Guarire le relazioni: la tua mente ha la chiave (parte uno)

dramacasale2Quando affrontiamo il tema delle relazioni umane da una prospettiva sciamanica e multidimensionale, la domanda di maggior rilievo è: chi è che cosa realmente si relaziona in una relazione?

Se, come sembrano concordare la maggioranza dei ricercatori ed esploratori della coscienza, noi non siamo corpi fisici, o i nostri corpi fisici non sono ciò che sembrano essere, allora una relazione tra due esseri umani, non importa come ci appaia, ha ben poco a che fare con le interazioni tra due corpi fisici.

Le nostre relazioni umane non riguardano l’incontro con particolari persone, come noi le identifichiamo dal loro corpo fisico, dal nome, ruolo sociale e atteggiamento esteriore.

Non sembra neppure che le relazioni siano interazioni emozionali. Non sono regolate da reazioni emotive, dal fatto di provare un sentimento per qualcuno, come amore, attrazione, turbamento, rabbia ecc.

Le risposte emozionali o fisiche sono un puro e semplice eco di un rapporto ben più profondo che si sviluppa al livello della mente, che è in definitiva la facoltà principale coinvolta nelle nostre relazioni. Per questo motivo una relazione può essere descritta come un’attività mentale, il risultato di due o più menti, che possono a volte usare i corpi o le emozioni come veicoli per le loro interazioni mentali, in modo opzionale e provvisorio e mai come requisito.

Il termine “mente” è qui usato per rappresentare quella parte di noi che comprende pensieri, consapevolezza, intento, volontà e capacità di esprimere o esercitare scelte. Nel suo stato naturale la mente è in accordo con lo Spirito, ossia la parte che è connessa con Dio[i] attraverso la sua identificazione con il tutto, la rete della vita, ecc. Questo è raramente il caso nella nostra realtà ordinaria basata sulla separazione, in cui la mente è divisa in due parti: una parte è in armonia con il Tutto e l’altra separata fondata sull’ego.[ii] Quest’ultima parte, che dà origine all’ingannevole nozione di una “mente individuale”, è il risultato di una percezione arbitraria e illusoria. Tuttavia, poiché queste illusioni si rivelano in forme che sembrano qualcosa, per tutto il tempo che restiamo in questo mondo, non possono essere rinnegate perché solo esse appaiono reali.

Il corpo fisico umano, come noi apparentemente lo percepiamo nella nostra realtà di separazione, è la principale forma ingannevole usata dall’ego, una struttura di carne posta intorno alla mente, una gabbia illusoria volta a dimostrare e preservare il paradigma dell’ego di un io diviso. Questo corpo pare essere tipico solo degli esseri umani e, come alcuni sciamani lo descrivono, è un conglomerato di “campi energetici che sono stati corrotti e distorti da una vita di abitudini e usi sbagliati”[iii], da un sistema illusorio di credenze e false percezioni.

L’ego ha creato questo corpo fisico scisso allo scopo di promuovere un sistema di pensiero basato sulla separazione, che include anche il presupposto che non ci possa essere via di scampo da questo sistema. La conseguenza di ciò è che se da un lato il corpo fisico diventa un culto, con moltitudini di fedeli sia nel mondo spirituale sia in quello mondano, dall’altro, sottilmente o palesemente, è profondamente odiato e biasimato come causa di ogni male.

Con il termine “corpo” ci riferiamo alla forma fisica umana come la percepiamo comunemente: un corpo separato, in competizione con altri corpi e disconnesso dalla totalità della realtà fisica. Questo corpo non ha niente a che fare con il vero mondo fisico che è una totalità priva di frammenti e di possesso personale. Ciò che l’ego rivendica è il corpo separato, la forma fisica scheggiata, uno strumento volto a fomentare emozioni e pensieri autistici.

“Lo usa per attaccare gli altri e ricercare piaceri fisici. Lo abbellisce per sentirsi speciale ed attrarre amanti speciali. Usa la malattia, la vecchiaia e la morte per provare che noi siamo deboli e colpevoli e che Dio è morto. Lo Spirito Santo guarda il corpo neutrale, come non avesse alcun potere sulla mente. Lo vede come un mezzo e non come un fine, uno strumento per raggiungere i nostri fratelli e portare loro amore, perdono e guarigione. In questo modo può essere un utile strumento.”[iv]

(per la parte due di questo articolo clicca qui)

© Franco Santoro
[i] Dio è inteso qui come Identità Multidimensionale Centrale, Sé Indiviso e Amore Incondizionato, e non denota identificazione con uno specifico credo o genere. Ciò che conta è l’esperienza di Dio, non il termine che usiamo. Se il termine Dio causa rancori, sentiti libero di sostituirlo con un’altra parola. Tuttavia desidero sottolineare che qualunque lavoro spirituale profondo, a mio avviso, ci metterà comunque di fronte a tutti i rancori che abbiamo verso il termine Dio allo scopo di guarirli.
[ii] Il termine ego è il latino di “io” ed è usato in vari contesti con diversi significati. Qui l’ego si riferisce alla psiche o sé individuale fondato sulla credenza di essere un’identità separata distinta dagli altri nel corpo, emozioni, mente e spirito.
[iii] Carlos Castaneda, The Wheel of Time, Penguin, 1998, p. 159.
[iv] Robert Perry, A Course Glossary, 158 Definitions from A Course in Miracles, p. 5.

 

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