Tocco Astrosciamanico e Pronto Soccorso Multidimensionale, La Via del Fuoco (parte 3)

AstroshamanicHealing Touch e Pronto Soccorso Multidimensionale:  La Via del Fuoco,
con Franco Santoro, parte terza.

Incorporamento

Noi attraiamo persone che rappresentano ciò che abbiamo da incorporare. Nel momento in cui esprimo un intento mi apro ad incontrare  persone che rappresentano il mio intento e mi fanno da specchio. Per incorporare la parte mancante si tratta di imitare la persona in questione.

Come nell’incorporamento diretto, l’incontro con la persona può portare ad una guarigione o sviluppare un’ ulteriore ferita.

La ferita si apre quando invece di incorporare la medicina dell’altro mi separo da lui e continuo a sentire la polarità entrando nel pensiero che non posso stare senza l’altra parte.

Quando c’è un consenso diretto all’incorporamento tra le persone la guarigione avviene più facilmente. Di solito non viene dato questo consenso nelle dinamiche di relazione.

Quello che viene confuso per amore è l’attrazione per la medicina che l’altro ha. Nel momento che  avviene l’incorporamento l’attrazione cessa e la persona si muove verso una nuova medicina.

Nell’amore convenzionale la relazione finisce quando non c’è più attrazione, proprio in quel momento si sviluppa l’ amore  vero perché posso vedere la persona per quello che è e non per quello che proietto su di lei.

Nella pratica di tocco astrosciamanico chiunque può rappresentare la persona che ha la medicina, la medicina è sempre dentro di noi, siamo noi che la proiettiamo su di una persona per vederla.

A questo scopo qualsiasi persona, anche se non somiglia alla persona in questione, può attivare il processo di guarigione.

Nel lavoro astrosciamanico è importante essere in una posizione di potere, se il rapporto con una persona che consente il recupero della medicina non è possibile occorre creare altre possibilità. Se soltanto una persona o situazione possono consentire il recupero della medicina questo indica una perdita di potere e l’inefficacia dell’incorporamento stesso.

Nel primo stadio di ogni pratica di Tocco si stabilisce l’intento, ciò che vogliamo. In questo stadio non si entra nell’adorcismo, qui si chiama la protezione, il sacro, la forza che dà potere.

L’energia che ha da essere incorporata non è sicura ed è ancora controversa, il primo passo del lavoro consiste nel rapportarsi con qualcosa che dà coraggio e forza ed è già acquisito. Quindi il vostro intento o la forza che avete già o avete già dominato.

Il primo elemento è identificare il soggetto e quello con cui vi identificate, nel secondo punto ci identifichiamo con l’oggetto, quello che manca.

Nel primo stadio si tratta di chiamare la forza che è facilmente disponibile, la guida, la fonte.

Spesso la forza da incorporare ci appare come antagonista ed è difficile chiedere supporto ad una forza che ci spaventa.

Queste forze demoniache non sono pericolose ma lo possono diventare nel momento in cui c’è paura e separazione sfociando in comportamenti molto pericolosi .

Nel primo stadio creiamo uno spazio di sicurezza e protezione.

Nel secondo stadio andiamo incontro a ciò che non conosciamo, c’è una tensione che  caratterizza il secondo stadio dovuta a qualcosa che è ancora distante.

Il terzo stadio è un momento di neutralità. Nel tocco astrosciamanico i due partner si separano e si rapportano con il vuoto. Se la pratica è molto intensa è opportuno che i due partner non si vedano per un po’, soprattutto se tra i due c’è attrazione o repulsione.
È importante stare da soli e amministrare ciò che si è ricevuto ed integrarlo.

Prima di passare al secondo stadio è importante bruciare tutto ciò che non serve, liberando il campo da idee e cose che creano problemi in modo da focalizzarsi su ciò che è importante in questo momento, l’intento ed attrarre la forza che è in relazione con esso.
Pratica 1

Muovere il corpo scrollandosi di dosso ciò che non serve, iniziamo con uno scuotimento morbido.

Andate  nel fuoco e bruciate in maniera sinuosa.

Focalizzate un obiettivo, trovate una posizione nella stanza che supporta la vostra focalizzazione, usate la stanza come una mappa in cui si trova il vostro oggetto.

Consentite alle vostre mani di rapportarsi con il fuoco, quando partirà la musica consentite alla mano destra di avvicinarsi al fuoco. Fate questo in maniera solenne, mettendoci energia.

Una volta che avete fatto questo prendete una carta, creiamo gli accoppiamenti a seconda della carta scelta.

Ora si tratta di concordare i vostri limiti con il partner, se ci sono zone sensibili da evitare e l’intensità del tocco (da 0 a 4). Le parti genitali sono escluse ma osservate se ci sono altre parti che preferite non siano toccate. Siate espliciti e sinceri riguardo a questo. Se durante il tocco vi sentite a disagio ditelo. Se l’altro vi indica il proprio disagio non sentitevi in colpa, è responsabilità dell’altro farlo presente.

Vi invito a decidere chi è passivo e chi è attivo, il partner passivo si sdraia e tiene gli occhi chiusi, trovate una posizione comoda e non muovetevi.

Collegatevi entrambe con il vostro intento. Il partner attivo può cominciare a toccare con la mano destra dopo essersi connesso, potete usare la mano sinistra per equilibrare il tocco ma la priorità di tocco va alla mano destra.

Focalizzate l’intento quando toccate.

Nella parte seconda vi collegate con la parte ombra, senza respingere quello che c’è ed usando la mano sinistra.

Nella terza parte vi separate dal partner, nessun contatto. Tutto quello che è successo nei due stadi viene integrato.

Tra i due partner si crea un magnetismo strategico, siete due punti opposti del cerchio.
Il vostro partner diviene l’oggetto della vostra intenzione, rilasciate ogni identificazione personale con lui.

Il tocco viene collegato all’energia di guarigione collettiva, una forza di unificazione.

Primo stadio: chiediamo l’energia dell’elemento fuoco in grado di energizzare.

Secondo stadio: prendete un momento per  collegarvi con la nuova energia prima di iniziare il tocco, se siete attivi assicuratevi di sentire questa energia.

Terzo stadio: se siete il partner attivo ora si tratta di arrestare il collegamento e mettervi da parte, non toccate più il vostro partner, mantenete uno spazio di neutralità, siate  un testimone.

Se siete passivi trovate il modo di integrare quello che avete ricevuto. Ci sono delle impronte lasciate sul vostro corpo in quanto passivo, lasciate che operino. Ora il tocco parte dall’interno.

Preparatevi a scambiare i ruoli, senza parlare.

Al termine vi invito a tornare qui e a guardare il vostro partner adesso. La condivisione avverrà più tardi.
Alcune considerazioni sul Tocco

Durante una sessione il tocco dura idealmente due ore, soprattutto si da spazio alla terza parte dove avviene l’integrazione e la persona può andare in spazi di trance o sogno senza la partecipazione dell’altra persona.

Ogni volta che c’è uno scambio tra individui molte informazioni vengono scambiate, noi possiamo ricordare solo quello che ci siamo detti ma tutto il corpo ed altri campi di energia si muovono ed interagiscono.

La notte serve per continuare con l’integrazione, durante la notte tutto quello che accade durante il giorno viene rielaborato in modo non ordinario. Tutti i dettagli che sono sfuggiti alla nostra attenzione durante la notte vengono riciclati.

Idealmente sarebbe preferibile avere tanti pisolini durante il giorno in cui si può andare in uno stato di trance, questi momento energizzano la nostra anima e  sono un vero e proprio nutrimento.

In questo modo entriamo in un viaggio sciamanico, uno stato non ordinario di coscienza senza che necessariamente sia notte.

La trance viene prodotta anche dall’attività sessuale, questa è una possibilità per far esprimere la parte non ordinaria.

Durante l’attività sessuale, anche le persone che non sanno niente di altre dimensioni per alcuni minuti si possono assentare dallo stato ordinario per andare in altri mondi, entrando in uno spazio non ordinario.

Questo è un effetto molto positivo ma da alcune persone può essere vissuto in maniera negativa e può creare problemi.

Dimenticarsi del partner durante un rapporto sessuale dimostra che siete disancorati dal legame di terza dimensione.

Nella vita ordinaria ci sono due possibilità abbastanza legittimate per andare in altre dimensioni, una è dormendo e sognando ed è uno spazio in cui tutti vanno anche se non vogliono, l’altra è attraverso intense attività di coinvolgimento con qualcuno che crea la trance, esempio una situazione di attività sessuale.

Anche nelle guerre questo accade, le guerre sono grandissime occasioni per andare in spazi di trance in cui si possono esprimere parti aggressive legittimate dalla terza dimensione ed è per questo motivo che esse esistono.

Un’altra modalità che permette la trance è l’attività competitiva come lo sport per esempio.

Ci sono diverse possibilità per andare in spazi non ordinari e far si che la parte multidimensionale si esprima.

Ogni volta che entriamo nel sogno, in fantasie o interazioni che creano stati di trance possiamo comprendere lo spazio multidimensionale.

Ogni volta che durante il giorno abbiamo momenti in cui la nostra parte razionale viene meno e siamo presi da una passione irrazionale è un segnale che ci stiamo rapportando con altre dimensioni dentro di noi e nella misura in cui siamo aperti ad esse, risponderemo conseguentemente.

La modalità di lavorare con le emozioni controverse è trasferirle nel corpo, attraverso questo trasferimento avviene un incorporamento e si sfugge all’isolamento imperativo mentale.

Il principale ostacolo nel recupero delle parti perdute e la nostra natura multidimensionale è la mente imperativa, il programma robotico che costantemente giudica sulla base di una realtà predefinita che esclude altre realtà.

Se questo programma viene scambiato per la nostra identità qualunque altra identità muore ed in particolare muore quella più profonda che esiste in noi.

Andando nel corpo e radicando nel corpo l’emozione sfuggiamo a questo meccanismo e l’energia comincia a circolare.

Per esempio se mi sento molto arrabbiato o in uno stato di eccitazione sessuale che la mente giudica negativo, io consento alla mia mente di continuare a giudicare ma esprimo con il corpo la rabbia o l’eccitazione sessuale e qualcosa comincia a cambiare.

I problemi accadono quando la mente è così profonda nella sua censura che blocca ogni somatizzazione ed io rimango congelato nella situazione.

Se cerco di arrestare il giudizio ed il pensiero entro in una guerra già persa in partenza.

Il programma è più forte di me e siccome occupa la mia mente non posso combatterlo attraverso la mente, posso però fronteggiarlo con l’energia.

Quello che vuole il programma è solo attenzione, combattendolo porto attenzione alla mente ed essa si espande e diventa più forte.

È come voler interagire con una segreteria telefonica, non ci può essere nessuna risposta.
È un programma ripetitivo continuo e separato, non inteso a dialogare.

Creando energia in un’altra parte del corpo essa si muove, anche se la mente sta ancora giudicando, c’è la possibilità di creare dei cambiamenti. Nel tocco ed in qualunque altra attività, l’importante è continuare ad operare incuranti di quello che dice la mente.

Nel momento in cui le diamo attenzione il movimento ed il tocco si congelano e non siamo più nel fluire.

Ecco perché talvolta il modo migliore di sfuggire al chiacchiericcio mentale è arrabbiarsi. La rabbia è l’emozione primaria che fa attizzare l’energia.

Un modo per muovere l’energia in persone che sono raffreddate è farle arrabbiare, nel momento in cui appunto l’energia esplode, essa passa dalla testa alla pancia e la testa va in tilt perché l’energia manca in quel punto.

Quando sentiamo la rabbia è un segnale che siamo vivi. Portiamo la rabbia nel corpo e la esprimiamo con le mani. Questa è un’energia di incredibile guarigione quando viene focalizzata.

L’abilità di un guaritore è la capacità di incorporare l’energia e di dirigerla.
Le energie che si utilizzano come strumento di guarigione sono terribili ed orribili, esse sono comunque le energie più potenti

Il desiderio, l’eccitazione, la rabbia sono energie potentissime che si tratta di dirigere.

Il punto di focalizzazione è il vostro intento.

Ad esempio se voglio diventare un cantante ed ho l’idea di cantare canzoni romantiche e questo mi fa arrabbiare, posso cantare con rabbia.

Se io percepisco la mia energia come non buona ma mi focalizzo sull’intento e decido di esprimerla con questo intento di guarigione, gli altri percepiranno l’energia in modo diverso da come la sta giudicando la mia mente.

Moltissime esperienze mi hanno confermato questo. Nel momento in cui io esprimo l’energia, qualsiasi essa sia, con una finalità di amore e guarigione essa opererà e verrà percepita in questi termini.

Siamo vittime del nostro sistema interpretativo. Nel momento in cui decidiamo a cosa dare supporto l’energia si colora di quell’intento.

I nostri pensieri e giudizi sono entità ed appartengono alla memoria collettiva. Sono forme pensiero, cioè identità di quinta dimensione a cui possiamo dire si o no. Possiamo scegliere di dare spazio ad una di queste entità isolando il pensiero al quale vogliamo dare energia.

Se sono in uno stato di rabbia non scaccio l’emozione ma richiamo il pensiero di amore  ed unità, questo mio pensiero creerà l’intento.

Questo facilita la possibilità di scelta al di là di quello che sento.

Nella multidimensionalità del nostro essere noi esistiamo in molti spazi, oggi posso sentire l’amore e domani l’odio, tuttavia non significa che sono passato dall’amore all’odio e l’amore non esiste più, ho solo cambiato canale e frequenza, il canale dell’amore c’è ancora e continua a trasmettere, forse non riesco a raggiungerlo per un problema di trasmissione.

Posso collegarmi con esso sapendo che esiste anche se ora non sono capace di vederlo.

Il potere che abbiamo come esseri umani è quello di chiamare ed invocare un’energia di supporto anche nei momenti più bui ed oscuri.

Come esseri umani non possiamo cambiare le circostanze della nostra vita ma possiamo rimanere fermi nell’intento che abbiamo indipendentemente da quello che succede.

Questo sviluppa la forza, è la chiamata che ci collega con quello che abbiamo scelto di essere e questo giungerà.

In altre parole, non importa in quale stato fisico, emotivo, mentale siate potete scegliere di usare questa energia per collegarvi con quello che volete.

Nel momento in cui rinuncio a questo potere di scelta e a cosa voglio dare energia sarò in balia delle circostanze della vita.

La mia vita sarà dettata da qualcos’altro ed io sarò un robot, vittima di ciò che accade.

Per esperienza dico che occorre un atto di fede,  la parte che scelgo e a cui do supporto arriverà quando al parte separata e che vive nell’allucinazione verrà meno.

Il Pronto Soccorso Multidimensionale aiuta a trovare strategie che supportano la scelta e la rivendicazione di ciò che voglio in ogni momento.

La prima cosa da fare è avere i mezzi di pronto soccorso. L’elemento più potente è la parte animale, esso è come un guerriero che arriva quando ne avete bisogno.

Nei momenti di emergenza potete fare riferimento  a questa energia.

La situazione di emergenza può essere fisica (morte, dolore, malattia) o emotiva, ci sono emergenze molto forti ed altre più blande.

Ci sono momenti in cui sentite sensazioni suicide, come altre volte potete sentirvi disperati o in preda ad emozioni di paura.

Un altro tipo di emergenza più pericolosa è la depressione, distacco e apatia totale. La persona aggressiva è ancora viva, invece chi è nell’apatia totale è uno zombie.

In questi casi si tratta di sviluppare prima l’aggressività e poi di dirigerla e focalizzarla. Si tratta di far arrabbiare la persona per farla sentire viva.

È importante fare una regolare manutenzione del proprio guerriero animale. Dedicando dieci minuti al giorno per attivare questa parte, nei momenti di emergenza essa risponderà facilmente.

Si tratta di permettere a questa parte di muoversi spontaneamente. Innanzi tutto occorre sapere cos’è questa parte, ad esempio se quando avete invocato questa parte si è espressa una scimmia o un animale predatorio si tratta di danzarlo.

Dare spazio all’animale anche nel mondo ordinario  per esempio correndo, immaginando di essere l’animale, senza dare nell’occhio.

L’animale va usato anche in modo divertente, provate a dare la mano a qualcuno pensando di dare la zampa del vostro animale di potere …
Pratica 2

State seduti uno di fronte all’altro collegandovi con il respiro ed il vostro centro.

Decidete chi tra voi è passivo ed attivo. Chi è passivo si collega con l’immagine di qualcuno che procura un forte desiderio o tensione.

Bruciate qualsiasi idea del partner di fronte a voi.

Se siete attivi immaginate qualcuno di fronte a voi con cui avete una forte connessione o tensione magnetica.

Quando parte il tamburo il partner attivo opera sull’altro che riceve.

Chiudete gli occhi e lasciate che vi guidi il tocco.

Ora tenete le vostre mani ferme in un punto.
Operate in un singolo punto con il tocco del fuoco.
Questo tocco lascia un’impronta che è una benedizione, come un tatuaggio.

La persona passiva riceve questo tocco e lo lascia operare.

Distaccatevi continuando a sentire il tocco. Sentite il calore anche se non siete più in contatto con il partner. Questo è il tocco del Sagittario, il più importante perché vi permette di sentire l’energia anche quando il fuoco non è più alla massima potenza.

Con le braci potete creare altri fuochi. Questo è il potere delle braci, sentire la vibrazione del tocco anche se chi toccava ora non c’è più, in questo modo qualunque cosa tocchiate,  anche se diversa da ciò che avete toccato in precedenza avrà la stessa qualità.

Ora quando parte il suono potete fare il riconoscimento aprendo gli occhi.

Condivisione.
IMC

Vi invito ad entrare in rapporto con colui che forse sa come si fa a prendere il volo.

Ci colleghiamo con quello che in astrosciamanesimo si chiama Identità Multidimensionale Centrale (IMC), cioè il conduttore del traffico.

Ci sono tante identità separate, tanti tempi passati e futuri, tanti universi paralleli e c’è un punto centrale che sovrintende allo smistamento di tutte queste identità separate.

Questo può essere rappresentato visivamente da una candela, dal fuoco, dal punto centrale attorno al quale ruotano i satelliti, l’elemento che in questo caso si addice di più è il fuoco.

Il Sole essendo  il fuoco rappresenta la stella centrale.

Dinnanzi a questa Identità Multidimensionale Centrale tutto brucia e perde di importanza.

Quando ci rapportiamo con questo elemento centrale tutta la periferia del nostro essere va sullo sfondo.

Il primo passo per ogni attività multidimensionale è prendere atto dell’IMC per non farsi confondere da quello che accade alla periferia.
Piano di Emergenza

L’emergenza è molto importante a tanti livelli. Quando c’è emergenza ci sono paura e panico ed è difficile ragionare, nei momenti di tranquillità è possibile creare delle strategie che possono essere utili nel momento di emergenza.

Ci sono tanti tipi di emergenza, situazioni di malessere fisico, emotivo, mentale.

Ora comincia ad essere riconosciuta anche l’emergenza spirituale e si sta diffondendo.

Un punto fondamentale del Pronto Soccorso Multidimensionale è la chiamata, chiedere aiuto, soprattutto quando ci troviamo di fronte a qualcosa per cui non siamo attrezzati e non sappiamo come reagire.

Nell’esperienza ordinaria in caso di soccorso abbiamo dei numeri da chiamare e tutti li conoscono, si tratta di avere quei numeri chiari in mente anche per il multidimensionale, qualcosa a cui ci possiamo afferrare e che rappresenti questo aiuto, poiché ci riferiamo ad un aiuto che non è fisico va stabilito un accordo con il multidimensionale e  lo spirituale.

Ciascuno si può creare questo aiuto su misura rapportandosi direttamente con i suoi riferimenti spirituali.

In qualunque tipo di esperienza la prima cosa da fare è un respiro profondo, l’assenza di respiro crea il panico.

La paura fa leva sulla mancanza di respiro, perciò respirando coscientemente ci si può disfare di molti elementi di paura e panico che non ci consentono di essere pienamente coscienti di cosa sta accadendo.

Ogni emergenza opera sul respiro semplicemente perché come esseri umani nel momento in cui non respiriamo più moriamo.

La paura massima che si attiva a livello fisico è quella del soffocamento  e dell’assenza del respiro, di conseguenza quando entriamo in situazioni di panico la prima cosa che si fa è trattenere il respiro.

Respirando invio il messaggio che sono ancora vivo ed evito di entrare in uno spazio che non appartiene al presente.

Ogni emergenza attiva dolori e terrori passati ed antichi. C’è un mucchio di terrore e paura a livello collettivo umano irrisolto e rimosso che esce quando ci sono situazioni di emergenza. Respirare dà la possibilità di ossigenare la mente.

Una volta respirato si tratta di collegarsi in modo esplicito con l’IMC.

È importante chiedere aiuto immediatamente alla propria Guida, a Dio, o a qualunque altra forza senza incertezza. A questo riguardo è importante decidere riguardo il destinatario della chiamata.

Il modo in cui avviene la chiamata è quello più spontaneo, è fondamentale essere sicuri che la chiamata sia stata fatta e non aver nessun dubbio su questo.

Chiedere con fermezza” Chiedo supporto alla Guida. Ho bisogno di aiuto”.

Se la situazione di panico è notevole o perdura continuare a chiedere ripetendo la chiamata come un mantra.

Ripetere la richiesta costantemente è utile soprattutto nei casi di grande terrore per togliere di mezzo pensieri terribili.

L’esperienza dimostra che quando c’è questa richiesta esplicita di supporto qualcosa avviene.

Chiudiamo gli occhi ed immaginiamo appunto una situazione di emergenza in cui ci siamo trovati in alcuni momenti della nostra vita. Immaginiamo un episodio del passato. Tutti gli episodi del passato coesistono simultaneamente nella multidimensionalità e ritornano di tanto in tanto.

Se noi coscientemente decidiamo di andare nel passato ad operare un piano di emergenza su una situazione che si era sviluppata in modo spiacevole, possiamo portare degli effetti nel mondo presente.

Osserviamo nei dettagli un avvenimento passato, andiamo nel momento in cui c’è stato massimo panico. Facciamo un bel respiro profondo e con fermezza chiediamo il supporto alla Guida, in quella situazione del passato. Notiamo se cambia qualcosa.

Vi invito a scegliere tre momenti del passato, in questo modo inserite il supporto nel vostro passato, con la possibilità di cambiarlo. Probabilmente in quell’episodio passato non avevate chiesto aiuto e vi siete fatti trascinare dagli eventi.

L’emergenza multidimensionale non si applica solo a ciò che sta succedendo nel presente ma anche ai vostri ricordi. Ogni volta che ci giunge un ricordo spiacevole di qualcosa che è successo è un emergenza multidimensionale che va gestita nel presente.

Quando cominciate a cercare nei ricordi e a selezionarli arrivano molti episodi.
Osservate se c’è un episodio particolarmente tenace. Individuate l’episodio più difficile sul quale ci soffermiamo per fare la pratica di emergenza.

Chiedete supporto. Vi invito a prendere in considerazione il vostro intento, questo è un elemento molto importante nel piano di emergenza, da un lato c’è la Funzione, dall’altro c’è l’Intento. L’emergenza può essere attivata dal vostro stesso Intento in quanto per supportare l’Intento è necessario sbloccare la situazione in cui c’è l’emergenza.

Quando abbiamo un Intento forte e decidiamo di trasformare la nostra vita abbiamo bisogno di energie nuove.

Ci sono energie del passato bloccate da paure che non sono disponibili per il nostro Intento.

Si tratta di essere coscienti del vostro Intento e di dare qualunque emozione sentite al vostro Intento, questo semplice atto di focalizzazione dirige l’energia di qualunque natura verso ciò che vogliamo.

Continuate a ripetere il vostro Intento come un mantra.

Ora possiamo mettere in stand by l’episodio.

Sottolineiamo l’importanza del collegamento con IMC e con l’Intento.

Prima abbiamo chiamato l’IMC poi abbiamo evocato il nostro Intento.

Dapprima ci dirigiamo verso la massima fonte di protezione che prende tutti i possibili intenti e poi ci focalizziamo sul nostro intento individuale.

Non è effettivamente necessario fare questo perché  l’IMC già fornisce la massima protezione, tuttavia focalizzandoci sul nostro intento individuale quello che abbiamo deciso, il processo diventa maggiormente creativo.

Dapprima ci rivolgiamo alla fonte comune, l’IMC qualcosa che è fuori dalla nostra realtà e poi sul nostro piano esistenziale e sull’intento che ci consente il radicamento di questa energia bloccata, qualcosa che è sulla nostra realtà.

Entrando nel passato per risolvere una situazione bloccata creiamo una nuova linea di tempo. Il passato non verrà cancellato tuttavia si può creare un passato alternativo con la possibilità che consente di entrare in un’altra linea tempo dove esiste una storia diversa.

Lavorando su alcune situazioni del passato cambiamo il corso della vita presente. Il problema è alla radice, tutto quello che cresce nel presente è frutto delle radici nel passato. È inutile lottare nel presente se la radice è corrotta.

Il presente mi porta dove voglio io, laddove nel passato volevo altre cose.

La cosa migliore per onorare un episodio del passato terribile è riesumarlo e cambiare l’evoluzione di quel momento.

Spesso la memoria di episodi passati serve a rafforzarli. Le commemorazioni servono a creare vittimismo e lamentele e ad entrare in uno spazio negativo.

Il modo migliore per creare il cambiamento è rivedere le condizioni che portarono all’episodio di paura e tragedia e creando una pista alternativa, se questo avviene collettivamente e teatralmente si apre una pista alternativa di guarigione collettiva.

Come nella televisione ci sono tanti canali, quindi un canale continuerà a trasmettere la scena del passato così come è avvenuta, ma in un nuovo canale verrà trasmessa una nuova scena con un finale diverso.

Questo rivendica la possibilità di scelta. Quel passato può essere utile per un motivo che noi non conosciamo, spesso quello che sembra una tragedia come la morte, in un’ottica multidimensionale è un fatto assolutamente normale o persino auspicabile.

È importante fare attenzione prima di cambiare un evento passato, nel caso in cui mi accorgo che l’evento non andava cambiato posso tornare nel canale precedente.

È importante non giudicare un evento del passato come sbagliato, anche gli eventi terribili possono avere uno scopo in un’otica collettiva più ampia.

Nell’emergenza multidimensionale ci esercitiamo a rivendicare il nostro potere di scelta, la strategia di cambiare il passato serve a questo scopo, in modo che io non sia vittima di qualcosa.

Quando scelgo volontariamente in andare in un momento doloroso, entro in uno spazio di potere. Se invece vivo questa situazione come vittima sono in uno spazio di mancanza di potere e mi lascio dirigere dagli eventi .

Ogni ricordo è una situazione di emergenza in cui potete esercitare una scelta che prima non avete fatto.

L’evento futuro è in relazione con l’intento, l’intento è creato nel futuro, visualizzo me stesso nella scena futura già realizzata.

Le esperienze passate del dolore represso proiettano nel futuro, operando sul passato lavoriamo su queste esperienze, la paura del passato inquina il futuro, possiamo andare direttamente nel futuro dicendo che è mio Intento che accada un tale evento.

È importante togliere il vittimismo dell’esperienza ed anche l’interpretazione personale degli eventi.

Ogni interpretazione va bruciata nel collegamento con l’IMC, quello che crea maggiori danni è il mio giudizio rispetto quello che accade. Questo alimenta il rancore. Il vittimismo è un’interpretazione.

Una volta che abbiamo bruciato tutto e messo in chiaro che al primo posto c’è l’assoluto, possiamo prendere atto di ciò che  per noi va bene o no, qual è il nostro Intento e focalizzarlo mettendo al primo posto l’annullamento della mia opinione.

Occorre che io mi prenda responsabilità rischiando, ammettendo anche che quello che voglio potrebbe essere sbagliato. Ciò presuppone la possibilità di una correzione, nel caso di uno sbaglio.

Quando un’emergenza è forte crea amnesia. Lo stato di emergenza è tale che non ricordo più niente.

In questi casi è importante portare con sé un bigliettino con le informazioni a questo riguardo ed anche avere immagini, disegni  e descrizioni  che possano più facilmente riportarvi al vostro intento.

È importante avere un descrizione chiara sia verbale che attraverso una sequenza di immagini del proprio intento in modo che proiettandolo nella nostra mente l’energia possa essere diretta.

È più facile usare elementi visivi perché quando ci sono emozioni forti le parole si bloccano, le immagini di terrore dentro di noi possono essere sostituite con altre immagini che scegliamo.

Questo sforzo creativo è un atto potentissimo.

Quando siamo in un’emergenza non c’è supporto, ma agendo secondo una modalità che dà supporto fa la differenza.

È molto importante non aspettarsi un miracolo immediato. Occorre che io rompa la linearità, rompendo la linea di tempo che mi trasporta in un determinato risultato.

Ci sono linee di tempo in vigore da tantissimo tempo che hanno un magnetismo incredibile, entrandoci sarò trasportato e mi comporterò come tanti si sono già comportati. Rompere la linea tempo significa fare un grande sforzo e sono necessari tanti strumenti.
Stato di Emergenza

La prima cosa da fare è prendere atto di cosa sta accadendo, ad esempio mi sento pieno di rabbia, mi viene voglia di fare qualcosa di terribile e rompere tutto

Posso fermarmi un attimo ed osservare cosa sta succedendo, facendo un inventario della situazione.

Ogni volta che siamo preda di emozioni esse sono forze invasive, spiriti che vogliono replicare determinate azioni, quello che fanno è fare il massimo per ridurre la nostra consapevolezza e la memoria si perde.

Se ci fermiamo e prendere atto di quello che sta succedendo espandiamo la nostra consapevolezza permettendoci di vedere altro. Anche portare consapevolezza al corpo serve a questo scopo, la cosa più importante è liberarsi dalla dichiarazione interpretativa di quello che sta accadendo.

L’interpretazione non è in rapporto con il presente ma con il passato, in certe relazioni le persone si arrabbiano terribilmente con qualcosa che non è in relazione con il presente, ma che richiama visioni passate,  riportate nel presente.

Una volta che ci rendiamo conto che abbiamo un’emozione che non vogliamo occorre dire con fermezza ”io questa emozione non la voglio e la rilascio”.

Il ruolo che abbiamo come esseri umani nel multidimensionale è minimo. Come noi raccogliamo un fiore senza preoccuparci di cosa sta pensando o provando il fiore, così gli spiriti si comportano con noi, se noi ci ribelliamo e diciamo di no essi si spaventano e si fermano.

Se ci identifichiamo con l’emozione stessa siamo già invasi, nel momento in cui ci distinguiamo da loro e diciamo no all’emozione affermiamo il nostro potere.

L’emozione è un’entità, possiamo interagire con essa come con un altro essere umano che ci sta aggredendo o si sta comportando in un modo che non ci piace.

Il paradosso mostra che in realtà il Graha non viene per aggredire, ma solo per transitare attraverso di noi, in quanto intrappolato dalla terza dimensione.

Il nostro scopo è farli transitare e non tenerli in prigionia.

I Graha sono entità intrappolate che vogliono tornare nella loro dimensione. Noi li teniamo in prigionia e cattività per anni o secoli ed essi diventano sempre più aggressivi, e quando escono fanno un gran pandemonio.

Il Graha è il concime, ha valore quando viene diretto verso l’intento ma non ha valore se  viene trattenuto. Qui c’è avidità ed ingordigia multidimensionale, noi tratteniamo qualcosa che ha valore tuttavia trattenendolo esso perde valore, perché abbiamo perso di vista l’intento.

È qualcosa che ha valore da un’altra parte.

Una volta che finisce l’emergenza è importante prendere nota di quello che è successo.
Scrivere consente di documentare il rilascio e crea un coordinamento con  le nostre funzioni cerebrali, l’atto di rilascio è spesso un atto non razionale in cui usiamo la nostra immaginazione.

Scrivendo utilizziamo l’elemento linguistico che in genere si oppone a questi processi, lo sforzo permette l’integra con la mente ordinaria.

In caso di emergenze molto forti è opportuno cambiare lo scenario. Se sono intrappolato si tratta di usare altre modalità di azione.

Andare via dal posto in cui mi trovo, usare una lista di cose da fare in alternativa a ciò che sto facendo, focalizzarsi sull’intento.

Ad esempio se il mio intento è di essere un artista posso cominciare con il dipingere, posso dipingere la paura o il senso di soffocamento che sto provando, andando direttamente nell’intento.

Disegnare o cantare la paura è un modo per dirigermi verso l’intento e  lasciarlo andare.

È importante avere qualcuno a cui rivolgermi che sia in grado di comprendere cosa sta accadendo. Due persone in emergenza possono aiutarsi reciprocamente.

Gli altri ci possono aiutare quando siamo in una situazione di amnesia ricordandoci il nostro intento, a questo scopo è importante dare la descrizione del proprio intento ad altre persone che possono aiutarci.

Nel momento di emergenza si può utilizzare anche il tocco. È importante che ci sia qualcuno che ci possa supportare anche fisicamente con un tocco o con un abbraccio.
In questo caso il rapporto fisico non va confuso o frainteso  con qualcos’altro.

Anche altre azioni sono utili per sviare l’emergenza, come per esempio fare una doccia o una passeggiata, correre, bere dell’acqua, chiamare qualcuno.

Anche se si ha l’impressione che non si esce dalla situazione è importante utilizzare un strategia che crea un cambiamento.

Torniamo al potere dell’elemento fuoco. La qualità di questo elemento è la capacità di bruciare tutto gli altri elementi sono più lenti nella loro capacità di annientare.

Se per esempio sotterriamo un corpo ci vuole molto tempo prima che si decomponga, stessa cosa con l’acqua e con l’aria.

Il fuoco incenerisce nel giro di pochi  secondi e tutto viene spazzato via.

La prima cosa da eliminare sono i nostri pensieri che creano l’emergenza stessa.

Le forme pensiero ci uccidono.
Pratica 3

Simuliamo una situazione di emergenza.

Metterò una musica d’emergenza e si tratterà di lavorare con l’elemento fuoco.

Chiamate la Guida e bruciate tutto quello che c’è, soprattutto i pensieri, muovete il corpo e le mani ma non interagite tra di voi per il momento.

Rimanete per ora nell’emergenza.

Fate un bel respiro e cominciate a bruciare i pensieri. Bruciate in modo spietato ogni pensiero vi giunge nella mente.

Lasciamo ora che il fuoco si attenui fino a far rimanere solo le braci e la cenere.

Ora rimane il fumo del fuoco. Il fuoco continua a bruciare dentro, ci fermiamo e ci connettiamo con l’IMC, il punto fermo al centro di tutto il punto di emanazione della luce.

Permettiamo ai nostri pensieri di diventare una colonna di luce, operiamo una guarigione su di noi.

Quando partirà la musica potete muovervi nella stanza e creare contatti con gli altri attraverso il tocco, decidendo la natura e l’intento del contatto.

Rimanete collegati perché il tocco viene dalla fonte, dal punto centrale.

Creiamo una singola colonna di fuoco.
Permettete a voi stessi di bruciare e di essere bruciati.

Ora vi invito ad aprire gli occhi e a scegliere un partner, una volta trovato mettetevi uno di fronte all’altro. Non entrate in contatto l’uno con l’altro anzi mettetevi il più lontano possibile.

Guardatevi da lontano poi chiudete gli occhi.
Portate attenzione al respiro. Permettete al vostro respiro di andare sempre più in profondità fino a scendere all’altezza del cuore.

Fatelo scendere ancora fino al plesso solare. Permettete al vostro respiro di raggiungere le parti più profonde del vostro essere, respirate con la pancia.
Ora il respiro scende sotto l’ombelico fino alla parte genitale e si espande nell’ano, respirate con tutta questa area.

L’invito è di sentire il fuoco nell’area genitale.

Consentite al fuoco di espandersi nelle cosce, nelle ginocchia e nelle gambe fino a raggiungere i piedi.

Metà del vostro corpo è in fiamme sta bruciando da l’ombelico in giù mentre il resto del corpo è freddo.

Il fuoco avrà lentamente la meglio. L’unica possibilità di scampo è il vostro partner molto lontano da voi.

Fra poco vi inviterò ad aprire gli occhi e a rimanere in contatto con gli occhi del vostro partner, senza muovervi.

Si tratta di raggiungere il vostro partner, attualmente siete immobilizzati perché il fuoco vi sta bruciando. L’unica possibilità che avete è guardare il vostro partner mentre tutto brucia.

Continuate a respirare con la pancia.

Si tratta di investire la massima potenza nello sguardo.
Ora muovete anche le mani ma rimanete nella vostra posizione, supportate lo sguardo con le mani. Incontrate il vostro partner senza muovervi.
Permettete alla vostra energia di essere proiettata verso il partner, interagite fisicamente restando immobili dove siete. Le vostre energie si incontrano e si intrecciano.
Nei prossimi minuti raggiungete il massimo dell’intensità.

Ora l’incontro è avvenuto e si verticalizza. Diventate una fiamma sola che si muove come un’unica colonna di luce. Potete chiudere gli occhi.

Tornate nel vostro corpo. Ora si tratta di rappresentare con il corpo quello che è successo. Quando parte la musica aprite gli occhi e lentamente avvicinatevi. Usate l’energia che avete sperimentato prima.

Bruciate tutto ogni idea che avete di voi e dell’altro. Bruciate passato e futuro.

Rimanete immobili lasciando semplicemente che il fuoco agisca. Dirigete il fuoco verso l’intento senza muovervi.

È il momento di visualizzare ciò che volete.

Distaccatevi al compagno e rimanete soli mantenendo la focalizzazione sull’intento.

Nello spazio in cui siete potete costruire il futuro che vi sta davanti, creando un percorso, create un nuovo spazio tempo, respirando.

Ora l’invito è di fertilizzare con i genitali questa linea tempo che sta crescendo.

Create ciò che scegliete non quello che arriva per caso. Portate attenzione ai genitali  respirandoci e  concedendo loro di essere agenti creativi intenzionali e non casuali.

Collegate i genitali con il resto del corpo: pancia, cuore, testa. Spostate questa capacità creativa e fertilizzante nelle vostre mani.

Nelle mani avete la capacità di fare e disfare, notate come diventano cariche una volta che gli date questo potere.

Si tratta ora di toccare il vostro corpo con le mani e di fertilizzarlo con questo potere creativo, permettete alle vostre mani di allinearsi con l’intento il tocco che supporta l’intento, ora toccate il vostro partner dandogli supporto  e ricevete il tocco.

Al termine ringraziate il partner e prendete nota.
Conclusioni

Quello che abbiamo sperimentato con la pratica è che se non è possibile  rapportarci fisicamente con qualcuno è possibile smuovere l’energia per far accadere un incontro.

Questo è l’aspetto multidimensionale. Ogni persona che incontriamo sia fisicamente che mentalmente la possiamo incontrare anche ad un altro livello, che non è riconosciuto e quindi è negato.

Quindi l’unica possibilità di incontrare una persona diventa quella fisica in questa realtà che inevitabilmente creerà dolore e frustrazione con la separazione.

La sofferenza umana è data dall’impossibilità di incontrarsi ad un livello più agevole che dura a lungo come nel multidimensionale.

Ogni incontro  e relazione implica l’abbandono  ed il terrore.

Quando c’è qualcosa che vi attrae sperimentate e allenatevi ad un livello più sottile a far quello che volete fare, legittimandovi a farlo. Per farlo occorre solo l’immaginazione ed il respiro.

Quando ci incontriamo a questo livello energetico incontriamo veramente l’altro.

In effetti l’attrazione sessuale è semplicemente un riflesso di qualcosa da cui siamo attratti ma non è la persona stessa.

Noi siamo attratti semplicemente dalla superficie, da un’idea, ogni volta che sentiamo attrazione agiamo con l’immaginazione.

 

Come operare con il tocco del Fuoco

Il fuoco brucia tutto. Questo è il preludio per focalizzare il tocco. Eliminare ciò che non serve per far spazio al nuovo.

Una volta che ho focalizzato l’intento  posso permettermi di lasciarmi andare e tutto ciò che  è non focalizzato si muoverà verso l’intento. Se continuo a focalizzare anche nel secondo stadio rimarrò solo nel punto di vista iniziale e non mi arriverà nulla di nuovo.

Quindi il primo punto è focalizzarsi, poi aprirsi a ciò che arriva.

Quando si pratica un tocco del fuoco l’operatore ha il compito di bruciare qualsiasi idea  ha della persona.

Il tocco del fuoco è istantaneo, veloce come una fiammata.

Il fuoco corrisponde alla passione, l’elemento cardinale che lo rende tale quindi è il desiderio, elemento che troviamo nel segno dell’Ariete.

Quando si applica il tocco del fuoco  per attivarlo in una persona occorre attivare il suo desiderio.

Le persone che ci attraggono ci ricordano altre persone che ci hanno attratto in passato, in un’altra vita o in universi paralleli.

In tal caso si tratta di essere onesti fino in fondo e di individuare nel corpo dell’ altra persona la cosa che ci attrae.

Si tratta di considerare il corpo come una preda e di ricercare la parte che ci interessa di più, il tocco del fuoco scatena una passione totale che non è moderata.

Come esseri umani abbiamo un grande blocco, non possiamo permetterci di toccare né di guardare un’altra persona, se potessimo guardare una persona in totale libertà l’energia tesa si potrebbe liberare.

Gli occhi sono pieni di tensione perché trattengono l’immagine di parti che non sono legali guardare.

Torniamo al desiderio e alla tensione che si crea cercando di raggiungerlo. Il tocco del fuoco è molto rapido e serve a scaricare la tensione creata.  L’energia arietina si scarica subito e si svuota completamente.

La modalità arietina è in rapporto con l’eiaculazione maschile, una scarica che crea la vita e si dona fino alla morte.

Nel tocco possiamo sentire quello che c’è veramente anche se non lo vediamo, molta energia e tensione si scarica nell’atto di guardare. Il guardare precede il tocco.

Nel contatto il primo elemento è quello visivo, dove si crea la tensione specialmente quando c’è attrazione.

Con il tocco le cose cambiano, c’è la morte dell’elemento visivo, si entra in un’altra dimensione.

Il tocco è istintivo, la finalità del tocco del fuoco è scuotere e bruciare la persona stessa.

Il tocco del fuoco può essere violento per certi versi, agisce di sorpresa. È l’atto dell’animale da preda che scruta con tensione magnetica la sua preda e poi improvvisamente sferra l’attacco in modo fulmineo.

C’è un altro tipo di fuoco che è quello tipico del Leone, un fuoco  fermo che sostiene, che brucia con centralità, senza movimento.

È il fuoco che viene da dentro, il fuoco del cuore. Con il Leone la passione è già stata espressa, l’amato è stato conquistato e non esiste lotta, c’è fusione. Mentre nell’Ariete c’è lotta ed antagonismo, nel Leone c’è stabilità e certezza.

Nel Sagittario il fuoco si sta spegnendo tuttavia è più potente degli altri due.

Nell’ottica sessuale, il fuoco dell’Ariete evidenzia il primo incontro,  è il momento in cui due persone sono una di fronte all’altra.

Se l’incontro va bene si stabilisce un contatto con il fuoco del Leone, i due trovano un ritmo comune  e si uniscono.

Nel fuoco del Sagittario rimangono solo le braci, c’è meno energia, le due persone hanno già dato il massimo per cui il loro movimento è più lento.

È un fuoco potente perché dura di più ma c’è rischio di dispersione di energia.

Il movimento si fa più sottile e trasformativo e continua a livello interiore.

Il tocco può essere fatto anche a distanza. Se c’è un consenso tra le due parti diventa  più potente. Entrambe le parti si  organizzano per creare un area di incontro che  come risultato di un’accettazione diventa reale.

Il contributo delle parti fa crescere questo spazio. Il vantaggio è che possiamo creare una terra alternativa.

Il tocco può essere praticato anche su se stessi o su oggetti.

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