Religioni tradizionali

index1Negli ambienti delle spiritualità alternative vi sono spesso opinioni molto pregiudiziali sul cristianesimo, sul cattolicesimo, sull’islamismo e altre religioni tradizionali (al di fuori del buddismo). Quest’attitudine è sovente comune tra molti amici che incontro sul sentiero. Alcuni di loro, sebbene nati in paesi cristiani, a malapena posseggono nozioni sul cristianesimo a parte quello che hanno sentito o letto in ambienti spirituali alternativi e qualche pallida memoria dell’infanzia. Per non parlare poi dell’islamismo di cui la maggioranza delle persone in occidente ha una visione radicalmente distorta, intrisa di pregiudizi e falsità senza pari.

Sebbene non sia in sintonia con il fondamentalismo religioso o l’arida teologia che percepisco in certi aspetti delle religioni tradizionali, ciò non significa che il bambino va gettato via insieme all’acqua sporca. In effetti, imparare a discriminare tra il bambino e l’acqua sporca è la lezione fondamentale del perdono. E qui diventare fondamentalista nei confronti di ciò che percepisco come fondamentalismo, certamente non aiuta.

Possiamo percorrere il sentiero della guarigione solo se cessiamo di condannarci reciprocamente, solo se smettiamo di focalizzarci su quello che percepiamo sbagliato negli altri. I sentieri delle spiritualità alternative sviluppatesi negli ultimi decenni sono spesso solo un rifacimento, talvolta trito e commerciale, di percorsi sviluppati sin dai tempi più antichi.

Quando ci confrontiamo con forti rancori verso una tradizione, è forte la tentazione di criticare o abbandonare quella tradizione e percorrere un’altra via. Su un sentiero spirituale i rancori fanno parte della confezione ed è inevitabile incontrarli indipendentemente da dove siamo o andiamo. Allo stesso tempo Dio cammina con noi ovunque andiamo, il che significa che i rancori irrisolti continuano a seguirci finché non sono curati con l’aiuto di Dio.

Per molte persone il termine Dio ha perso interesse e in certi casi produce pure forti resistenze. Talvolta appare imbarazzante usare questa parola, perché facilmente scatena pregiudizi e disagi. Questo forse perché alcuni concetti di Dio provocano paura, colpa e giudizio. Dio è solo un termine, che può anche essere sostituito da altri termini o non avere alcun termine. Quel che conta qui è avere un’esperienza diretta di Dio, piuttosto che una comprensione intellettuale.

Ciò che molte persone lungo il sentiero spirituale cercano in questa epoca non sono formalità, dottrine o idee fisse, ma un’esperienza diretta di Dio, che è in vero l’essenza su cui si fonda ogni tradizione spirituale.

Per scopi didattici può essere utile talvolta lasciare la propria tradizione al fine di esplorare percorsi e rancori alternativi. E forse l’insegnamento più importante a questo riguardo è rendersi conto che alla fine c’è un solo sentiero, un solo rancore e soprattutto un solo Dio.

Il rancore è la separazione, o l’assenza d’Amore, e Dio è l’Unità, o la presenza d’Amore, e lo strumento di guarigione è il perdono, lasciare andare la nostra percezione separata, ossia il ricoscere esperienzialmente che Non c’è altro Dio al di fuori di Dio.

Franco Santoro

 

Potrebbe interessarti anche: