Relazioni tossiche

toxicrelaLe relazioni tossiche sono quelle che prosciugano la nostra energia vitale, impedendoci di essere ed esprimere chi siamo veramente, causando frammentazione e perdita definitiva dell’anima.

Si tratta di relazioni molto complesse e altalenanti, che non è possibile liquidare con poche parole. Questo non significa che tutte le relazioni di questo genere sono tossiche. Al contrario, tante relazioni complicate e ardue da gestire svolgono una funzione di guarigione, espandendo la nostra consapevolezza, consentendoci di risvegliare sia i nostri lati ombra sia quelli di luce.

Quando con una persona proviamo esperienze molto luminose e oscure, estatiche e dolorose, potrebbe trattarsi di una relazione psicotropica, un rapporto che consente l’accesso a stati alternativi di coscienza. Questa relazione svolge la stessa funzione di certe piante o droghe psichedeliche.

Queste relazioni sono preziose perché ci permettono di andare oltre i limiti della realtà consensuale e avere l’esperienza della nostra natura multidimensionale. Tuttavia, come certe piante e droghe psichedeliche, possono essere assai tossiche, pericolose e devastanti per la nostra salute psicofisica e spirituale. Questo accade quando ne diventiamo succubi e dipendenti, allorché non siamo capaci di gestirle e riconoscerle, tanto che la nostra intera vita degenera progressivamente e ci sembra non avere alcuna via d’uscita.

Le relazioni tossiche sono il risultato della degenerazione delle relazioni psicotropiche. Sono rapporti parassitari il cui scopo primario diventa promuovere dipendenza, asservimento e ogni tipo di sofferenza.

Le relazioni tossiche non sono nessariamente caratterizzare da violenze fisiche, abusi sessuali o altri esperienze negative plateali. Quando questo accade, per certi versi, è un vantaggio poiché ci permette di identificare immediatamente la natura pericolosa della relazione e la necessità quindi di allontanarci da essa.

Nelle relazioni tossiche la violenza e l’abuso ha luogo soprattutto a livello interiore, mediante dinamiche sottili e ambigue, che non è possibile identificare pienamente come negative. La tossicità si fonda su questa polarità cronica, sui continui alti e bassi, su cambiamenti costanti di scenario e sull’incapacità di capire cosa sta veramente accadendo.

In una relazione tossica da un lato sei oggetto di massima attenzione e venerazione, dall’altro accade esattamente l’opposto. Non importa quante precauzioni prendi c’è sempre qualcosa che alla fine non va bene. Ciò che dominano sono solo i pensieri e le emozioni di una parte. Per cui quello che accade dipende sempre dal suo umore,  e tutto può cambiare da un momento all’altro senza preavviso, provocando un senso estremo di malessere e disagio. Ma il problema maggiore è che questa situazione non è facile da riconoscere. La tossicità prolifera proprio in quei casi in cui il partner si sente lui stesso responsabile per quello che sta accadendo. Pur avendo l’obiettiva esperienza di essere oggetto di continui abusi, si trova a essere accusato degli stessi abusi di cui si sente vittima.

Un sintomo di tossicità consiste nel rompere il rapporto con un’altra persona, tradendola, abbandonandola, ecc., rigirando tuttavie le carte in tavola e facendo in modo che l’altra persona si senta responsabile di aver rotto il rapporto, di avere tradito e abbandonato. Questa situazione consente alla tossicità della relazione di non aver mai fine, in quanto una parte o entrambe operano strenuamente, senza spesso purtroppo avvedersene, per fare sentire l’altro in colpa e responsabile.

Se siete in una relazione di questo genere, non esiste possibilità di uscita, è una porta blindata che non si aprirà mai, anche perché dietro a questa porta c’è un muro. Si tratta di lasciare andare quella presenza in maniera definitiva, di interrompere ogni interazione anche a costo di legarsi le mani e imbavagliarsi la bocca, di accettare l’assenza e il dolore che ne deriva, di disintossicarsi.

Per disintossicarsi occorre tempo, perché una relazione tossica rappresenta il massimo livello di tossicità possibile, in quanto intacca l’anima nel suo profondo. Inoltre, da un momento all’altro, anche disintossicandosi, è possibile una ricaduta.

Se ti sei intossicato, questo è perché sei un’anima sensibile, troppo sensibile, per questo mondo. E occorre che tu lo sappia, che tu prenda ogni precauzione, perché laddove la tua sensibilità può essere causa di grande dolore, essa è soprattutto un grande dono, di cui questo mondo insensibile ha tanto bisogno.

Per disintossicarti non si tratta di imparare a essere freddi e insensibili, come lo sono tante persone, bensì occorre comprendere la natura della tua sensibilità, come puoi usarla in un modo luminoso. Ma per fare questo è necessario che lasci andare le sostanze tossiche, che ti metti in quarantena, che trovi presenze vicarie in grado di comprenderti, di sostenerti e che ti consentono di comprendere e sostenere gli altri per quello che sono.

© Franco Santoro

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