Il Gran Leone

Le verità su questo e altri mondi sono occultate agli adulti, e in particolare agli intellettuali e ai sapienti ordinari, e rivelate soltanto ai bambini o a coloro che sono in grado di ritornare bambini.

Il segno del Leone tradizionalmente risplende come il più importante emblema di potere regale e oro alchemico. Rappresenta le qualità del Sole, che non è il falso sole che viene e va, cambiando drasticamente i suoi effetti sugli esseri umani in base ai mutamenti stagionali o giornalieri. È il Sole che risplende sempre anche nel cuore della notte e concede doni generosi in ogni momento. Questi doni sono accessibili solo a coloro che hanno occhi per vedere oltre le apparenze di questo mondo, gli occhi incontaminati di un bambino.

È durante i loro giochi che i quattro bambini in “Le Cronache di Narnia” escono dalla realtà ordinaria e raggiungono un mondo dove alla fine incontrano Aslan, il Gran Leone. E man mano che le loro avventure si espandono scoprono altri mondi dentro i mondi. “Quanto più lontano vai, tanto più grande diventa ogni cosa. L’interno è grande come l’esterno” spiega il Signor Tumnus (il fauno) a Lucy Pevensie (la più piccola dei quattro bambini) nel settimo ed ultimo libro di Narnia. Lucy comincia a vedere sempre più chiaramente. Si rende conto che il giardino non è un giardino ma un intero nuovo mondo, con fiumi e foreste, montagne e cascate. E tuttavia non è affatto strano, perché lei lo conosceva già.

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