Intento e Funzione

Il termine Intento rappresenta un ingrediente di base del lavoro astrosciamanico. Esso indica l’espressione più pura del nostro scopo nella vita, o in una certa situazione, così come risulta comprensibile nella realtà di separazione creata dall’ego. La definizione dell’Intento crea un campo di energia che consente di assumere totale responsabilità e di attirare le forze di cui abbisogni. “Il valore di decidere in anticipo ciò che vuoi che succeda è semplicemente che percepirai la situazione come un mezzo per farlo accadere. Quindi farai ogni sforzo per guardare al di là di ciò che interferisce col raggiungimento del tuo obiettivo, e ti concentrerai su tutto ciò che ti aiuta a raggiungerlo” (UCIM, Testo, p. 390). L’Intento è lo strumento di base per la trasformazione interiore quando si allinea con la Funzione, vale a dire allorché cessi di usare la volontà per alimentare l’ego e la usi per contribuire alla realizzazione del tuo effettivo scopo su questo pianeta.

Il termine Funzione, anch’esso ampiamente impiegato, s’identifica qui con il perdono, inteso come rilascio, disfacimento o guarigione delle illusioni di separazione create dall’ego. Il perdono è il massimo fine perseguibile a livello umano e rappresenta, nelle parole di Un corso in miracoli, la chiave per la vera felicità. In quanto tale, si tratta di un compito che si basa su una tua scelta e che non dipende da Dio. “Dio non perdona perché non ha mai condannato. E ci deve essere condanna prima che si renda necessario il perdono. Il perdono è il grande bisogno di questo mondo, ma ciò avviene perché questo è un mondo di illusioni. Coloro che perdonano si stanno così liberando delle illusioni, mentre coloro che negano il perdono si stanno legando a esse. Dal momento che condanni solo te stesso, così perdoni solo te stesso” (UCIM, Libro degli esercizi, p. 75).

L’Intento è un requisito di base nei viaggi sciamanici e in ogni pratica spirituale poiché permette di rendere chiara la vera motivazione nell’intraprendere una o più azioni. In questo modo le forze evocate sono messe in condizione di operare. Il fatto che l’Intento debba essere collegato alla Funzione non significa che i loro contenuti sono gli stessi. Per l’astrosciamanesimo l’Intento è semplicemente ciò che, allo stato della tua attuale consapevolezza, senti onestamente di volere. Non importa di cosa si tratta, o se può sembrare banale o egoistico.

Per garantire trasparenza e pronunciamento da parte di ogni lato significativo di noi stessi, consideriamo tre tipi di Intento in relazione ai tre mondi (alto, medio, basso). Questo permette di evitare conflitti o compromessi. L’intento basso riguarda ciò che vuoi per te stesso, per la tua soddisfazione personale, esplicitamente egoistico, senza riguardo per gli altri o le circostanze della vita. L’intento alto è in relazione con una visione espansa, luminosa, che apporta una soddisfazione elevata e spirituale. L’intento medio è una mediazione ed equilibrio tra gli altri due intenti, un adattamento di ciò che vogliamo alle circostanze della vita. Quel che conta è determinare con precisione quali sono questi intenti, anche se sembrano essere in conflitto tra loro.

Quello che conta è determinare con precisione ciò che vuoi e quello che sei disposto a dare in cambio. “L’obiettivo deve essere formulato chiaramente ed essere tenuto in mente.” (UCIM, Testo, p. 82). Quando sei chiaro e onesto riguardo l’Intento, e t’impegni sin dall’inizio a realizzarlo responsabilmente, i risultati non si fanno attendere. Qualsiasi lavoro sciamanico si fonda su questa premessa. L’ego non s’impegna mai veramente perché prima di tutto non sa che cosa vuole. L’ego conosce solo ciò che non vuole, questa è l’unica cosa su cui è molto chiaro. E questo è il motivo per cui la maggior parte delle persone, continuando a pensare a quello che non vuole, perde di vista il proprio scopo nella vita e alimenta ciò che teme maggiormente.

L’aderenza all’Intento permette di confrontare subito la tua operatività, di mettere in moto le energie e accettare di fare degli errori per poi correggerli in base allo sviluppo graduale della percezione. Essere operativi riguardo i propri intenti non significa necessariamente manifestarli nella vita pratica. La prima fase di manifestazione di un intento concerne la realtà superna, il piano dell’immaginazione, in cui lo consideri nel corso di un viaggio sciamanico, sviluppandolo in una dimensione alternativa; la seconda fase riguarda la realtà ieratica, il piano teatrale e rituale, in cui lo metti in atto fisicamente, come finzione e  simbolicamente, senza condizionare la vita ordinaria; la terza fase comporta la manifestazione nella realtà omologata, quella considerata come effettiva. Spesso un intento si esaurisce già nella prima fase o nella seconda, e non necessita manifestazione sul piano fisico della realtà ordinaria. Questo consente di poter soddisfare ogni intento indipendentemente dalle circostanze della vita e soprattutto quando queste non lo permettono. V. Tre realtà: superna, ieratica e omologata

Il pensiero è creativo e dà forma alla realtà della tua vita. Le persone di successo conoscono il potere della mente e sanno come impiegarlo. Questo non vuol dire che il loro percorso sia necessariamente spirituale. Talvolta, se t’impegni, puoi ricevere delle ricompense da parte dell’ego. Tuttavia, se esse non hanno nulla a che fare con la tua vera natura, questi doni si dissolvono presto come nubi. A questo riguardo è difficile stabilire dei valori generali riguardo la qualità e il contenuto dell’Intento. Ciò che rende l’Intento sacro non è il suo contenuto, ma la sua disponibilità a collegarsi con la Funzione. È come la seguente preghiera: “O Spirito, la mia percezione è limitata e sono consapevole di non essere pienamente a conoscenza di ciò che voglio. Per quello che in questo momento percepisco della parte più luminosa che è in me, io sento che voglio …… e sono pronto a darmi da fare per realizzarlo. Questo è il mio Intento che collego alla Funzione, a significare che, in qualsiasi momento, sono disposto ad abbandonarmi alla Tua più alta volontà”.

(per l’articolo successivo clicca qui)

L’Intento ti confronta direttamente con ciò che è tangibile nella vita, qualcosa di immediato. Non è un concetto filosofico, è una realtà proprio concreta che vivi sulla tua pelle, in qualità di essere umano, nonché come essere spirituale.

L’Intento è in rapporto con quello che desideri, con ciò che vuoi in questo momento della vita. A volte prevale quello che non vuoi, tuttavia se sei cosciente delle cose che non ti piacciono è anche quello un punto di partenza che va bene, basta semplicemente tradurre, cambiare la negazione in un’affermazione.

È un momento di grande potere, quello dell’Intento, perché entri in rapporto con l’impiego della forza di volontà. A volte l’atto di volere è visto come qualcosa di egoistico o impertinente, come se non sia lecito appunto volere. Al contrario nell’espressione della volontà ti confronti con la chiave di svolta del lavoro di guarigione.

Il motivo che rende l’Intento molto potente è il fatto che è l’unica cosa su cui sia l’ego che la parte spirituale si trovano d’accordo. Entrambe riescono a capire il concetto d’Intento. Ecco perché è un momento facile di operatività per tutti e due. Una volta che l’energia diventa operativa, si tratta poi di dirigerla da una delle due parti: l’ego o il sé multidimensionale. Certo, in molti casi, è ancora l’ego che vince. Tuttavia, almeno mediante l’esercizio dell’Intento hai attivato l’energia, ed è sicuramente meglio avere un intento egoistico, ed esserne consapevoli pienamente, che non avere alcun intento.

L’ego più pericoloso e astuto è quello che evita l’Intento. È l’ego più nefasto, perché è un ego che finge di non essere ego. Egli la pensa in questi termini: “io non posso volere niente, è egoistico volere”. Fate attenzione a tale ego sofisticato perché è il più pericoloso di tutti. Egli lotta per combattere l’ego, semplicemente perché in questo modo nessuno lo può accusare di essere l’ego. Ma il punto qui è proprio questo, l’ego è in costante lotta con sé stesso. Laddove c’è lotta, antagonismo, competizione, c’è l’ego. Ne deriva che la parte in noi che lotta contro l’ego, che ci giudica ogni volta che facciamo qualcosa di egoistico, che ci impedisce di operare in modi che essa definisce “egoistici”, ebbene questa parte è sempre l’ego.

L’ego che dice “io voglio questo, quest’altro, eccetera”, che è proprio egoista fino in fondo, è in realtà il più semplice e inoffensivo, il più genuino, e anche quello più facile da gestire.

Quando lavori con l’Intento non devi stare a riflettere su cosa è giusto, cosa è sbagliato, ecc. Si tratta semplicemente di essere onesti e sinceri, perché l’Intento è il punto di partenza, non è il punto di arrivo. Parti dall’Intento, da quel che vuoi in questo momento, e anche se vuoi la più gran fesseria di questo mondo, però in questo momento vuoi proprio quella, hai da partire da lì, perché in quella fesseria c’è energia. Impieghi la parte più energetica a disposizione, quella che ha la maggioranza in quel momento. Parti con un governo forte, poi dopo nei corridoi si possono cambiare le cose, ma intanto parti con una buona maggioranza.

Allora c’è un altro elemento che è importante nell’Intento. È accessorio, non indispensabile perché si attiva ugualmente. L’altro elemento dell’Intento consiste in questo, a dire qualcosa del genere “Bene, questo è quello che voglio, e proprio ci tengo, anche se può apparire una fesseria per gli altri e pure per me. Quindi questo è il mio Intento. Allo stesso tempo mi arrendo anche a qualcos’altro, che qui io chiamo la volontà del mio sé multidimensionale. Questo potrebbe perseguire qualcos’altro di cui non sono consapevole, perché l’unica cosa di cui sono cosciente è il mio Intento. Parto con quello che voglio, con quello che mi appassiona, però in qualunque momento sono pronto ad aprirmi a una volontà più profonda”.

Quando l’Intento personale, vale a dire l’Intento secondo la tua prospettiva limitata, coesiste con l’Intento più grande, quello multidimensionale, che in astrosciamanesimo è chiamato “Funzione”, ecco che si apre il cancello del percorso di guarigione spirituale.

 

Potrebbe interessarti anche: