Sessioni di Pahai Interdimensional

La guarigione è un pensiero per mezzo del quale due menti percepiscono che sono una cosa sola e diventano felici. (UCIM, T5.1:1)

Pahai Interdimensional

Pahai Interdimensional è un metodo di guarigione, espansione e armonizzazione della coscienza derivato dall’astrosciamanesimo, inteso a facilitare il rilascio della percezione separata e il recupero della natura unificata e multidimensionale dell’essere.

Pahai Interdimensional impiega una serie di strumenti atti a facilitare l’esplorazione degli aspetti multidimensionali della coscienza, edificando un ponte con la realtà convenzionale e promuovendo guarigione, trasformazione e chiarezza d’intento.

Pahai Interdimensional è il termine impiegato dal 2018 per definire più propriamente il lavoro astrosciamanico sviluppato da Franco Santoro a partire dal 1978.

Il termine Pahai Interdimensional indica una serie di pratiche di guarigione che hanno lo scopo di risvegliare la consapevolezza operativa della nostra Identità Multidimensionale Centrale (IMC), ossia il sé unificato attraverso la connessione con lo Spirito Guida, o Spirito Santo. La guarigione si riferisce al recupero della nostra autentica natura, alla connessione con chi realmente siamo al di là di ciò che crediamo di essere. Il termine guarigione implica il ritorno a uno stato di benessere. Tale stato comporta la consapevolezza esperienziale della nostra interezza e unità. In un tempo e in uno spazio remoti, accadde qualcosa che generò il cambiamento della consapevolezza dell’unità nell’illusione della separazione.

“Nell’eternità, dove tutto è uno, si insinuò una piccola, folle idea, della quale il Figlio di Dio si è dimenticato di ridere. In questa dimenticanza, il pensiero è diventato un’idea seria, passibile sia di compimento che di effetti reali”. (UCIM, T27, VIII, 6:2-3). Questa folle idea è pensare di vivere come entità separate, mentre i suoi effetti reali sono l’ego e tutti i rancori percepiti nel mondo. Tuttavia, la memoria della nostra autentica natura non ci ha mai abbandonato. Sebbene nascosto da questo mondo separato, il nostro Sé originale ha continuato a sussurrare attraverso gli oscuri corridoi della mente, impiegando ogni sorta di strumenti per risvegliare la nostra vera matrice dell’unità. La guarigione è in realtà questo processo di risveglio.

Il termine healing (guarigione) deriva dall’inglese arcaico hælan che significa rendere intero o unire. Ne consegue che la guarigione è il recupero del senso dell’unità. Secondo questa prospettiva, la guarigione consiste nel creare interezza, contrariamente al processo opposto che è quello di creare separazione. In questo contesto esiste una sola malattia: il senso di separazione.

Quello che la guarigione guarisce è la percezione della separazione, la causa fondamentale di tutte le malattie in termini sciamanici. Questo significa anche che, in questo caso, una malattia non ha nulla a che fare con le condizioni del corpo fisico. È connessa alla mia incapacità di percepire la mia associazione con la rete della vita. Per questo quello che conta qui è il riconoscimento dello scenario più ampio di cui faccio parte. La guarigione a questo riguardo non ha lo stesso significato che potrebbe avere nel linguaggio convenzionale. La guarigione cui ci riferiamo non si occupa di infermità e malattie ordinarie. Una malattia può essere un sintomo di guarigione, mentre un apparente stato di benessere può riferirsi a un serio stato di cattiva salute.

“Innanzitutto, evitare la morte non è lo scopo per la pratica della medicina nelle tradizioni sciamaniche. La nostra occidentale mancanza di fiducia di questi sistemi, spesso deriva dall’osservazione che la guarigione sciamanica può non essersi risolta con un prolungamento della vita. La guarigione, per lo sciamano, è una questione spirituale. Si ritiene che la malattia abbia origine nel mondo dello spirito, dal quale prende il suo significato. Lo scopo stesso della vita è quello di essere indottrinati e iniziati nelle regioni visionarie dello spirito, e mantenersi in sintonia con tutte le cose sulla terra e nel cielo. Perdere la propria anima è l’eventualità più grave di tutte, perchè potrebbe eliminare qualunque significato della vita, ora e per sempre. Pertanto, il proposito di molte guarigioni sciamaniche è in primo luogo nutrire e preservare l’anima, e proteggerla dall’eterno peregrinare” (Jeanne Achterberg, Imagery in Healing: Shamanism and Modern Medicine, p.17)

“Luce e tenebre, vita e morte, destra e sinistra, sono tra loro fratelli; non è possibile separarli. Perciò né i buoni sono buoni, né i cattivi sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Per questo ognuno si dissolverà nel suo stato originale. Ma coloro che sono al di sopra del mondo sono indissolvibili ed eterni.” (Il Vangelo Secondo Filippo, in Bentley Layton, The Gnostic Scriptures, p. 330)

Sessioni di Pahai Interdimensional

Le sessioni individuali di Pahai Interdimensional sono integrate nello specifico sistema di credenze di chi le riceve. Questo significa che qualunque termine controverso per la persona in questione necessita essere evitato. Termini come “sciamanesimo”, “astrologia”, “astrosciamanesimo” utili in alcuni casi per illustrare il lavoro, possono in altre circostanze generare forti pregiudizi e ostilità rendendo vana ogni possibilità di intervenire in modo benefico su chi ha richiesto il nostro aiuto. L’arte dell’operatore consiste nello spiegare la natura del lavoro adattandosi il più possibile al linguaggio del ricevente. Non ha alcun senso usare un termine che per l’operatore ha un significato quando per il ricevente ne ha uno totalmente distinto. Quindi la prima cosa da fare in una sessione è comprendere che tipo di linguaggio, cultura e sistema di credenze ha il ricevente e fare il possibile per adattarsi a esso, indicando quando è necessario altri punti di vista, in particolare quando quelli della persona risultano incompatibili con il lavoro di guarigione Pahai Interdimensional.

Il compito dell’operatore è stabilire un’atmosfera di fiducia, attendibilità, potere, amore, assieme a un senso d’imprevedibilità e stupore, così da rendere consapevole il ricevente che qualcosa di decisivo è imminente inteso ad espandere la sua percezione.

La funzione dell’operatore è di essere un portale che collega l’identificazione corrente o sistema di credenze del ricevente (vale a dire il sé separato o identità CUA) con la sua natura multidimensionale, ossia IMC (Identità Multidimensionale Centrale). In questo contesto il praticante deve essere fermamente radicato sia nella realtà ordinaria tridimensionale, alla quale il cliente normalmente fa riferimento, sia in quella sciamanica e multidimensionale.

L’operatore è un ponte tra dimensioni e tale funzione è soddisfatta soltanto quando la sua struttura si estende attraverso un varco che connette entrambi i versanti. In particolare, è essenziale essere pienamente consapevoli che una sessione individuale implica un lavoro con dimensioni che sono molto al di là della percezione ordinaria e CUA.

Sebbene questi regni non siano necessariamente sperimentati attraverso la vista convenzionale umana o gli altri quattro sensi, possono essere ampiamente percepiti energeticamente o ad un livello intuitivo e visionario. Questa situazione richiede da parte del praticante lo sviluppo di una specifica sensibilità e una solida fiducia nell’IMC, Pahai e tutti i sinonimi relativi. Di solito una sessione inizia con un investimento nella fede, sia da parte del praticante che del ricevente. Man mano che la sessione procede, la fiducia è generalmente destinata a espandersi e a radicarsi con l’esperienza stessa.

“Lo sciamanesimo è una splendida avventura mentale ed emozionale, in cui il paziente e lo sciamano-guaritore sono entrambi coinvolti. Mediante il suo eroico viaggio ed i suoi sforzi, lo sciamano aiuta i suoi pazienti a trascendere la loro normale, ordinaria definizione della realtà, inclusa la definizione di se stessi come ammalati. Lo sciamano mostra ai suoi pazienti che non sono emozionalmente e spiritualmente soli nella lotta contro la malattia e la morte. Lo sciamano condivide i suoi speciali poteri e convince i suoi pazienti, ad un livello profondo della coscienza, che un altro essere umano è disposto ad immolare se stesso per aiutarli. L’auto-sacrificio dello sciamano suscita un proporzionale impegno emozionale nei suoi pazienti, un senso di obbligo a lottare al fianco dello sciamano per salvare il proprio sé. Prendersi cura e guarire camminano mano nella mano.” (Michael Hamer, The Way of the Schaman, pp. xvii-xviii)

Preparazione

Prima di iniziare ogni sessione assicurati che sia tu che il ricevente potete operare in un ambiente di sicurezza e spazio sacro. Questo crea un’amorevole barriera di protezione. La tua area di lavoro deve essere idealmente purificata e priva di pubblicità o slogan. Si raccomanda di usare un punto focale fisico per l’asse orizzontale e verticale, come i Pezzi del Sacro Cerchio, o un pezzo centrale con una candela, e posizionarlo bene in evidenza sul pavimento.

Apri lo spazio sacro secondo le tue procedure abituali. Se scegli di impiegare qualcuno dei tuoi Strumenti Sacri (Pahai Rupah), tienili pronti e posizionali vicino a te o in una specifica area della stanza. Questi strumenti – come sonagli, tamburi, pietre, cristalli, tamburelli, piume, bastoni, coni, ecc. – possono essere idealmente coperti o tenuti nella tua borsa sciamanica.

Usa i tuoi Strumenti Sacri ogni volta che è possibile e sii anche consapevole che possono esserci momenti nei quali la situazione in cui stai lavorando non ti consente di usarli. Quando si verificano tali situazioni, sii consapevole che gli unici strumenti di cui hai veramente bisogno sono già disponibili nel tuo corpo fisico ed energetico. Sono le Medicine degli Spiriti (Pahai Tulah) e gli Strumenti Sacri Impiantati (Pahai Sahe Rupah) ricevuti durante la tua interazione con gli Spiriti Totem. Assicurati di portare consapevolezza a ciascuno di essi prima di iniziare una sessione. Lo scenario è importante, tuttavia ciò che conta maggiormente è il tuo livello di fiducia, potere e connessione con lo Spirito Guida, o IMC, che in qualità di operatore porti nell’ambiente.

Vesti con abiti confortevoli ed evita di usare vestiti con slogan, marchi e pubblicità, o che possono intimidire o provocare. L’operatore è invitato a indossare vestiti a tinta unita, bianchi, neri, bordeaux, privi di disegni, righe o simboli. Ogno colore è adatto, tuttavia si raccomanda la consapevolezza del loro differente impatto e la connessione con la loro direzione o elemento. Anche un vestito convenzionale può essere appropriato.

Nelle sessioni Pahai Interdimensional individuali di base, l’operatore e il ricevente sono completamente vestiti. Questo tipo di sessione non comporta il contatto fisico, regno del Tocco Astrosciamanico (Pahai Erodnah Atara).

Se necessiti o senti che è appropriato toccare fisicamente il ricevente nel corso della sessione, menziona le parti del corpo che dovrebbero essere coinvolte. Verifica se il tocco è accettabile per lui/lei e procedi soltanto se hai ricevuto la piena autorizzazione.

Essere totalmente presente per il ricevente è un requisito fondamentale durante la sessione. Il livello di presenza è dato dall’intensità vibratoria dell’Intento dell’operatore connesso con la Funzione, e la sua risonanza con l’Intento del ricevente. A questo proposito è utile trovare modi spontanei e privi di giudizio per acquisire indicazioni sul sistema di credenze del ricevente e sulla sua presente consapevolezza ordinaria CUA.

L’Intento dell’operatore e quello del ricevente rappresentano la base più significativa per il processo di guarigione. Un chiarimento dell’intento del ricevente è necessario, dunque, all’inizio di ogni sessione individuale. Attraverso la vibrazione della tua voce e la gentilezza del tuo approccio, senza usare necessariamente una comunicazione verbale diretta, consenti al ricevente di sentire la tua premurosa presenza e il tuo supporto incondizionato.

Spiega il tuo modo di lavorare e quello che programmi di fare. Sii consapevole che qualunque cosa il cliente fa o dice durante la sessione è strettamente confidenziale e può essere discussa soltanto con il tuo mentore supervisore o a scopo di studio. In quest’ultimo caso non deve essere dato alcun riferimento sull’identità della persona.

Quando lavori hai bisogno di lasciar andare o mettere da parte tutti i tuoi problemi e rancori, non importa quanto sono consistenti, e trovare il tempo appropriato per trattarli in un’altra occasione. Tuttavia sei invitato a usare l’energia che essi hanno attivato come parte del potere di guarigione che stai per attivare durante la sessione. Ti prego di evitare un’eccessiva condivisione della tua esperienza. Concentrati invece sull’essere aperto a quello che il cliente ha da dire. Opera pazientemente ed evita ogni tipo di fretta. Lascia andare anche i tuoi giudizi e le idee prevenute sul tuo cliente.

Non dire ai tuoi clienti che cosa devono fare. Ascolta e fai domande. Invita il ricevente a essere consapevole del suo respiro e incoraggialo regolarmente a connettere visioni, pensieri o emozioni con specifiche parti del corpo. Chiedigli costantemente di prestare attenzione al corpo e al respiro, ma fai attenzione che questo non diventi noioso o ossessivo.

Se il ricevente piange o rilascia emozioni forti, incoraggialo gentilmente a farlo, spiegando chiaramente che si trova nello spazio appropriato per simili espressioni. Nel caso lavori in un ambiente dove un rilascio rumoroso può causare preoccupazione o disturbo, informa il ricevente in anticipo ed invitalo a rilasciare interiormente o mediante il movimento, invece di usare i suoni. Durante la sessione fai attenzione alle posizioni reiterate del corpo, ai gesti, se si gratta, si tocca, ecc. Riconosci ciò che il ricevente dice mediante affermazioni o ripetendo alcune delle sue principali affermazioni ed espressioni.

“Un vero maestro sciamano non mette in dubbio la validità dell’esperienza di chiunque altro, per quanto meno capace e meno umile possa essere. Il maestro sciamano cercherà di integrare persino l’esperienza meno comune nella sua totale cosmologia, una cosmologia basata principalmente sui propri viaggi.  […] Il maestro sciamano non dice mai che quello che tu hai sperimentato è una fantasia”. (Michael Hamer, The Way of the Shaman, p. 45)

Protezione

L’etichetta di Pahai Interdimensional richiede che il praticante stabilisca dei confini tra se stesso e il ricevente. Spesso durante una sessione l’operatore può sperimentare un potente coinvolgimento con i problemi o i campi energetici del ricevente. Questo coinvolgimento aumenta l’intensità dell’esperienza e gioca un ruolo benefico nell’evoluzione del lavoro. Tuttavia è necessaria molta prudenza per non consentire a tali sensazioni di espandersi oltre la struttura della sessione. Aderendo all’organizzazione di base della sessione e allontanando ogni interferenza o abuso, l’operatore crea le condizioni necessarie per proteggere se stesso e il ricevente.

Aprire lo spazio sacro e attivare il Sacro Cono fa parte della struttura di base e deve essere eseguito prima di cominciare la sessione. Accendere una candela o bruciare incenso (salvia, lavanda, cedro o altri agenti purificatori) è consigliabile, sebbene non costituisca una necessità. È raccomandabile iniziare e concludere una sessione lavandosi mani e polsi in acqua fredda. Una ciotola d’acqua può essere tenuta durante la sessione come punto di rilascio. L’acqua va poi cambiata dopo ogni sessione.

La Carta Astrologica

L’elemento fondamentale in una sessione Pahai Interdimensional è la partecipazione attiva del ricevente e l’acquisizione del suo spazio di potere. Prima di iniziare una sessione, prendi la carta astrologica del ricevente e mettila sull’altare o al centro del Cerchio. Siediti di fronte a essa e identifica il punto centrale della carta.

Chiama il tuo Spirito Guida e stabilisci una connessione tra il punto centrale della carta e il centro del tuo cuore. Questo equivale a creare una connessione tra il tuo Spirito Guida e la Guida del ricevente. Lascia che anche il centro della testa e della pancia siano coinvolti. Continua ad osservare il punto centrale della carta per un po’. Poi, mantenendo ancora l’attenzione verso il centro, sposta dolcemente parte della tua consapevolezza verso la periferia della carta. Nota se ci sono Settori o pianeti che attirano la tua attenzione. Mentre fai questo, ritorna con la consapevolezza al centro della carta. Continua a guardare la carta e copri l’intera circonferenza.

Considera le sensazioni che provi nel corpo, come pure ogni emozione, pensiero, immagine, memoria, associazione. Evita di fare qualsiasi valutazione analitica o predizione. Sii semplicemente testimone di ciò che accade senza giudicare. Permetti alla carta di comunicare con te, senza interromperla con le tue interpretazioni o anticipazioni. Quando hai completato quest’esplorazione, togli la carta dal centro e mettila vicino a te. Ora apriti a quello che ti arriva dal Sacro Cerchio. Chiedi supporto agli Spiriti Totem e invita il tuo Spirito Guida a lavorare con te durante l’intera sessione.

Apri il Sacro Cono e rimani in uno stato di profondo allineamento multidimensionale con la sua fonte finché il ricevente non arriva. Spiega molto chiaramente che la tua funzione è quella di operare come canale con integrità e secondo la tradizione e le istruzioni relative alla sessione astrosciamanica individuale di base.

Prima che il cliente arrivi considera i seguenti elementi nella sua carta, ma con atteggiamento privo di qualsiasi interpretazione analitica o anticipazione. Il proposito è invitare gli Spiriti Totem che governano la Triade Astrosciamanica del ricevente, ossia Sole, Luna e Ascendente. Considera anche la posizione della casa del Sole e della Luna, i pianeti congiunti con il Sole, la Luna, l’Ascendente e gli angoli, l’asse IC-MC, la posizione di Venere e Marte, ed eventuali tratti alieni o mutanti. La cuspide della nona casa e i pianeti vicini possono fornire indicazioni circa l’approccio migliore per stimolare la connessione preliminare con la Guida.

Sebbene non sia necessario essere esperti in astrologia per offrire le prime sessioni, assicurati di avere una comprensione di base su come funziona il Sistema Astrosciamanico della Triade, come pure una familiarità di base con la struttura della carta natale ed i suoi elementi più rilevanti così come sono indicati nella sezione Astrologia del Bigino Astrosciamanico. Il completamento della Formazione di Magistero per Periti Astroscamanici richiede una certificazione nel corso di astrologia Pahai Interdimensional.

“Non sono le mani e la voce dell’insegnante che guariscono. Egli sta semplicemente passando la guarigione che gli è stata data da Dio.” (UCIM, Manuale per Insegnanti, 2:8-10)

Intervista preliminare

Quando il ricevente arriva, fai attenzione all’aspetto generale del corpo, ai vestiti, allo stile dei capelli, alle scarpe, ad eventuali accessori (anelli, collane, orecchini, occhiali, ecc.) o oggetti (borsa, libri, telefono cellulare, ecc.). Mentre osservi questi dettagli, astieniti da ogni interpretazione o analisi. Siine semplicemente consapevole. Se il ricevente non sembra esserne consapevole, gentilmente fai notare che durante la sessione non è permesso fumare o rispondere al telefono. Invitalo a sedersi e stabilisci un primo contatto col cuore.

Dopo un breve momento di silenzio, che puoi impiegare per esprimere tacitamente un‘invocazione alla tua Guida e agli aiutanti, chiedi al ricevente le motivazioni che lo spingono ad avere una sessione. Spesso le persone hanno difficoltà a esprimere le loro motivazioni, anche perché il loro vero proposito può essere estraneo alla loro consapevolezza. Questa, in effetti, è una delle ragioni per cui chiedono una sessione.

Nella fase introduttiva non è importante per l’operatore conoscere i dettagli della vita del ricevente. Ciò che deve essere incoraggiato a esprimersi è l’intento del ricevente di avere una sessione e anche una breve descrizione delle sue sensazioni presenti e della situazione in generale. Per incoraggiare questo processo il praticante può fare domande del tipo: “Qual è il tuo proposito in questa sessione? Quali temi e situazioni sono prevalenti in questo momento della tua vita? Cosa vorresti cambiare e di cosa hai bisogno ora nella tua vita? Cosa vorresti ottenere da questa sessione?”.

L’Intento del ricevente è il punto di partenza finalizzato a onorare la mente egoica e la realtà CUA. Insieme a quest’Intento preliminare sei chiamato a invitare il cliente ad aprirsi a una prospettiva più ampia, esemplificata dalla connessione con IMC o Spirito Guida. A questo punto hai bisogno di trasmettere il significato di questi concetti in un modo comprensibile per il cliente, assicurandoti che non vengano male interpretati o considerati un atto di sottomissione.

Spesso i clienti programmano una sessione con l’intento specifico di connettersi con lo Spirito Guida o IMC. In questo caso inviterai il cliente a definire cosa intende per Spirito Guida e perché desidera stabilire questa connessione. Ti assicurerai anche che il ricevente fornisca delle indicazioni riguardanti i temi dominanti nella sua vita attuale, come pure alcuni dettagli riguardanti i suoi intenti aggiuntivi, a parte la connessione con lo Spirito Guida.

Una volta che il problema o il proposito del ricevente è stato identificato, il passo successivo è fornire delle informazioni di base su come si svolge la sessione. Invita il ricevente ad aprirsi a un’esperienza interamente dedicata all’esplorazione della sua vita interiore e della sua autentica natura. Spiega i tre stadi, con particolare riguardo al primo stadio. Invita il cliente a non parlare durante la sessione, a meno che tu non gli faccia domande specifiche, e a mantenere la connessione con la sua esperienza. Informalo anche che, alla fine del primo stadio, puoi fare una breve pausa per accertarti delle sue condizioni, prima di continuare con i rimanenti stadi. Chiarisci che, se dovesse sentirsi spaventato, a disagio o sofferente, è invitato a informarti in qualsiasi momento durante la sessione.

Lo scopo della sessione è allineare il cliente con la frequenza di IMC e ricevere una prima matrice della sequenza di base per promuovere questo allineamento e permettergli di stabilizzarsi. Anche se sei disponibile a fornire indicazioni e strumenti alla fine della sessione, quello che conta in una prima sessione è definire la frequenza dell’allineamento con IMC, in modo che il cliente possa usarla in una pratica di almeno 28 giorni. Come parte del protocollo questi 28 giorni sono richiesti per gettare le basi di un ulteriore lavoro e per ricevere eventuali messaggi.

Lo scopo principale per l’operatore durante una sessione è cambiare la sua percezione del cliente, lasciando andare ogni supposizione o giudizio, e rimanere aperto allo Spirito Santo. È quest’attitudine di base che crea la guarigione, e non l’uso di tecniche e medicine.

“Piuttosto che cercare la Fonte della guarigione, lo Spirito Santo, fuori dal paziente, l’insegnante cerca la Fonte della guarigione nella mente del paziente.” (UCIM, Manuale per Insegnanti, 3:3).

Primo Stadio

Se usi il Cerchio sul pavimento, invita il ricevente a mettersi seduto o disteso in un punto attorno al Cerchio. Secondo le circostanze quel punto può essere scelto sia da te che dal ricevente. La scelta da parte del ricevente può essere l’ideale quando, durante la chiacchierata preliminare, è stato difficile definire il suo proposito in merito alla sessione.

L’area in cui il ricevente decide di posizionarsi può fornire indicazioni a questo riguardo. Quando è il praticante a scegliere il punto questo è, di solito, il Settore dell’Ascendente del ricevente, che è anche l’area dalla quale tradizionalmente inizia la sessione. Questa è un’area che il ricevente ha bisogno di esplorare, almeno all’inizio e alla fine della sessione, poiché costituisce il portale multidimensionale da e per la realtà tridimensionale CUA.

La sessione individuale è un atto sacro di luce, energia e amore che coinvolge intensamente la struttura energetica sia del ricevente che del praticante, e tutte le loro connessioni. Durante il periodo della formazione sei invitato ad impiegare le procedure e le istruzioni date dalle tradizioni del Sacro Cono, senza improvvisare o fare più di quello che viene richiesto. All’inizio, quello che conta è conoscere e usare il metodo, essere totalmente presente, e osservare con attenzione ciò che accade. Gli aspetti tecnici della carta astrologica e le procedure rituali per la sessione individuale saranno trattate durante la Formazione.

Chiedi al ricevente di chiudere gli occhi, portare l’attenzione al respiro e aprirsi a qualunque cosa emerge. Puoi invitare la persona a identificare un situazione collegata con l’Intento e partire da quella per attrarre qualunque cosa giunga alla mente. All’inizio del primo stadio il cliente è invitato ad esprimere il suo Intento e la sua disponibilità a connettersi con IMC, allineandoli con il respiro, così che ad ogni respiro si attiva la sua consapevolezza. In questo modo il respiro attira l’energia di IMC e tutto ciò che è necessario per la sessione. Chiedigli di informarti quando è pronto dicendo “Sì” o “Ok”. Una volta che hai ricevuto questa conferma, il primo stadio inizia.

Nel primo stadio normalmente vengono prodotti suoni specifici. Lo strumento tipico per il primo stadio è il tamburo a cornice battuto in modo monotono ad intervalli regolari. L’operatore può usare anche un CD di tambureggiamenti (ad esempio, il primo brano di Drumming for the Astroschamanic Voyage) oppure condurre la sessione senza l’aiuto di alcun suono.

Il primo stadio è finalizzato alla connessione con la parte cosciente del cliente, la quale è connessa con ciò che egli desidera. È una fase basata sul potere, il che significa che se il cliente contatta situazioni che non gli piacciono, queste possono essere messe da parte ed eventualmente trattate nel secondo stadio. Una volta che l’informazione arriva, puoi incoraggiare la persona a lasciar andare le forme esteriori coinvolte e trasformarle in forme interiori o sciamaniche. Questo consente l’accesso al regno multidimensionale. Invita il ricevente ad aprirsi alla storia che emerge e ad esplorarla nella sua interezza. Se è opportuno, puoi suggerire un completamento della storia specifica. Un completamento ideale implica il raggiungimento della conclusione della storia: per esempio, la morte del personaggio. Questo contribuisce al rilascio dei relativi problemi e del modo in cui continuano ad influenzare la vita della persona. Offre anche la possibilità di creare un collegamento tra i temi della storia e quelli della vita ordinaria corrente. È essenziale che l’esperienza sia sentita pienamente nel corpo.

Il primo stadio può durare da 10 a 15 minuti. Alla fine, concludi dolcemente e assicurati che il cliente si trovi in uno spazio “buono”. Puoi chiedere qualcosa come “sei in un spazio buono per te?” Il cliente non deve descrivere lo spazio in cui si trova, e a questo proposito lo inviterai semplicemente a dire “sì” o “no”, o a fare soltanto un cenno col capo. Se la risposta è positiva puoi procedere con il secondo stadio. Nel caso la risposta fosse no, farai altre domande e aiuterai “manualmente” il cliente a trovare lo spazio di potere, che puoi identificare mediante la carta natale.

In una sessione del Rituale di Base del Sacro Cono chiedi al cliente di camminare in senso orario attorno al Sacro Cerchio e a fermarsi in una posizione in cui si sente attratto. Poi lo inviti a mettersi seduto o disteso e ad esplorare il Settore, che in questo caso è allineato con l’Intento della persona. Astrologicamente spesso è collegato alla posizione del Sole, dell’Ascendente e dei loro governatori. Quella che segue può essere un’esperienza simile all’approccio precedente. Alternativamente il cliente può esprimerla attraverso gesti, danza, espressioni verbali, suoni, una postura del corpo o rimanendo semplicemente in silenzio.

Secondo Stadio

Il secondo stadio implica la connessione con le energie ambientali del cliente. Da una parte c’è l’intento e dall’altra le circostanze della vita, che necessitano di essere allineate all’Intento. Il cliente è invitato a mantenere la concentrazione sugli elementi del primo stadio, mentre si apre ad altre energie. Viene chiesto al ricevente di dirigere tali energie verso l’Intento. Durante questo stadio puoi usare strumenti come il tamburello o il tamburo a cornice. La battuta può essere anche irregolare.

In una sessione del Rituale di Base del Sacro Cono il cliente si muove in direzione antioraria. L’espressione dell’Intento attira gli elementi contrastanti e crea le condizioni per il secondo stadio: la Funzione. Il cliente sceglie un altro Settore in risonanza con l’energia che ha bisogno di essere rilasciata. Questa spesso corrisponde a limiti, blocchi, squilibri o grandi potenziali inespressi. Astrologicamente è spesso associata a Luna, Saturno, Immum Coeli, Discendente, Nodo Sud, punti medi o pianeti in situazioni critiche. Il cliente può stare seduto o disteso mentre viaggia sciamanicamente nel secondo stadio. Può anche esprimere sensazioni, emozioni, pensieri, memorie, o qualunque cosa accade in quel momento.

Il secondo stadio rappresenta la fase cruciale della sessione. È il momento in cui il cliente dà il suo contributo: l’energia per il sacrificio. Questo sacrificio è un’offerta di rancori. Un rancore o graha è ogni tipo di malessere fisico, emotivo, mentale o spirituale, incluso qualsiasi situazione o atteggiamento, anche di apparente benessere, che alimenta l’ego e l’illusione della separazione. I rancori sono l’offerta preferita dagli Spiriti o dai regni superiori. Nelle attività di scambio con le realtà sciamaniche essi rappresentano il materiale di maggior valore.

Terzo Stadio

Il terzo stadio normalmente segue il secondo senza alcuna pausa o interruzione significativa. Il terzo stadio riguarda l’integrazione. Le due polarità sono state attivate con il primo e il secondo stadio, mentre il terzo stadio serve il proposito di permettere loro di interagire. In questo stadio finale il cliente può entrare in un profondo stato di trance e ricevere una guarigione significativa. Gli strumenti per il terzo stadio possono essere il gong, l’arpa o lo scacciapensieri, o semplicemente il silenzio. Alla fine del terzo stadio l’ideale è avere almeno tre minuti di silenzio totale. Dopo di che il cliente è invitato a completare la sua esperienza e cominciare a stirare dolcemente il corpo.

In una sessione del Rituale di Base del Sacro Cono il cliente si muove in senso orario e si posiziona in un altro Settore. Qui è invitato a ricevere e ad abbandonarsi a qualunque cosa arriva come risultato del suo sacrificio. Una volta che ha fatto l’offerta agli Spiriti, può aprirsi a ricevere. La posizione scelta in questa circostanza è spesso collegata con l’area del Settore che ha il potenziale energetico più alto. Per esempio, può essere il Medium Coeli, un pianeta angolare, il Nodo Nord o un pianeta con tratti alieni o mutanti.

“L’agente guaritore non è uno specifico comportamento dell’insegnante. La sua semplice presenza e i suoi pensieri richiamano le menti dei pazienti, chiedendo di interrogare i loro pensieri e ricordando che si può scegliere un’altra via.” (UCIM, Manuale per Insegnanti, 2:1-4)

Intervista Finale

Una volta che il terzo stadio è terminato, invita il ricevente a sedersi e chiedigli di fare attenzione a come si sente, se nota qualche cambiamento significativo dall’inizio della sessione. Chiedi al cliente di esprimere verbalmente le sue sensazioni e fornire una descrizione della sua esperienza. Lascia che questa descrizione includa tutto ciò che è accaduto durante la sessione e non solo ciò che il cliente considera significativo. Basandoti sulla descrizione del cliente, puoi fornire qualche indicazione, priva tuttavia di qualsiasi interpretazione o analisi. Confrontando la carta natale e la sua IMC otterrai le giuste intuizioni. Lo scopo è definire la frequenza della connessione del cliente con IMC, usando ciò che il cliente ha ricevuto dalla sessione.

Nell’intervista finale aiuti il cliente a trovare la frequenza, che sarà poi usata in una pratica di 28 giorni. La pratica funziona generalmente come segue. Dura 15 minuti e deve essere praticata almeno 12 volte durante i 28 giorni. L’ideale sarebbe praticarla tutti i giorni o un giorno sì e uno no. Il brano suggerito per la pratica è il numero uno di Drumming for the Astroshamanic Voyage. Il cliente si connetterà con l’Intento e IMC, allineando il respiro con la connessione e impiegando quindi l’essenza di quello che è stato ricevuto nella sessione, durante i primi minuti. Poi si aprirà a nuove informazioni, allineandole con IMC. Alla fine della sessione il cliente scrive alcune note sull’esperienza. Dopo 28 giorni rileggerà le sue note e farà una pratica finale allo scopo di ricevere indicazioni sul passo successivo. Quando il completamento dei 28 giorni si avvicina può anche contattare l’operatore per fissare una seconda sessione.

Ulteriori Sessioni

Tre è il numero ideale di sessioni. Ogni sessione deve essere seguita da un minimo di 28 giorni, in cui il cliente impiega l’essenza di quanto accaduto nella prima sessione. Ognuna delle tre sessioni si focalizza in modo specifico su ciascuno dei tre stadi, comprendendo tuttavia anche gli altri due. La seconda sessione scaturisce dal lavoro fatto dal cliente dopo la prima sessione. A questo riguardo, il praticante chiede una descrizione dettagliata delle pratiche del ricevente e degli eventi della vita tra la prima e la seconda sessione. La seconda sessione lavora principalmente col rilascio. Il brano che il ricevente è invitato ad impiegare nella pratica che segue la seconda sessione è il numero due di Drumming for the Astroshamanic Voyage. Nella terza sessione il praticante invita il ricevente a fornire una descrizione delle sue esperienze. In questa sessione il cliente riceve una specifica medicina che rappresenta un potenziale da sviluppare. Il praticante identifica anche una pratica che il cliente può usare per potenziare la medicina. Il praticante aiuterà il cliente a definire la pratica. Se il cliente desidera continuare dopo un ciclo di tre sessioni, può optare per la Formazione Operativa o per un ciclo aggiuntivo di quattro o 12 sessioni.

Bilanciamento dell’energia

L’ideale è che ci sia uno scambio equilibrato di energia tra l’operatore e il ricevente, non importa se questo scambio si identifica con soldi, beni, servizi o altro. Questo conferisce potere al ricevente e alla sua dignità. La guarigione è un’impresa collettiva che include l’operatore, il ricevente, le loro rispettive Guide, i loro antenati, gli Spiriti Totem, gli esseri che popolano il regno multidimensionale della località dove ha luogo la sessione. Anche l’atteggiamento della famiglia e l’ambiente umano del ricevente possono avere un impatto sul progresso del lavoro di guarigione. Idealmente sarebbe preferibile non coinvolgere direttamente tale ambiente perché, a causa della natura controversa del lavoro sciamanico, questo potrebbe causare ostilità e incomprensioni che potrebbero seriamente influenzare i benefici della guarigione. Sii consapevole che nel lavoro sciamanico lo strumento principale e più importante è dato dalla comunicazione diretta con la Guida e l’attivazione del Sacro Cono. Questa è la risorsa essenziale di una sessione astrosciamanica e, in quanto tale, richiede la massima attenzione.

Alla fine della sessione scrivi una relazione sulla sessione stessa, che sei invitato ad inviare poi al tuo supervisore.

Punti di consapevolezza

Può darsi che il praticante sperimenti problemi simili a quelli del cliente, o persone a cui il praticante è strettamente connesso potrebbero avere problemi analoghi. Esiste generalmente uno stretto collegamento a qualche livello tra il cliente e il praticante.

Il praticante è un attore sacro e deve essere consapevole di questo ruolo. Non è un maestro spirituale, un guru o un essere superiore, sebbene durante la sessione questo è il ruolo che può ricoprire, ed è essenziale che la consapevolezza di tale ruolo non venga meno. Quello che conta è che il praticante non s’identifichi con il suo ruolo nella vita di tutti i giorni e non si aspetti che gli altri lo identifichino in quel ruolo.

Il prerequisito di base per un praticante astrosciamanico non è il completamento della formazione o il possesso di speciali doni di guarigione. È semplicemente la resa allo Spirito Santo, la fiducia nelle sue capacità di guarire e la preservazione durante la pratica di guarigione di una concentrazione mirata a trasmettere questa fiducia.

All’inizio di una sessione la situazione può essere confusa e caotica, con energie disordinate. Il primo compito del praticante è identificare le energie coinvolte, per permettere loro di esprimersi una alla volta. Il passo successivo implica creare un dialogo tra tali energie e quello seguente è permettere a tale dialogo di raggiungere un accordo. È essenziale che i passi non siano accelerati e che si dedichi ampio tempo alla definizione di ognuno di loro. Pertanto, raggiungere un accordo non deve necessariamente avere luogo, mentre il compito di identificare le energie coinvolte è indispensabile.

Sintomi di oscurità, vuoto o mancanza di informazioni, spesso espressi con affermazioni del tipo “Non è successo niente”, “Non ho sentito o visto niente”, sono nella maggior parte dei casi un segno che il cliente sta attraversando una zona di bardo, spazio che segue la morte fisica o che scivola in scioccanti universi paralleli. In questa situazione il cliente può essere invitato a spostarsi allo scenario precedente, ossia a quello che stava accadendo prima di questo vuoto o mancanza di informazioni.

Quando emergono sintomi fisici significativi durante una sessione, il cliente può essere invitato a focalizzarsi sull’area coinvolta, e aprirsi alle relative sensazioni e immagini.

Appendice 1

Un Corso in Miracoli -Testo – Capitolo 2: La Separazione e l’Espiazione
4. Guarire come Liberazione dalla paura

La nostra attenzione si sposta ora sulla guarigione. Il miracolo è il mezzo, l’Espiazione è il principio, e la guarigione è il risultato. Parlare di “miracolo della guarigione” è combinare due ordini di realtà in modo non appropriato. La guarigione non è un miracolo. L’Espiazione, ovvero il miracolo finale, è un rimedio e qualsiasi tipo di guarigione è un risultato. Il tipo di errore al quale viene applicata l’Espiazione è irrilevante. Ogni guarigione è essenzialmente liberazione dalla paura. Per intraprendere ciò non puoi avere paura tu stesso. Tu non comprendi la guarigione a causa della tua stessa paura.

Un passo importante nel piano dell’Espiazione consiste nel disfare l’errore a tutti i livelli. La malattia, ovvero essere “nella mente non corretta”, è il risultato della confusione di livello, poiché comporta sempre il credere che ciò che è sbagliato a un livello possa influenzarne sfavorevolmente un altro. Ci siamo riferiti ai miracoli come al mezzo per correggere la confusione di livello, poiché ogni errore deve essere corretto al livello in cui si verifica. Solo la mente è capace di errore. Il corpo può agire in modo sbagliato solo quando risponde a pensieri sbagliati. Il corpo non può creare, e il credere che esso lo possa fare, errore fondamentale, produce tutti i sintomi fisici. La malattia fisica rappresenta il credere nella magia. La distorsione che ha fatto la magia si fonda sul credere che esiste una capacità creativa nella materia che la mente non può controllare. Questo errore può assumere due forme: si può credere che la mente possa malcreare nel corpo, oppure che il corpo possa malcreare nella mente. Quando si è compreso che la mente, unico livello di creazione, non può creare al di là di se stessa, non c’è bisogno che si verifichi nessuna delle due forme di confusione.

Solo la mente può creare poiché lo spirito è già stato creato, ed il corpo è uno strumento di apprendimento per la mente. Gli strumenti di apprendimento non sono lezioni essi stessi. Il loro scopo è semplicemente di facilitare l’apprendimento. La cosa peggiore che l’uso sbagliato di uno strumento di apprendimento possa fare è fallire nel facilitare l’apprendimento. Di per sé non ha alcun potere di introdurre effettivi errori di apprendimento. Il corpo, se correttamente capito, condivide l’invulnerabilità dell’Espiazione ad una applicazione a due tagli. Ciò non perché il corpo sia un miracolo, ma perché non è intrinsecamente aperto a errate interpretazioni. Il corpo è semplicemente parte della tua esperienza nel mondo fisico. Le sue capacità possono essere, e spesso sono, sopravvalutate. Tuttavia è quasi impossibile negarne l’esistenza in questo mondo. Coloro che lo fanno sono impegnati in una forma di negazione particolarmente indegna. Il termine “indegna” qui implica solo che non è necessario proteggere la mente negando ciò che non è mente. Se si nega questo sfortunato aspetto del potere della mente, si sta anche negando il potere stesso.

Tutti i mezzi materiali che accetti come rimedi per i mali fisici sono riformulazioni di principi della magia. Questo è il primo passo nel credere che il corpo faccia le proprie malattie. Tentare di guarirlo tramite agenti non creativi è un secondo passo falso. Tuttavia non ne consegue che l’uso di tali agenti per scopi correttivi sia male. Talvolta la malattia ha una presa sulla mente sufficientemente forte da rendere la persona temporaneamente inaccessibile all’Espiazione. In questo caso può essere saggio utilizzare un approccio di compromesso tra la mente ed il corpo, nel quale si crede temporaneamente che qualcosa di esterno possa guarire. Questo avviene perché un aumento di paura è l’ultima cosa che può aiutare coloro che non sono nella mente corretta, ovvero i malati. Essi sono già in uno stato indebolito dalla paura. Se vengono esposti prematuramente ad un miracolo, possono precipitare nel panico. Questo è probabile che succeda quando la percezione capovolta ha indotto a credere che i miracoli facciano paura.

Il valore dell’Espiazione non risiede nel modo in cui viene espresso. In effetti, se è usato correttamente, verrà inevitabilmente espresso in qualunque modo rappresenti il massimo aiuto per colui che lo riceve. Questo significa che un miracolo, per raggiungere la sua piena efficacia, deve essere espresso in un linguaggio che chi lo riceve possa capire senza paura. Ciò non significa necessariamente che questo sia il più alto livello di comunicazione del quale egli è capace. Significa, tuttavia, che questo è il più alto livello di comunicazione del quale egli è capace ora. Il miracolo ha come unica meta quella di elevare il livello di comunicazione, non di abbassarlo facendo aumentare la paura.

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