverso tutte le epoche della nostra realtà separata.
Gli Amanti esemplificano una connessione multidimensionale, che da una parte va oltre la nostra comprensione umana, mentre dall’altra è profondamente ancorata nella qualità del nostro cuore umano. E inevitabilmente scatena un conflitto tra le due parti della nostra natura, e tuttavia la sua funzione è incoraggiarle a comunicare e a riunirsi infine nella loro interezza originaria.
L’associazione con i Gemelli enfatizza la comunicazione sacra, il profondo bisogno dell’anima di contattare il suo gemello, recuperando il sé frammentato nella consapevolezza evidente della sua immacolata originale concezione.
In Meditazione sui Tarocchi, una delle più importanti opere della Cristianità esoterica, gli Amanti sono collegati ai tre voti di obbedienza, povertà e, soprattutto, castità, in quanto opposti alle tre corrispettive tentazioni, per un totale di sei, che è il numero di questa carta. Questo rivisita l’origine dell’umanità, così com’è descritta nella Genesi, e colloca la scelta all’incrocio tra i tre voti e le tre tentazioni.
Tenendo presente che le tre tentazioni non sono altro che l’opposto dei voti e che conducono alla separazione e ad un mondo frammentato, i tre voti seguono i modelli del Giardino dell’Eden. Obbedienza sta per unità con Dio, povertà significa possedere ogni cosa senza essere attaccati a niente, e castità è avere un buon rapporto con la propria compagna, che è allo stesso tempo moglie, amica, sorella e madre.
Castità significa amare con la totalità del proprio essere ed è l’espressione dell’amore nella sua interezza, ed è quello che, secondo lo sconosciuto autore, caratterizza gli Amanti. Naturalmente, c’è roba più pesa qui, tuttavia non tratterò altri temi, perché grazie a Dio siamo in Gemelli!
Gli Amanti, come ho detto più succintamente una decina di anni fa in uno scritto apparentemente meno canonico, è la carta degli amanti multidimensionali, delle anime gemelle e dell’amore incondizionato nelle relazioni. Qui l’amore, lungi dall’essere governato dal regno acquatico delle emozioni, è associato alla luminosità aerea dei Gemelli.
La carta insegna che l’amore è in primo luogo un atto di comunicazione sacra e allineamento con la rete della vita. Si tratta di rispondere alla propria autentica chiamata di vita e a chi o a che cosa sinceramente e appassionatamente ci attrae, incuranti se questo concorda con i condizionamenti, le dottrine o i sistemi di credenza. Si tratta di rimanere coraggiosamente fedeli alla propria natura multidimensionale e recuperare pienamente il luminoso sentiero verso la totalità.
[i] The Essential Catholic Handbook: A Summary of Beliefs, Practices and Prayers, p. 15.
Tratto da Franco Santoro, Viaggio astrosciamanico nei Tarocchi (clicca qui per accedere all’opera)