I Gnawa

La religione islamica, ben lungi dall’essere un rigido blocco di credenze, accetta e comprende un’ampia varietà di pratiche ed espressioni che cambiano in base alle culture e i costumi ancestrali dei paesi che l’hanno adottata, con particolare riferimento alle cerimonie sciamaniche di guarigione.

In Marocco, i Gnawa, un gruppo etnico formato dai discendenti di schiavi dell’Africa subsahariana, e le loro confraternite mistiche, costituiscono uno dei tanti esempi di integrazione tra pratiche sciamaniche, sufismo e islamismo.

Sebbene i Gnawa operino in un’area controversa di confine tra realtà ordinaria e multidimensionale, le loro capacità terapeutiche e non ortodosse di intermediazione con gli spiriti sono ampiamente riconosciute e impiegate nella società marocchina.

I rituali dei Gnawa includono canti con ripetizioni costanti del nome di Allah (swt) e iniziano con invocazioni tradizionali al Profeta, a ‛Abd al-Qā´dir al-Gīlā´nī, uno dei padri del sufismo, fondatore della Qādiriyya, la più antica e diffusa confraternita mistica del mondo islamico, e a Bilal, il loro santo patrono. Gli aspetti più propriamente sciamanici dei loro riti comportano litanie e danze in onore di spiriti (jinn).

Nella religione preislamica, come in quella musulmana, i jinn (o jinna) sono entità invisibili di quarta dimensione che vivono in una realtà parallela a quella umana, un’area di intermediazione tra mondo angelico e umanità. Similmente agli esseri umani sono dotati di intelligenza e libero arbitrio, si sposano e riproducono, e possono avere caratteri maligni o benevoli. A differenza degli uomini hanno rapidità di movimento, possono assumere qualsiasi aspetto fisico, e influenzare la mente di altre creature. Secondo il Corano i jinn furono creati da Allah (swt) da una fiamma senza fumo e abitarono per primi la Terra.

Una cerimonia tipica è il Lila (“notte” in arabo) che in genere dura dal tramonto all’alba, e che spesso si protrae per diverse notti. La lunghezza di una Lila dipende dal numero di jinn che sono invocati, dall’intento della cerimonia e pure dalle risorse economiche di chi la organizza.

Il Lila è solitamente celebrato per motivi di guarigione da possessioni infauste di jinn, con finalità adorcistiche, piuttosto che esorcistiche, o per favorire il contributo di jinn benevoli. Nelle loro cerimonie i Gnawa impiegano danze e musiche rituali dedicate a sette famiglie di jinn, caratterizzati da colori, incensi, fragranze, suoni, movimenti ed espressioni particolari. Ogni famiglia è identificata da un Melk (plurale Mluk), un’entità che raggruppa jinn con particolari qualità, che viene evocata per negoziare guarigioni e accordi, placando eventuali discordie con compensazioni.

Ciascun Melk è evocato eseguendo i suoi specifici movimenti e passi di danza, usando appositi suoni, canti e colori, incensi e abiti colorati.

I sette colori delle famiglie di jinn sono: Blu scuro, in onore di Sidi Mousa, signore del Mare; Blu chiaro, per Sidi Sma, signore del Cielo; Rosso, per Sidi Hammou e gli spiriti del sacrificio; Verde, per Shorfa, la famiglia del Profeta; Nero, per Sidi Mimoun, Lalla Mimouna, spiriti della foresta, maschile e femminile; Giallo, per tutte le femmine jinn.

La musica delle cerimonie dei Gnawa è altamente ipnotica, in grado di indurre forti stati di trance. I Gnawa sono considerati specialisti nel trattamento sciamanico del morso dello scorpione e di ciò che esso rappresenta sul piano spirituale. Le loro pratiche hanno per certi versi alcune somiglianze con quelle del tarantismo, dove gli animali di riferimento sono il ragno e il serpente.

Il Marocco è un paese in cui la trance estatica si respira in molti aspetti della vita, in una maniera indecifrabile per l’osservatore occidentale, che, tranne alcune eccezioni, spicca per la sua capacità di spezzare come una tagliola la trance e l’accesso a stati estatici di coscienza. Nel Marocco questi stati fanno parte dell’ordinarietà, non richiedono l’impiego di tecniche sofisticate o sostanze sciamaniche di moda, si sviluppano mediante la musica e la danza.

In un villaggio berbero vicino a Ouzoud ho avuto l’onore di partecipare a una cerimonia Gnawa informale, in un clima famigliare, con bambini, donne, uomini, anziani, ognuno connesso intimamente con il senso dei canti e delle danze.

Ouzoud è in una provincia prevalentemente berbera. I Berberi (Imazighen), che significa “uomini liberi” sono le popolazioni autoctone dei territori nord-africani occidentali. La trance fa parte del loro stile di vita, che è rimasto tale anche dopo l’avvento dell’islamismo, integratosi perfettamente con le usanze autoctone. La differenza è che i canti contengono riferimenti alla religione musulmana, e hanno acquisito ancora più potenza, come conseguenza.

In Marocco terrò un seminario astrosciamanico di guarigione in un villaggio tenda (camp Sunshine) e kasbah, presso Ouzoud, che è famosa per essere una tra le cascate più belle del mondo. Avrà luogo dal 1° al 5 maggio 2016, clicca qui per informazioni.

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