Sogni infranti

heartswordsI sogni dell’ego non possono fare a meno di infrangersi, perché sono appunto sogni e come tali finiscono. Quando terminano è doloroso e straziante per l’identità ordinaria, ed è necessario riconoscere tale dolore, perché solo così l’ego muore. Dio è Luce, amore, felicità e unità. La Sua volontà è incompatibile con il dolore, su cui invece si basa l’identità separata, l’ego.

L’identità separata è regolata da un programma dualistico, per cui dietro ai suoi sogni c’è sempre la relazione con qualcuno o qualcosa che è separato, che si unisce a noi e poi si separa, e così via con cicli incessanti di unità e separazione, incontro e abbandono, amore e rancore.

Chi soffre è l’identità separata, i cui sogni sono sogni, dettati da una percezione illusoria fondata sul rancore e il dolore, sull’idea di essere un corpo fisico scisso dal Tutto e in competizione con altri corpi.

È del tutto legittimo soffrire, e a nulla valgono le spiegazioni altisonanti e superiori. Dentro a questa illusione ci siamo immersi oltre il collo, con tutta la nostra pelle, incluse le emozioni e i pensieri, e un intero sistema di controllo atto a impedire ogni possibilità di fuga.

Quando un sogno dell’ego si infrange la sofferenza è tangibile, la sentiamo sulla pelle, ci possiede dentro e fuori, questo perché il programma dell’ego fa presa sulla mente confondendoci con l’identificazione con il corpo. La testa in quei momenti ci tortura e brucia. I pensieri cercano di ucciderci, fomentati da emozioni devastanti. Eppure in quei momenti drammatici, può accadere il salto, l’apertura del Cuore.

Laddove il programma dell’ego è dualistico, separante, distingue sempre tra lui e lei, quello del Cuore unifica.

Attenzione però! Questo Cuore non è necessariamente quello emotivo, il cuore delle infatuazioni e fantasie romantiche, quello disegnato con i fiorellini e nei cioccolatini, fondato sul possesso, la gelosia, il controllo e in definitiva sulla morte.

Il Cuore in questo caso è l’organo di percezione multidimensionale, che ci tiene allineati con la coscienza Cristica, priva di separazione, incapace di dividere e fondata sull’amore incondizionato. Si tratta di una coscienza pervasa dall’amore e l’accettazione incondizionata, la compassione, la capacità di scendere nei livelli più bassi, mettendosi sullo stesso piano di ogni esperienza umana, incluse le più dolorose e disperate. È una coscienza totalmente estranea alla sua versione maligna, quella che sentenzia e giudica dall’alto, che impone discipline irrealizzabili, atte solo a fomentare sensi di colpa, inadeguatezza o la perversione dell’ipocrisia.

Nei momenti più duri, quando accettiamo pienamente che un sogno si è infranto, non sollevando le spalle e facendo i distaccati, senza dare la colpa a qualcuno o a noi stessi, sentendone forte il dolore, ma comprendendo intimamente che esso non è reale, e che anzi la sua fine ci può permettere di aprirci alla realtà e al vero amore,  ecco che può accadere il salto.

Dapprima è come la crocifissione, tutti ci abbandonano in apparenza, e i chiodi fanno male. Il sogno si è infranto, non c’è più, ci ha abbandonati, e non possiamo fare a meno di rimpiangerlo profondamente. Ci ritroviamo da soli.

L’amore vero lo scopriamo in solitudine, e all’inizio fa male, ferisce, ci rende totalmente aperti e vulnerabili, perché è l’anticamera tra la realtà e l’allucinazione dell’ego. Da un lato c’è la parte crocifissa, dall’altro quella che se la ride, immune a ogni dolore e pienamente nella Luce.

Questo è il rilascio, una forma brutale di svuotamento di ogni sogno dell’ego.

Tuttavia in questo svuotamento, se perseveriamo a restare aperti, se non attribuiamo colpe a nessuno, ecco che qualcosa emerge, un mondo estatico, la realtà che sottende il sogno, quella del Cuore, della Luce.

In ogni rapporto umano il Cuore è all’opera, ma è solo quando giunge il momento della fine, che si decide il prossimo passaggio con due opzioni: il riciclaggio nel dualismo e nei rancori dell’ego oppure totalmente nel Cuore, nella Luce.

© Franco Santoro

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