Vi sono aspetti di ciò che vuoi che nella realtà ordinaria non si manifestano perché sono intesi a essere realizzati da altre persone o da te stesso in una realtà parallela, in cui è presente un tuo doppio, una parte perduta della tua anima.
La tua percezione della realtà in molti casi rappresenta le radici, le fasi di concimazione, intese a permettere la fioritura di ciò che vuoi altrove. Ne deriva che le privazioni e frustrazioni di questa realtà svolgono un ruolo essenziale per la soddisfazione e l’abbondanza sia qui sia in altre realtà. Da una prospettiva olistica e multidimensionale, questo è il modo in cui funziona ogni aspetto dell’esistenza.
Ogni giorno nel corpo umano muoiono una media di 70 miliardi di cellule. In un anno l’intera massa cellulare del corpo muore. Con ogni ciclo stagionale ti ritrovi in un nuovo corpo, mentre quello precedente è stato sacrificato. Tuttavia, poiché ti identifichi con l’insieme di quel corpo e non con le sue unità cellulari, poco ti importa dei 70 miliardi di cellule che muoiono ogni giorno.
Similmente ogni secondo muoiono 107 persone, mentre nel corso di circa 100 anni l’intera popolazione umana muore e si rinnova. Da una prospettiva olistica il corpo umano è la cellula di un corpo immenso con proporzioni simili a quelle tra la singola cellula e l’intera massa cellulare. Ne deriva che la coscienza che sovrintende al funzionamento di questo grande corpo vive grazie alla morte dei piccoli corpi e alle frustrazioni delle loro vite. Statisticamente solo il 7% della popolazione umana realizza i suoi obiettivi nel corso di una vita, per cui il 93% muore privo di soddisfazione.
A sua volta anche questo grande corpo fa parte di un corpo e di una coscienza ancora più grande, e così via. La tua identità ordinaria accetta e promuove il sacrificio delle cellule del corpo, di cui nemmeno si accorge, così come il sacrificio di vegetali, minerali, animali che servono per nutrire il corpo umano. Ma quando si tratta del sacrificio del proprio corpo o della frustrazione di certi aspetti della sua vita, ecco che la cosa non è affatto gradita o compresa. Questo perché l’identità separata si immedesima con un corpo fisico e oppone resistenza a sacrificarsi per il benessere collettivo. Si tratta di un’identità disfunzionale, che da una prospettiva spirituale costituisce una grave malattia. Paradossalmente una grave malattia sul piano fisico può rappresentare invece il portale di guarigione per l’identità multidimensionale e il benessere spirituale.
Vi sono aspetti di ciò che vuoi che non sono realizzabili nella realtà fisica, appunto perché tramite questa realtà si realizzano altrove. Finché non comprendi questo, non solo starai regolarmente male, ma soprattutto non capirai chi sei.
Allo stesso tempo vi sono aspetti di ciò che vuoi che sono realizzabili in questa realtà, perché un’altra realtà si sta sacrificando a questo fine. Si tratta di capire quali sono, perché se non lo capisci, allora sì che in questo caso è un fallimento.
Da una prospettiva olistica occorre capire quali sono gli aspetti di ciò che vuoi che sono realizzabili in questa realtà, lasciando perdere gli altri. Se proprio non vuoi lasciarli perdere, si tratta di capire dove si colloca la parte di te che li sta realizzando e trovare un modo per diventare essa. Alla fine dei conti, in base alla prospettiva della tua percezione, puoi realizzare tutto, proprio tutto. Questo dipende da ciò che credi di essere. Ma chi credi di essere?
Da: Franco Santoro, Pronto soccorso multidimensionale: emergenze spirituali, mondi paralleli e identità alternative, Institutum Provisorium, 2020, pp. 22-23.